Elisa Prearo
27 Gennaio 2019Luigi O. Rintallo
27 Gennaio 2019dalle pagine di De Amicis, Collodi e Verga emerge la società italiana della seconda metà dell’ottocento
compito di italiano di Simone Re
Per parlare dei fatti letterari della seconda metà del 1800 Asor Rosa introduce due grandi libri per l’infanzia, Cuore e Pinocchio. L’autore fa ciò per due motivi:
– Rendere chiaro che la qualità di un testo letterario non dipende dalla sua destinazione (quindi non dipende se è indirizzato ad un adulto o ad un ragazzo). Infatti, un libro per l’infanzia può essere meglio riuscito e più importante anche di un poema epico in ottave.
– Cuore e Pinocchio gareggiano in campo letterario con le altre opere letterarie di questo periodo. La maggior parte di queste sono opere adulte ma nonostante ciò nella maggior parte dei casi le produzioni di De Amicis e Collodi le sopravanzano. Ciò avviene principalmente per il fatto che sia in Cuore che in Pinocchio ci sono dei riferimenti espliciti alla società italiana di quel periodo e, in entrambi, gli autori cercano di mettere in luce quelli che erano (e, in alcuni casi, sono ancora) i problemi che affliggevano l’Italia post-unitaria.
Non è affatto un caso che i due romanzi, Cuore e Pinocchio, abbiano avuto tanto successo nella situazione italiana post-unitaria. In seguito all’unità del 61 in Italia vi era quasi un’esigenza di educare il popolo, ma cera anche la paura di non riuscire a farcela, di non poter arrivare ad essere agli stessi livelli degli altri Stati europei, di non essere degni del nuovo ruolo occupato nel contesto internazionale. Forse non vi è alcuna opera nell’Italia contemporanea che riesce a suscitare sentimenti universali tanto quanto questi due romanzi. Cuore e Pinocchio occupano dunque un ruolo centrale nel tessuto morale e culturale dell’Italia post-unitaria. Nonostante le apparenze, sia Cuore (in cui vi è un grande sentimentalismo) sia Pinocchio (molto più favolistico) esprimono un rapporto con la realtà contemporanea doloroso e drammatico. Quella piccola” Italia che si era venuta a formare negli ultimi decenni dell’Ottocento, posta di fronte a quelli che erano i suoi limiti, si rendeva sempre più conto che, per diventare una nazione moderna, al livello degli altri Stati europei, doveva puntare su valori quali il sacrificio, lo sforzo e laltruismo. Ovviamente i due libri per ragazzi devono essere letti tenendo conto del periodo storico in cui vengono composti e quindi stando attenti al fatto che l’Italia della seconda metà dell’ottocento è ancora una nazione immatura, ma con molta voglia di crescere. Questi romanzi vengono considerati talmente importanti che per gran parte del secolo scorso divennero una lettura obbligata per i bambini di quel tempo, in quanto entrambi costituiscono materia di apprendimento e di crescita morale. I bambini che frequentavano la scuola elementare italiana appena nata dovevano imparare ad essere sinceri leggendo Pinocchio, e ad essere patriottici leggendo il libro Cuore. Tutti e due insegnavano che la scuola era un valore, e che non si doveva sprecare il tempo prezioso che era destinato all’insegnamento scolastico.
Il fatto che dal 1861 l’Italia sia diventata una nazione mette in luce alcune contraddizioni. La condizione dei pescatori, dei braccianti e dei minatori siciliani, viene compresa anche dai lettori milanesi e fiorentini, che ignoravano quella realtà, anche perché non appartenente alla loro storia e alla loro situazione. Del resto la condizione delle plebi meridionali è la conseguenza di millenni di storia di sopraffazioni, di invasioni, e di rassegnazione che si affondano nelle radici stesse dell’essere meridionale (e, in particolare, siciliano) sin dalla colonizzazione greca. Ecco perché si può parlare di esplorazione del profondo nella sofferta umanità dei personaggi dei romanzi di Verga e degli altri scrittori veristi. Emergono le forze più oscure, violente e incontrollabili ad ostacolare un piano di razionalizzazione e modernizzazione della Sicilia, come nella novella Libertà.
Eppure queste pulsioni, e questi impulsi, non sono solo tipicamente siciliani, ma sono comuni anche ad altre regioni d Italia, come si può intuire dalla lettura di alcuni passi di Cuore. Ad esempio, l’insofferenza di Franti alle regole e alle imposizioni ha in sé qualcosa in comune con i contadini di Bronte che si ribellano senza speranza.
Certo è che in Verga è maggiore la consapevolezza della complessità della piramide sociale, che vede alla sua base questi individui scartati dalla grande fiumana del progresso, e poi via via, a livelli sempre più elevati, i borghesi, i nobili e gli onorevoli, come progettato nel Ciclo dei vinti.
Cuore, e soprattutto Pinocchio, sono lontani da questa prospettiva analitica e classificatrice. Essi sono il prodotto di un’epoca in cui si intuiva la necessità di un collante, di un minimo comune denominatore tra regioni e situazioni sociali così differenti, e si presumeva che questo potesse essere individuato nella nascente istituzione scolastica. Eppure, vi son differenze tra il primo e il secondo. Cuore, permeato di spirito risorgimentale e nazionalista, fa del rispetto delle regole la sua caratteristica peculiare, in un’epoca in cui uno stato nascente doveva far capire la necessità dell’obbedienza, a livello politico-istituzionale. Pinocchio invece punta più l’attenzione del lettore sull’aspetto esistenziale e morale, per cui l’obbedienza diventa una scelta personale, non imposta dalla maestra o dall’autorità, ma dettata dall’esperienza personale, fatta anche di sbagli e di cadute.
Per questo Pinocchio è a metà strada tra il realismo di Verga e il moralismo di De Amicis, perché approfondisce l’analisi, non si ferma alla retorica troppo spesso presente nel libro Cuore. Ma nello stesso tempo Collodi ha ben chiaro un fine edificante del suo testo, cosa che non avviene nello sconsolato e amaro Giovanni Verga. In Verga la realtà è fine a se stessa, non insegna, non educa, travolge tutto a colpi di scure, senza discriminazioni. In Pinocchio la realtà è maestra, e conduce l’uomo ad una maggiore consapevolezza, ad un cambiamento in meglio, ad una crescita, e in questo si avvicina di più a Cuore. Facendo un breve riferimento a Rosso Malpelo; questi impara sin da subito qual è la dura legge della vita, e la insegna a Ranocchio, ma non per questo si sottrae al suo destino di morte. Invece Pinocchio fa un percorso di formazione che lo porterà a cadere anche lui nellabisso, dal quale però, nella conclusione, si risolleva, divenendo un uomo.