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27 Gennaio 2019dal Viaggio nella storia del Fascismo in Italia
di Libera Maria De Padova
Dichiarazione di guerra alla Gran Bretagna e alla Francia.
I primi mesi della non belligeranza” italiana trascorrono senza eccessivi traumi; ma nella primavera del 1940 la folgorante offensiva tedesca sul fronte occidentale e il drammatico crollo militare della Francia tra la fine di maggio e i primi di giugno inducono Mussolini ad entrare nel conflitto. Il 10 giugno 1940 dichiara guerra alla Francia e all’Inghilterra, e annuncia nella solita ‘adunata oceanica’: “Scendiamo in campo contro le democrazie plutocratiche e reazionarie dell’Occidente, che in ogni tempo hanno ostacolato la marcia e spesso insidiato l’esistenza del popolo italiano.”
Parziali successi ed evidenti difficoltà nei primi fronti di combattimento (Alpi occidentali, Africa settentrionale, Mediterraneo).
La guerra italiana sul fronte occidentale durerà solo 14 giorni: la Francia, già in ginocchio dopo l’invasione tedesca, ottiene l’armistizio il 24 giugno; nellagosto-settembre le truppe italiane conseguono parziali successi in direzione dei possedimenti inglesi nell’Africa orientale e settentrionale. Problemi piuttosto gravi si manifestano sul fronte marittimo: già il 14 giugno navi francesi erano riuscite a bombardare Genova, il 9 luglio la flotta italiana (priva di radar) è messa in gravi difficoltà dagli inglesi nella battaglia aeronavale di Punta Stilo e dieci giorni dopo perde un incrociatore in una seconda battaglia navale con gli inglesi, nelle vicinanze dell’isola di Creta. L11 novembre 1940, infine, un attacco aereo inglese alla base navale di Taranto provoca consistenti perdite alla flotta italiana.
L attacco alla Grecia.
Il 28 ottobre 1940, contraddicendo gli orientamenti dell’alleato tedesco, Mussolini decide di scatenare l’attacco alla Grecia. L’offensiva si rivela presto un drammatico fallimento: le forze italiane, male equipaggiate (e male guidate), sono rapidamente respinte; nel mese di novembre si sviluppa la controffensiva greca, che porta le forze elleniche, nei primi giorni di dicembre, a conquistare la parte meridionale dellAlbania.
Africa settentrionale ed Etiopia.
Nell’Africa settentrionale, dopo gli iniziali successi dell’estate 1940, nel gennaio 1941 le forze italiane sono travolte dalla controffensiva inglese (occupazione della Cirenaica, febbraio 1941); intanto unità tedesche sbarcano in Libia. L’attacco britannico investe anche i territori italiani nell’Africa orientale, e si conclude con la conquista pressoché completa dellEtiopia (aprile-maggio 1941). Sul fronte libico, l’appoggio tedesco risulta determinante per l’arresto dell’offensiva britannica e la riconquista italiana della Cirenaica nel marzo-aprile 1941. Nei successivi mesi di novembre e dicembre la regione sarà investita da una nuova offensiva inglese.
Difficoltà sul fronte marittimo.
La guerra italiana si presenta difficile anche sul versante marittimo: la flotta inglese bombarda Genova il 9 febbraio 1941; alla fine del mese successivo la marina italiana subisce un’altra sconfitta (Capo Matapan). Il 26 luglio si svolge unaspra battaglia aero-navale nei pressi dell’isola di Malta.
La guerra nei Balcani e la ripresa dell’offensiva in Grecia.
Nellaprile 1941 si apre un altro fronte di combattimento per l’Italia, questa volta sul versante orientale: il 6 aprile i tedeschi invadono la Iugoslavia, che viene sconfitta e smembrata; nasce uno stato croato, che l’Italia cerca di porre sotto la propria tutela. All’inizio di maggio l’Italia annette direttamente parte del territorio sloveno (provincia di Lubiana) e successivamente alcune zone della Dalmazia.
Grazie al determinante intervento tedesco, la Grecia capitola, il 27 aprile 1941 Atene è occupata, e nei mesi di maggio e giugno le forze dellAsse completano l’occupazione militare della penisola ellenica.
La spedizione in Russia.
