Il gelsomino notturno di Pascoli
28 Dicembre 2019Dante Paradiso XXXIII vv. 67-145
28 Dicembre 2019Negli epigrammi sui medici, Marziale si fa portavoce dei pregiudizi del popolo latino su una categoria professionale che si era imposta negli ultimi secoli, ma contro la quale si scagliava un preconcetto, dovuto in parte anche all’origine per lo più straniera di questi dottori.
Uno dei più famosi epigrammi è proprio quello che riguarda Diaulo, un medico trasformato in becchino. Marziale aveva un atteggiamento molto critico e sarcastico verso la medicina e i medici del suo tempo, e attraverso una serie di epigrammi ci fornisce un quadro della sua sfiducia nei confronti di questa professione, trattata con l’ironia tipica della sua opera.
Epigramma su Diaulo
Uno degli epigrammi più celebri è il seguente:
Testo latino:
Nuper erat medicus, nunc est vespillo Diaulus:
quod vespillo facit, fecerat et medicus.
Traduzione in italiano:
“Dio Diaulo era recentemente un medico,
ora è un becchino:
quello che fa da becchino,
lo faceva già da medico.”
Analisi dell’epigramma
Questo epigramma è una satira fulminante e pungente che denuncia il presunto fallimento della medicina dell’epoca e l’incapacità (o peggio, la pericolosità) dei medici. Diaulo è passato dall’essere medico a essere un vespillo, cioè un becchino, ma Marziale sottolinea che il suo mestiere non è poi cambiato molto: anche quando era medico, in pratica “uccideva” i pazienti.
- L’ironia del cambiamento di mestiere: L’epigramma è costruito su un gioco di parole che ironizza sul cambiamento di professione di Diaulo. La transizione da medico a becchino non è vista come un vero cambiamento: nella visione sarcastica di Marziale, i medici dell’epoca non curavano realmente i pazienti, ma contribuivano alla loro morte.
- Critica della medicina: Marziale, in molti epigrammi, esprime la sua sfiducia verso la medicina. Non solo critica l’incapacità dei medici, ma li presenta come figure quasi grottesche, più interessate al guadagno che alla salute dei pazienti. In questo caso, la professione di becchino è vista come una naturale evoluzione della carriera di un medico che non salva vite.
- Humor macabro: L’ironia di Marziale è intrisa di un humor nero. L’idea che un medico uccida i suoi pazienti e poi, diventato becchino, continui a occuparsi di loro da morti, evidenzia una visione cupa e satirica della medicina, ma anche della società romana, che Marziale non esita a criticare.
Epigrammi su altri medici
Marziale ha scritto diversi epigrammi sui medici, ciascuno dei quali offre uno spunto critico o ironico. La medicina nel mondo antico era spesso una pratica approssimativa, e l’ironia di Marziale è rivolta proprio alla scarsa efficacia o alle pretese esagerate dei medici.
1. Epigramma su Hermocrate
Testo latino:
Hermocrates vitam nulli concedit in urbe.
Miror: habet medicus tam bona quod faciat.
Traduzione:
“Hermocrate non concede la vita a nessuno in città.
Mi stupisco: eppure è un medico così bravo.”
In questo epigramma, Marziale critica l’incapacità di un altro medico, Hermocrate, di salvare vite umane. Anche qui il paradosso è evidente: nonostante Hermocrate sia un medico, nessuno sopravvive sotto le sue cure. È un altro esempio del gioco tra aspettative e realtà che caratterizza molti degli epigrammi di Marziale.
2. Epigramma su Diodoro
Gli epigrammi di Marziale riguardanti i medici, come accennato, mostrano il suo tagliente umorismo e la sua sfiducia nei confronti della professione medica.
È il caso di Diodoro, protagonista di un epigramma di Marziale. giuntoci in modo incompleto e lacunoso.
Comunque, sebbene il testo sia frammentario o non ben definito, ricalca lo schema generale dei suoi epigrammi sui medici.
In base a questo modello satirico, i medici sono incapaci di guarire e finiscono per fare più danni che benefici.
