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Traccia di una prova scritta per Concorso dirigenti Scolastici
Traccia: Cosa fare se i genitori di uno studente di un istituto di istruzione secondaria di secondo grado inviano una lettera di diffida al Dirigente Scolastico (DS) poiché lamentano la non ammissione alla classe successiva del proprio figlio?
Svolgimento della Traccia
Quando un Dirigente Scolastico (DS) riceve una lettera di diffida da parte dei genitori di uno studente che non è stato ammesso alla classe successiva, è necessario gestire la situazione con estrema attenzione, rispettando il quadro normativo, il ruolo degli organi collegiali e i diritti delle parti coinvolte.
1. Analisi preliminare del contesto giuridico
In primo luogo, la non ammissione alla classe successiva è un atto collegiale, derivante dalla valutazione del Consiglio di Classe. Secondo l’art. 4 del DPR 122/2009, il Consiglio di Classe ha la piena competenza nel valutare il percorso scolastico dello studente e decidere in merito all’ammissione o non ammissione sulla base degli esiti di apprendimento e delle competenze acquisite. Tali decisioni devono essere adottate nel rispetto del principio di trasparenza e di equità.
L’atto formale di valutazione finale si basa sull’applicazione dei criteri deliberati dal Collegio dei Docenti, nel rispetto della normativa vigente, come disposto dall’art. 3 del D.lgs. 62/2017, che disciplina le modalità di valutazione e ammissione negli istituti scolastici.
2. Risposta formale alla diffida
Il DS, una volta ricevuta la lettera di diffida, è tenuto a rispondere per iscritto ai genitori in tempi brevi, rispettando le regole di comunicazione istituzionale. La risposta dovrà essere articolata in modo chiaro e professionale, ribadendo che la non ammissione è una decisione del Consiglio di Classe, adottata sulla base della normativa vigente e dei criteri stabiliti dal Collegio dei Docenti. È essenziale spiegare che la valutazione scolastica è frutto di un processo collegiale e non di una decisione unilaterale del DS.
3. Verifica della regolarità del processo di valutazione
Il DS, in quanto garante del corretto funzionamento dell’istituzione scolastica, deve procedere a verificare che tutte le procedure relative alla valutazione siano state condotte correttamente. Tale verifica include la coerenza tra i criteri di valutazione adottati e il Piano Triennale dell’Offerta Formativa (PTOF), la conformità del verbale del Consiglio di Classe e il rispetto delle norme procedurali. Se emergono irregolarità o errori nella conduzione del processo, sarà dovere del DS convocare il Consiglio di Classe per una nuova valutazione.
4. Comunicazione trasparente con le famiglie
In questo tipo di contesti, è di primaria importanza mantenere una linea di comunicazione aperta e trasparente con la famiglia, invitando eventualmente i genitori a un colloquio per fornire ulteriori chiarimenti. È opportuno illustrare nel dettaglio i criteri di valutazione adottati dal Consiglio di Classe e fornire un quadro completo delle ragioni alla base della non ammissione.
5. Ricorsi e strumenti di tutela
I genitori possono contestare la decisione del Consiglio di Classe mediante ricorso al TAR (Tribunale Amministrativo Regionale) o, in alternativa, ricorrere al Consiglio di Stato. Tuttavia, è importante ricordare che le sentenze giurisprudenziali tendono a riconoscere l’autonomia delle scuole in materia di valutazione degli studenti, salvo situazioni in cui si riscontri un vizio di forma o violazione di legge. Infatti, in ambito scolastico, il giudice amministrativo si limita a verificare la legittimità delle procedure e non entra nel merito delle valutazioni didattiche, le quali restano di competenza esclusiva del Consiglio di Classe.
6. Tutela del DS
Infine, il DS deve assicurarsi di essere tutelato legalmente in questo tipo di controversie, consultando l’Ufficio Scolastico Regionale (USR) e, se necessario, richiedendo il supporto dell’ufficio legale dell’amministrazione scolastica per garantire una corretta gestione della procedura e delle comunicazioni.
7. Conclusione
In conclusione, il DS deve affrontare la lettera di diffida con un atteggiamento professionale e trasparente, rispettando le norme procedurali e garantendo il diritto della famiglia ad ottenere una risposta chiara. Allo stesso tempo, deve tutelare l’autonomia decisionale del Consiglio di Classe, facendo attenzione che il processo di valutazione sia stato regolare e legittimo. Il dialogo con la famiglia, unito al rispetto del quadro normativo, permette di gestire situazioni delicate come questa evitando l’escalation del conflitto.
Audio Lezioni sulla Pedagogia e organizzazione della scuola del prof. Gaudio