22 giugno 1941: attacco tedesco all’Unione Sovietica. Mussolini decide pochi giorni dopo l’invio di un corpo di spedizione italiano (Csir, Corpo di spedizione italiano in Russia), che il 10 luglio comincerà la marcia di trasferimento. L’attacco tedesco, condotto lungo un fronte che va dal Baltico al Mar Nero, ottiene inizialmente grandi successi; nell’autunno inizia l’assedio a Leningrado e prosegue la marcia di avvicinamento su Mosca; ai primi di dicembre i tedeschi sono a 40 chilometri dalla capitale, ma sono costretti a ripiegare da una controffensiva sovietica di inaspettato vigore.
La guerra contro gli Stati Uniti.
Il 7 dicembre 1941 si ha l’improvviso attacco aereo giapponese alla base navale statunitense di Pearl Harbour, seguito, il giorno successivo, dalla dichiarazione di guerra. In ottemperanza agli accordi del cosiddetto patto tripartito” stretto il 27 settembre 1940 tra Italia, Germania e Giappone, l’11 dicembre anche l’Italia e la Germania dichiarano guerra agli Stati Uniti.
Africa settentrionale: gli italo-tedeschi dall’offensiva alla disfatta.
Nel gennaio-febbraio 1942 riprende l’offensiva italo-tedesca in Africa settentrionale: nel mese di maggio è varcato il confine egiziano e l’avanzata prosegue fino a El-Alamein, raggiunta in giugno. Sembra ormai prossima l’occupazione di Alessandria e de Il Cairo, ma le forze dellAsse hanno ormai esaurito il proprio slancio; le forze britanniche si riorganizzano e ad ottobre passano all’offensiva, rovesciando completamente la situazione. Sconfitti nella decisiva battaglia di El-Alamein, gli italo-tedeschi sono costretti ad abbandonare dapprima la Cirenaica e poi l’intera Libia (gennaio 1943). Nel novembre 1942 armate anglo-americane erano intanto sbarcate in Marocco e in Algeria, mentre italiani e tedeschi occupavano il territorio tunisino. Strette da americani e inglesi in una vera e propria morsa, le forze dellAsse impegnano in Tunisia una disperata battaglia difensiva, che il 13 maggio si conclude con la capitolazione. Tutta l’Africa settentrionale è in mano agli anglo-americani, che possono così preparare l’invasione della Sicilia
La campagna di Russia dalla battaglia di Stalingrado alla ritirata finale.
Nel febbraio 1942 viene deciso l’invio al fronte russo di nuovi contingenti italiani, che andranno a costituire lArmata italiana in Russia (Armir). In primavera e in estate riprende l’offensiva tedesca, concentrata sui territori sovietici sud-orientali. Nel settembre 1942 comincia la lunga battaglia di Stalingrado: i tedeschi stringono d’assedio la città, ma alla metà di novembre si trovano accerchiati dalla controffensiva sovietica; tra il dicembre 1942 e il gennaio 1943 comincia la ritirata delle forze italo-tedesche, nel corso della quale l’armata italiana (e soprattutto il corpo alpino) subirà gravissime perdite. La sconfitta tedesca a Stalingrado, e la successiva ritirata, rappresentano uno dei principali momenti di svolta nella vicenda della seconda guerra mondiale.
Il precipitare della situazione del «fronte interno».
In un paese entrato senza entusiasmi nell’avventura bellica, i diversi contraccolpi alla vita quotidiana della popolazione suscitano un crescente malcontento verso il regime politico che ha portato l’Italia in guerra. Il prolungarsi del conflitto e le notizie sempre più negative che giungono dai vari fronti incidono in modo evidente sul morale della popolazione, che dall’autunno del 1942 deve fare i conti anche con lintensificarsi dei bombardamenti aerei. Nel marzo 1943 nei principali centri dell’Italia settentrionale gli operai dell’industria scendono in sciopero: oltre alla motivazione ufficiale, di natura economica, appare evidente la protesta contro la guerra e contro il regime.
L’Italia del 1943: crollo militare, dimissioni di Mussolini, armistizio
Invasione della Sicilia e caduta del regime.