Ad esempio, Marziale prende spesso di mira l’incapacità di medici famosi che, nonostante la loro presunta abilità, non riescono a salvare i pazienti.
Diodoro, come altri medici satirizzati da Marziale, diventa il simbolo di una professione che promette guarigione, ma che spesso, secondo l’autore, porta solo morte.
3. Epigramma su Symmachus
Uno degli epigrammi più celebri di Marziale sui medici riguarda Symmachus, e contiene un umorismo particolarmente macabro. Ecco l’epigramma:
Testo latino:
Languebam: sed tu comitatus protinus ad me
venisti centum, Symmache, discipulis.
Centum me tetigere manus Aquilone gelatae;
non habui febrem, Symmache, nunc habeo.
Traduzione:
“Ero malato, ma tu sei venuto subito da me,
accompagnato da cento dei tuoi discepoli, Symmaco.
Cento mani mi hanno toccato, gelide come il vento del nord:
non avevo la febbre, Symmaco, ora ce l’ho.”
Analisi dell’epigramma
Qui, Marziale ironizza sulla pratica dei medici di visitare i pazienti accompagnati da un grande numero di assistenti, come faceva Symmachus. Questo potrebbe far pensare alla grande importanza del medico, ma Marziale ribalta la situazione: il contatto con tutte queste mani fredde ha peggiorato la condizione del paziente.
- Critica alla teatralità dei medici: Il numero dei discepoli che accompagnano il medico rappresenta una forma di esibizionismo, un modo per dimostrare l’importanza e la fama del medico. Tuttavia, Marziale fa capire che tutto questo è inutile e addirittura dannoso.
- L’umorismo macabro: L’epigramma si conclude con un paradosso divertente: il paziente non aveva la febbre, ma dopo la visita del medico e del suo seguito di assistenti, si ritrova a star peggio. L’umorismo è legato al ribaltamento delle aspettative: invece di guarire, il medico peggiora la situazione del paziente.
- La critica sociale: Dietro l’ironia, c’è una critica alla professione medica del tempo, che Marziale descrive come esagerata e inefficace. Questo epigramma ridicolizza l’approccio sovrabbondante e spettacolare della medicina romana, più interessata alla forma che alla sostanza.
4. Altri Epigrammi su Medici
Marziale non risparmia i medici, dedicando loro diversi epigrammi in cui li ridicolizza per la loro incompetenza. Un altro epigramma notevole riguarda Thessalus, in cui l’autore gioca nuovamente sulla scarsa efficacia delle cure mediche:
Testo latino:
Thessalus iste quid est? subito qui me docet esse
totum hominem febres aegrotasse malas.
Traduzione:
“Chi è questo Thessalus? Che subito mi dice
che tutta la mia malattia era causata da febbri cattive.”
Analisi
In questo epigramma, Marziale sottolinea l’arroganza e la pretenziosità di molti medici, che pretendono di sapere tutto e di avere spiegazioni per qualsiasi malanno. Thessalus, che era un medico molto famoso dell’epoca, viene qui ridicolizzato perché sembra attribuire ogni male a generiche “febbri cattive”. Questo modo semplicistico di spiegare la malattia è una critica ai medici che non comprendono veramente la natura dei disturbi, ma che cercano di dare una spiegazione autorevole anche quando non ce n’è.
Conclusione
Gli epigrammi di Marziale sui medici sono esempi eccellenti del suo talento nell’usare l’ironia e il sarcasmo per commentare la realtà sociale e professionale del suo tempo. La sua critica ai medici non è solo una condanna dell’incompetenza medica, ma una riflessione più ampia sulla superficialità e l’ipocrisia di certe professioni che, nonostante il loro fallimento, mantengono un’aura di autorità.
La figura del medico, che dovrebbe essere sinonimo di cura e guarigione, diventa invece un personaggio tragico e comico allo stesso tempo, spesso capace solo di accelerare il destino che dovrebbero scongiurare. Marziale, con il suo stile tagliente e conciso, riesce a condensare questa riflessione in pochi versi, usando il paradosso e il gioco di parole per creare un umorismo che ancora oggi risulta attuale e divertente.