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Cornelli Andrea
DARWIN, SPENCER E IL DARWINISMO SOCIALE
Charles Darwin (1809-1882), biologo e naturalista, dimostrò l’evoluzionismo degli organismi viventi causato non tanto dall’adattamento all’ambiente, come sosteneva Lamarck, quanto piuttosto dalla progressiva diminuzione dei mezzi di sussistenza che determina la lotta per la sopravvivenza. In questa lotta, a cui è impossibile sottrarsi, emergono gli organismi più dotati a scapito di quelli meno efficienti, che scompaiono così per selezione naturale, sostituiti dalla formazione di nuove specie. Darwin per la sua teoria si ispirò ai sistemi della selezione artificiale seguiti dagli allevatoci i quali ottenevano variazioni nella specie, incrociando tra loro animali in possesso di particolari caratteri.
Spencer, positivista, estende a tutta la realtà il principio di evoluzione che Darwin aveva applicato alla biologia. In virtù di tale principio l’universo intero è il risultato di un processo di trasformazione e di sviluppo della materia originaria, indeterminata ed omogenea, da cui, per una forza intrinseca alla materia stessa, si è formato il sistema solare, poi, sulla Terra, si è affermate la vita, differenziatasi, con mutamenti successivi, nelle varie specie di piante e di animali, ed è infine arrivato lo Spirito.
Le idee di Spencer furono poi usate per trasferire il concetto di evoluzionismo in campo sociale e politico, sostenendo che fosse lecito che i più deboli nella scala sociale dovessero soccombere e rimanere inferiori e che fosse naturale una competizione imperialistica tra Stati, in cui il più forte avrebbe avuto la meglio.