Nel giugno 1943 comincia l’attacco diretto degli anglo-americani al territorio italiano: alla metà del mese cadono le isole di Pantelleria e di Lampedusa. In luglio la situazione precipita: nella notte tra il 9 e il 10 gli anglo-americani (5ª armata statunitense e 8ª britannica) sbarcano in Sicilia. Il 19, mentre Mussolini e Hitler sono a Feltre (Belluno) per esaminare la situazione militare, si registra il primo, pesante bombardamento alleato su Roma, che provoca ulteriore sconforto nell’opinione pubblica.
Il giorno 24 (poche ore dopo un intenso bombardamento alleato su Bologna) inizia a Roma la riunione del Gran Consiglio del Fascismo, destinata a concludersi nelle prime ore del giorno 25 con l’approvazione di un ordine del giorno che prevede di riaffidare al re, togliendolo a Mussolini, il comando delle forze armate. Nel pomeriggio del 25 luglio Mussolini è ricevuto dal re e indotto a lasciare ogni responsabilità politica e militare; al termine del colloquio è arrestato, mentre nuovo capo del governo è nominato il maresciallo Pietro Badoglio. L’annuncio della caduta di Mussolini provoca un grande entusiasmo nel paese, che si aspetta una rapida uscita dalla guerra; ma alle 22.45 Badoglio annuncia alla radio che “la guerra continua”.
I quarantacinque giorni di Badoglio.
Il 26 luglio viene formato il nuovo governo, presieduto da Badoglio, caratterizzato dalla presenza di militari e alti burocrati. Viene sciolta la Camera dei fasci e delle corporazioni; la stessa sorte tocca al PNF e alla milizia fascista. Contemporaneamente, però, il governo Badoglio vieta la ripresa della normale vita politica e l’attività dei partiti antifascisti. Le manifestazioni di piazza sono severamente proibite e in alcune città sono sanguinosamente represse dall’esercito.
Badoglio rassicura i tedeschi sulla volontà italiana di proseguire la guerra (incontro tra i vertici militari a Bologna, il 15 agosto, preceduto dall’incontro di Tarvisio, 6 agosto), ma nel frattempo avvia trattative segrete con gli anglo-americani per ottenere l’armistizio. Alla metà di agosto gli alleati riprendono intensi bombardamenti sulle città italiane, colpendo soprattutto Torino e Milano (ma anche Roma), mentre i tedeschi fanno affluire nuove divisioni in Italia.
Armisitizio con gli angloamericani e attuazione del piano tedesco di occupazione del territorio italiano.
Per tutto agosto proseguono i contatti con gli anglo-americani per giungere all’armistizio, che il 3 settembre 1943 (nello stesso giorno in cui gli Alleati sbarcano in Calabria) viene firmato a Cassibile (Siracusa): la formula è quella della resa incondizionata. Gli italiani non riescono, nei giorni successivi, a predisporre un efficiente piano per la difesa della capitale e del territorio nazionale; l’8 settembre, alle ore 18.30, gli americani annunciano (messaggio di Eisenhower da Radio Algeri) la conclusione dell’armistizio con l’Italia. Alle 19.45, anche la radio italiana comunica ufficialmente la notizia, con lambiguo proclama del maresciallo Badoglio. Gli eventi precipitano: nelle prime ore del giorno 9 il re, il principe ereditario, le autorità militari e di governo lasciano Roma per la costa abruzzese, da dove si imbarcheranno per Brindisi. Mentre a Taranto e a Salerno sono in corso operazioni di sbarco degli Alleati, i tedeschi mettono in opera il piano di occupazione militare dell’Italia da tempo predisposto (piano Alarico”).
Dopo l’armistizio: dissoluzione dell’esercito e internamento dei militari italiani in Germania; inizio della Resistenza.
Poche ore dopo l’annuncio dell’armistizio, si verifica un quasi completo sfaldamento dell’esercito italiano, le cui forze vengono in buona parte disarmate dai tedeschi: oltre 600.000 uomini vengono fatti prigionieri e destinati all’internamento in Germania. Si verificano anche episodi di resistenza anti-tedesca ad opera di soldati dislocati sul territorio nazionale e sui vari fronti di guerra; in diversi casi la popolazione civile si unisce ai militari (come nel caso dei combattimenti per la difesa di Roma, 9-10 settembre 1943). Il Comitato di Liberazione Nazionale, costituito dai partiti antifascisti, chiama subito alla lotta contro i tedeschi, che hanno ormai occupato buona parte del territorio nazionale: inizia la guerra di Liberazione.
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