Verbi della terza coniugazione
27 Gennaio 2019Maurizio Zini
27 Gennaio 2019Dalla Repubblica all’Impero romano
dalla Storia romana di Carlo Zacco
4.1. Dalla Repubblica all’Impero
Esigenza di pace. Gli ultimi decenni della Repubblica erano stati caratterizzati da guerre, lotte civili, proscrizioni, massacri; non cera famiglia che non avesse avuto i suoi lutti. I romani erano stanchi di tutto ciò, ed erano disposti a farsi governare da un uomo solo, che in quel momento era Ottaviano. Tuttavia erano ancora molto radicati l’odio per la monarchia, e ancora viva la fiducia nei valori repubblicani.
– Abilità di Ottaviano. L’abilità di Ottaviano fu quella di instaurare un vero e proprio governo monarchico, rispettando le istituzioni repubblicane, e governando egli stesso come un sovrano assoluto, ma senza mai dichiararsi tale.
I titoli. Nel 27 a.C. Ottaviano si fa eleggere Console, carica che manterrà per i successivi cinque anni, ma con poteri straordinari rispetto al collega (consul minor). Si fece anche attribuire i titoli di Augustus, termine sacrale che significa ‘degno di venerazione; e princeps senatus, titolo che gli dava il diritto di votare per primo nelle assemblee del senato, influenzando così il voto degli altri.
I poteri. Dopo i cinque anni, nel 23 a.C. Augusto lascia la carica di Console intenzionato a creare un governo più stabile. Si fa conferire i due poteri fondamentali dello stato romano: la tribunicia potestas, in virtù della quale governava all’interno di Roma; e l’imperium proconsulare, col quale governava anche nella periferia dell’Impero. Non è Tribuno o Proconsole, ma ne ha i poteri.
Il Senato. Nel frattempo valorizza i poteri del Senato, rafforzandolo:
– élite: assegna ai senatori le cariche più alte (governatorato delle province, comando delle legioni); consente di diventare senatore solo a chi possiede almeno un milione di sesterzi, cioè fa che vi entrino solo i ricchi.
– controllo: inoltre garantì a sé stesso il controllo del Senato, collocandovi persone di sua fiducia, e riducendo il numero dei senatori a 600 unità, da circa 1000 che erano.
Il principato. La nuova forma di governo prese il nome di Principato. Secondo la tesi di Mommsen, questo ordinamento giuridico la sovranità era divisa in due istituzioni: il princeps, cioè Augusto, che si comportava come un vero e proprio sovrano assoluto; il Senato, che affiancava il princeps, avendo acquisito le competenze dei comizi (emanare norme, nominare i magistrati) ormai privati di potere.