DIVINA COMMEDIA – PARADISO – CANTO XXXIII
14 Giugno 2015DIVINA COMMEDIA – PARADISO – CANTO XXVI
14 Giugno 2015CANTO XXX (canto sulla luce e sulla visione)
Dal Primo Mobile si entra nell’Empireo
Incontri:
Riassunto e tematiche:
– Similitudine: come al mattino scompaiono le stelle così scompaiono i nove cerchi dei cori angelici
– Si rivolge a Beatrice: tutto quello che fin’ora ha detto per celebrarla è insufficiente per descriverla adeguatamente » la sua bellezza è tale che solo il suo creatore avrebbe potuto goderne appieno
» qui raggiunge il terzo livello della vista, e vede Beatrice dal punto di vista di Dio, cioè per il suo destino
» Beatrice gli dice che sono usciti dal Primo Mobile e sono entrati nell’Empireo
» improvvisamente una luce avvolge e abbaglia Dante » Beatrice lo rassicura: l’amore divino accoglie
sempre così chi arriva in quel cielo, per potenziare la sua vista
» il poeta si accorge di aver acquistato una nuova capacità visiva: può sostenere qualsiasi luce
» Dante vede un fiume di luce che scorre tra due rive fiorite » per descrivercelo usa delle immagini
– Beatrice invita Dante a bere l’acqua del fiume per saziare la sua sete di conoscere ciò che vede
» Dante sfiora con le palpebre la luce come se bevesse con gli occhi quell’acqua
» il corso del fiume si trasforma in un lago rotondo e i fiori si rivelano essere le due corti del cielo: gli
angeli e i beati » Dante chiede la capacità di rappresentare ciò che ha visto con un’invocazione a Dio
– Il lago di luce si allarga sempre di più, dopo aver preso forma circolare
» forma uno specchio dove si riflettono le anime dei beati disposte in più di mille gradini disposte in modo
tale da formare una rosa (simbolo della Madonna, dell’amore e della purezza) » vede intellettualmente
» Beatrice conduce Dante al centro della rosa e indica i pochi posti vuoti: ne è destinato Arrigo VII
– NB: l’empireo non è descritto in termini euclidei: manca il tempo, spazio, non c’è un quando né dove
» non essendoci il tempo non è concepibile neanche il concetto di storia
» l’empireo è luce intellettuale piena d’amore, è esperienza di amore e conoscenza trapassata da una letizia
che trascende ogni esperienza di dolcezza che ci possiamo immaginare
» apprendere = aderire a qualcosa » per Dante la conoscenza è affettiva, parte dall’attaccarsi a qualcosa
» è come un punto geometrico: non ha dimensioni
» è un cielo di pura luce = di pura conoscenza di Dio e della creatura
– Il canto è diviso in tre parti
1. sparisce la sua capacità visiva
2. descrizione della bellezza di Beatrice verso cui sono inutili anche analogie, immagini e similitudini
3. usa delle immagini per descriverci la sua visione
– Umbriferi prefazi del vero = definizione di segno per Dante = una cosa che è profezia di un’altra cosa
» prefazio = che parla prima; umbrifero = apax logomenon
» è strumento necessario affinché l’uomo possa essere introdotto alla conoscenza del vero, non è malvagio
» il segno porta in sé un’ombra, non è piena luce di conoscenza
» l’arte è umbrifero prefazio
» Dante con queste parole esprime una tenerezza verso il valore del segno: la debolezza non è obiezione
– Per Dante ci sono tre significati del verbo “vedere”
1. vedere dei sensi: percepire con i sensi il dato naturale, il dato materiale (1° passo della conoscenza)
2. vedere intellettuale: capire il senso di ciò che vedo » sapere cos’è e a che cosa serve
3. visione spirituale: visione della realtà dal punto di vista del suo significato ultimo » è il contenuto di questo canto » Dante è introdotto a guardare le cose dal punto di vista di Dio, del paradiso
» Dante vede le cose nell’empireo a tutti questi livelli e le contempla nel loro destino
– Tema dell’ineffabilità della parola
1. canto I, pag 15 » c’è una sproporzione tra esperienza e linguaggio
2. canto XIII, pag 240
3. canto XV, pag 275 » (con Cacciaguida) capisce in cosa consiste il limite umano a conoscere
» c’è una sproporzione tra quello che desideriamo e gli strumenti che abbiamo, la
possibilità di farne esperienza non è sufficiente » tra desiderio di dire e
possibilità di esprimere c’è una forte disuguaglianza
4. canto XXX » della bellezza dei beati può godere solamente Dio