
Cosa puo’ insegnarci Lettera a una professoressa di don Lorenzo Milani
28 Dicembre 2019
Canto IV del Purgatorio vv. 72-125
28 Dicembre 2019📜 Analisi, schemi di studio e testo della poesia “Davanti San Guido” di Giosuè Carducci✍️:
🔎 Analisi del testo
La poesia Davanti San Guido fa parte della raccolta Rime Nuove (1887) ed è una delle opere più rappresentative di Giosuè Carducci. Il testo si distingue per la sua capacità di fondere elementi autobiografici, paesaggistici e riflessivi in un’unica narrazione lirica. Di seguito ne analizziamo i temi principali, lo stile e il significato.
Contesto e struttura
- Ambientazione : La poesia è ambientata nei pressi di Bolgheri, in Toscana, luogo caro all’infanzia e alla giovinezza di Carducci. I cipressi che si allungano verso San Guido diventano simboli di questo legame profondo con il territorio.
- Metrica : È scritta in terzine dantesche (terzine incatenate), una forma metrica classica che sottolinea l’eredità letteraria italiana pur essendo utilizzata in modo innovativo da Carducci.
- Tono : Il tono oscilla tra nostalgia, malinconia e introspezione. La natura, personificata, dialoga con il poeta, creando un’atmosfera quasi fiabesca.
Temi principali
1. Nostalgia e memoria
La poesia esprime una profonda nostalgia per il passato, legata ai luoghi dell’infanzia e alle figure familiari, in particolare la nonna Lucia. I cipressi, simbolo della terra natia, diventano testimoni silenziosi della vita del poeta:
“I cipressi che a Bólgheri alti e schietti / Van da San Guido in duplice filar,”
Questi alberi, che sembrano “giganti giovinetti”, accolgono il poeta come vecchi amici, invitandolo a fermarsi e a ricordare. Attraverso il dialogo con i cipressi, Carducci rivisita i propri ricordi e riflette sulla fugacità del tempo.
2. Rapporto con la natura
La natura non è solo uno sfondo descrittivo, ma un interlocutore attivo. I cipressi parlano al poeta, offrendogli conforto e compagnia:
“Oh sièditi a le nostre ombre odorate / Ove soffia dal mare il maestrale:”
Carducci attribuisce alla natura una gentilezza e una saggezza che contrastano con le preoccupazioni umane. Questo rapporto armonioso riflette l’influenza del classicismo greco e latino nella sua poetica.
3. Malinconia e consapevolezza della vita adulta
Il poeta è consapevole del peso delle responsabilità adulte e del dolore che accompagna la crescita. Egli riconosce che il mondo della fanciullezza è ormai irraggiungibile:
“E presto il mormorio si fe’ parole: / – Ben lo sappiamo: un pover uom tu se’.”
La natura, tuttavia, lo invita a trovare pace e serenità nel presente, mostrandogli la bellezza del tramonto e il canto degli uccelli:
“Vedi come pacato e azzurro è il mare, / Come ridente a lui discende il sol!”
4. Figure familiari e affetti
La figura della nonna Lucia emerge come centrale nella poesia. Ella rappresenta il legame con le radici familiari e culturali del poeta. La sua presenza evocativa è accompagnata da immagini struggenti:
“Sette fiasche di lacrime ho colmate, / Sette lunghi anni, di lacrime amare:”
La nonna diventa il simbolo di un mondo perduto, ma anche di un amore incondizionato che continua a guidare il poeta.
5. Conflitto tra passato e presente
Carducci esprime il conflitto tra il desiderio di tornare al passato e la necessità di affrontare il presente. Egli sente il richiamo dei doveri quotidiani (“La Titti – rispondea – ; lasciatem’ ire”) ma è continuamente attratto dai ricordi e dalla nostalgia:
“Deh perché fuggi rapido cosí? / Le passere la sera intreccian voli / A noi d’intorno ancora. Oh resta qui!”
Questo conflitto riflette la condizione umana universale di chi cerca un equilibrio tra memoria e realtà.
Stile e innovazioni formali
- Personificazione : I cipressi e gli altri elementi naturali sono dotati di voce e sentimenti, creando un dialogo diretto con il poeta.
- Immagini visive e sonore : Carducci descrive il paesaggio con grande precisione, alternando immagini visive (il tramonto, il mare) a suoni (il vento, il canto degli uccelli).
- Uso del dialetto : L’espressione “Tu dormi a le mie grida disperate” e altre frasi contengono echi del dialetto toscano, che arricchiscono il linguaggio poetico.
- Classicità e modernità : Pur utilizzando forme metriche tradizionali, Carducci introduce elementi innovativi, come il dialogo con la natura e la fusione di toni lirici e riflessivi.
