Verbi della terza coniugazione
27 Gennaio 2019Maurizio Zini
27 Gennaio 2019dalla Storia romana
di Carlo Zacco
4.11. Diocleziano
Fine dell«Anarchia». La cosiddetta «anarchia militare» ebbe fine nel 284, quando prese potere un certo Diocleziano, un generale dalmata di umilissime origine, che tuttavia riuscì a ripristinare l’unità dell’Impero e a difendere efficacemente i confini. Fu infatti autore della più grande riforma amministrativa che l’Impero conobbe fino ad allora. Il problema più grave era quello dell’estrema instabilità del potere imperiale: bisognava fare in modo che il potere imperiale non fosse più alla mercé esclusiva delle legioni, e per questo Diocleziano operò in due direzioni: una riforma dell’esercito; una riforma amministrativa.
La riforma dell’esercito. Innanzitutto bisognava limitare al minimo la possibilità di ribellioni delle legioni. Diocleziano riorganizzò completamente l’esercito:
1) Diminuì drasticamente il numero di soldati presenti in ogni legione, e contemporaneamente aumentò il numero delle legioni stesse, in modo tale che ogni comandante non disponesse di grandi masse di soldati coi quali poter imporre il proprio potere e deporre l’Imperatore in carica;
1) Divise l’esercito in due parti:
a) I limitanei, cioè i soldati di frontiera, collocati stabilmente al di là del limes, col compito di pattugliare le frontiere;
b) Il comitatus, cioè le tradizionali truppe di combattimento, poste sotto il diretto controllo dell’Imperatore;
In generale comunque il numero totale dei soldati aumentò, con le solite conseguenze negative a livello economico e demografico (i soldati non producevano, e toglievano braccia all’agricoltura).
Riforma amministrativa. Dal punto di vista amministrativo il territorio fu diviso in un complesso sistema di circoscrizioni:
1) 101 Province: L’impero fu suddiviso in 101 province, che erano poi le vecchie province storiche formatesi nei secoli, ma ridotte di dimensioni, per evitare addensamenti di potere. In Italia erano dieci.
2) 12 Diocesi: Le diverse province erano (in numero variabile) raggruppate in 12 Diocesi, controllate da altrettanti Vicarii. In Italia ce n’erano due: Italia annonaria, Italia suburbicaria. L’Italia perdeva il suo prestigio, e veniva così equiparata a tutte le altre parti;
3) 4 Prefetture: le 12 Diocesi inoltre erano a loro volta raggruppate in quattro 4 Prefetture, Gallia, Italia-Africa, Illirico, Oriente, amministrate ciascuna da un Prefetto del Pretorio.
La Tetrarchia. Inoltre Diocleziano riorganizzò completamente l’ordinamento dello Stato: spartì il potere con persone di sua fiducia, e diede luogo ad un nuovo sistema chiamato Tetrarchia:
– Il secondo Imperatore. Come prima cosa divise i poteri con un collega scelto da lui, un certo Massimiano, che si sarebbe occupato dell’Occidente, mentre Diocleziano avrebbe gestito l’Oriente; Diocleziano e Massimiano assunsero il titolo di Augusti(i due augusti);
– Successione. Inoltre vennero stabilite le nuove regole di successione: i due Augusti, mentre erano ancora in carica avrebbero dovuto nominare due collaboratori, i quali sarebbero stati i loso successori futuri. Questi collaboratori erano detti Cesari. Alla morte degli Augusti, i Cesari sarebbero subentrati, divenendo Augusti a loro volta, e nominando altri due Cesari e così via.
– I Cesari. Diocleziano scelse come Cesare Galerio; Massimiano scelse Costanzo Cloro. Tutti e quattro avevano dignità imperiale, ma il primo Augusto, cioè Diocleziano, aveva di fatto l’autorità suprema.
– Le capitali. Furono scelte quattro capitali per l’Impero, tutte vicine a zone di confine, ed ogni tetrarca si insediò in una di esse:
a) Diocleziano a Nicomedia, sul mar di Marmara;
b) Galerio a Sirmio (sul Danubio, attuale Serbia), sempre in oriente;
c) Massimiano a Milano, parte occidentale;
d) Costanzo Cloro a Treviri (Germania) vicino al Limes.
Riforma fiscale. Applicò alla popolazione delle imposte in natura per il mantenimento dell’esercito, ad esempio l’Italia Settentrionale è detta ‘Annonaria per questo.
1) Nel 302 fu emanato leditto dei prezzi, un calmiere che fissava il prezzo massimo di qualunque prodotto in commercio.
2) Ridusse il tempo di indictus da 15 a 5 anni, cioè il periodo tra un censimento e l’altro in cui si stabiliva quale dovesse essere il gettito fiscale;
3) istituì la capitatio-iugatio, un doppio sistema di tassazione delle persone fisiche (capitatio: ) e delle rendite fondiarie (iugatio). A una data estensione di terra (iugum) doveva corrispondere un contadino da tassare (caput), e quando questo moriva, l’onere passava al figlio, che era obbligato a coltivare il fondo del padre.
Il poche parole creò un sistema fiscale opprimente, a cui tutti naturalmente cercavano di sottrarsi. Per fare in modo che i contadini non fuggissero, vennero varate leggi che vietavano loro di lasciare la propria regione. La società divenne più statica.
Persecuzioni cristiane. Il potere dell’Imperatore era diventato praticamente assoluto, e fu oggetto di un culto quasi religioso. La diffusione del cristianesimo divenne un problema. Diocleziano prese provvedimenti anche contro i cristiani, che a partire dal 303 d.C. venne estromessi dai pubblici uffici e dall’esercito. Molte chiese vennero chiuse o distrutte.
Successione di Diocleziano. Nel 305 d.C. Diocleziano abdicò, ancora giovane, per verificare e garantire il buon funzionamento della Tetrarchia. Impose a Massimiano di ritirarsi a sua volta, e questi, anche se controvoglia, lo fece. I due Cesari Galerio e Costanzo Cloro divennero Augusti, e nominarono i due nuovi successori.
– Fallimento del sistema. Il sistema però collassò quasi subito: a un certo punto, infatti, Costanzo Cloro muore, e Massimiano ritorna in campo per riprendersi il potere che aveva lasciato, ma viene osteggiato e combattuto e vinto da Costantino, figlio di Costanzo Cloro, che rivendica il potere del padre.