
La morte e l’indifferenza
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4 Giugno 2016“Hai mai scritto un libro?” – “No” . E invece sbagliavi, caro Savino, a dirmi così, uno degli ultimi tuoi mesi di vita. In realtà ne avevi scritto ben più di uno. Hai sempre conservato con cura le tue omelie, le tue riflessioni, i tuoi articoli e la corrispondenza con gli amici. Così raccogliere e pubblicare questo materiale è stato un po’ come ripercorrere gli anni trascorsi nelle varie comunità in cui hai operato. Oltretutto, nella diversità dei contributi e delle situazioni, si può osservare come un filo che tiene unito il discorso: per te tutto era questione di rapporto. Ciò che rende unica l’esperienza cristiana è proprio un incontro. Non è un discorso, ma una vita. Per questo il titolo di questo libro lo hai scelto tu, ponendo sempre l’accento sull’abbraccio di Cristo, che non è qualcosa di mistico o ascetico, ma è l’amicizia di chi condivide con te un percorso di comunione, un pezzo di strada.
Tu leggevi, e leggevi molto. Spesso, poi, lasciavi degli appunti e dei commenti sui libri che stavi leggendo, o su quadernetti a parte, oppure su fogli che si trovano dentro gli stessi libri. Lo hai fatto fino agli ultimi giorni, quando stavi leggendo un libro e annotavi le tue riflessioni su un quadernetto. Però non volevi essere uno scrittore. Certo, perché quelle letture non erano fini a se stesse, ma ti davano lo spunto per vivere più intensamente i rapporti quotidiani con la gente, per guardare più a fondo chi ti stava vicino, o chi ti incontrava, nel tentativo di andare all’essenza di me, e di te.
Se questo libro aiutasse anche solo una persona a smuovere il desiderio profondo, sopito in fondo al cuore, la nostra fatica di raccogliere il tuo insegnamento avrebbe un senso.
Luigi Gaudio
(In Cammino – giugno 2016)