Significato complessivo
Davanti San Guido è un inno alla memoria e alla nostalgia, ma anche una riflessione sulla condizione umana. Attraverso il dialogo con i cipressi e l’evocazione della nonna Lucia, Carducci esplora il rapporto tra passato e presente, tra natura e uomo, tra gioia e dolore. La poesia è un invito a trovare pace nei ricordi e nella bellezza del mondo, pur accettando le difficoltà della vita adulta.
Citazione conclusiva
Una delle frasi più emblematiche della poesia è:
“Vedi come pacato e azzurro è il mare, / Come ridente a lui discende il sol!”
Questa immagine di serenità rappresenta l’ideale carducciano di armonia tra uomo e natura, nonché la ricerca di un momento di quiete interiore. 😊
📜 Schema sintetico di studio su Giosuè Carducci
Davanti san Guido di Giosuè Carducci
Prof. Luigi Gaudio
Vita di Giosuè Carducci
Giosuè Carducci nasce nel 27 luglio 1835 a Valdicastello nei pressi di Lucca. Frequenta Bolgheri e Castagneto.
Divenne professore di Letteratura Italiana a Bologna nel 1860
Ebbe il Premio Nobel per la letteratura nel 1906
Morì a Bologna il 16 febbraio 1907
La poetica e le tematiche
Rievocazione storica di alcuni periodi del passato (il mondo greco e romano, i Comuni medievali)
Affetti privati, che emergono in alcune fra le più belle poesie di Carducci (Pianto antico, Funere mersit acerbo, ecc…)
Egli arriverà, sul piano stilistico, ad adattare la metrica greca alla poesia italiana, con esiti innovativi e importanti per lo svecchiamento della tradizione letteraria italiana.
Odi barbare
Poesie non in rima
Metrica “barbara” : effetto innovativo
Parnassianesimo
Rime nuove
Poesie in rima (metri tradizionali). La prima poesia della raccolta si chiama infatti “Alla rima”
Contenuto:
la letteratura
la storia
l’Ellade
la giovinezza
gli affetti familiari
i luoghi che suscitano ricordi (appunto Davanti san Guido )
Davanti san Guido di Giosuè Carducci
I cipressi che a Bólgheri alti e schietti
Van da San Guido in duplice filar,
Quasi in corsa giganti giovinetti
Mi balzarono incontro e mi guardâr. 4
Mi riconobbero, e – Ben torni omai –
Bisbigliaron vèr’ me co ‘l capo chino –
Perché non scendi? Perché non ristai?
Fresca è la sera e a te noto il cammino. 8
Oh sièditi a le nostre ombre odorate
Ove soffia dal mare il maestrale:
Ira non ti serbiam de le sassate
Tue d’una volta: oh, non facean già male!
Nidi portiamo ancor di rusignoli:
Deh perché fuggi rapido cosí?
Le passere la sera intreccian voli
A noi d’intorno ancora. Oh resta qui! – 16
Intesi allora che i cipressi e il sole
Una gentil pietade avean di me,
E presto il mormorio si fe’ parole:
– Ben lo sappiamo: un pover uom tu se’.
Ben lo sappiamo, e il vento ce lo disse
Che rapisce de gli uomini i sospir,
Come dentro al tuo petto eterne risse
Ardon che tu né sai né puoi lenir. 40
A le querce ed a noi qui puoi contare
L’umana tua tristezza e il vostro duol.
Vedi come pacato e azzurro è il mare,
Come ridente a lui discende il sol! 44
E come questo occaso è pien di voli,
Com’è allegro de’ passeri il garrire!
A notte canteranno i rusignoli:
Rimanti, e i rei fantasmi oh non seguire;
Ed io – Lontano, oltre Apennin, m’aspetta
La Titti – rispondea – ; lasciatem’ ire.
E’la Titti come una passeretta,
Ma non ha penne per il suo vestire. 68
E mangia altro che bacche di cipresso;
Né io sono per anche un manzoniano
Che tiri quattro paghe per il lesso.
Addio cipressi! addio, dolce mio piano! –
– Che vuoi che diciam dunque al cimitero
Dove la nonna tua sepolta sta? –
E fuggíano, e pareano un corteo nero
Che brontolando in fretta in fretta va. 76
Di cima al poggio allor, dal cimitero,
Giú de’ cipressi per la verde via,
Alta, solenne, vestita di nero
Parvemi riveder nonna Lucia; 80
Sette fiasche di lacrime ho colmate,
Sette lunghi anni, di lacrime amare:
Tu dormi a le mie grida disperate,
E il gallo canta, e non ti vuoi svegliare. –
Deh come bella, o nonna, e come vera
E’la novella ancor! Proprio cosí.
E quello che cercai mattina e sera
Tanti e tanti anni in vano, è forse qui,
Sotto questi cipressi, ove non spero
Ove non penso di posarmi piú:
Forse, nonna, è nel vostro cimitero
Tra quegli altri cipressi ermo là su. 108