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Ondina Peteani, diciassette anni, fazzoletto rosso al collo, sguardo aperto, sorriso accecante, entusiasmo contagioso. Ondina Peteani, diciassette anni, operaia, prima staffetta partigiana d’Italia, combattente della Brigata Proletaria sul Carso, deportata ad Auschwitz nel 1944. Ondina Peteani, diciassette anni, è la protagonista di E’ bello vivere liberi, spettacolo di Marta Cuscunà, tratto dall’omonima biografia scritta dalla storica Anna Di Gianantonio, vincitore del Premio Scenario per Ustica nel 2009 e andato in scena venerdì scorso al Teatro San Teodoro di Cantù
Una prova attoriale superba e intensa, quella della Cuscunà, che ha incantato e rapito il numeroso pubblico presente, un lungo monologo mai noioso, mai prevedibile, ricco allo stesso tempo di ironia, gioia e disperazione, capace di mantenere viva l’attenzione, perché ricco di personaggi, ognuno caratterizzato da elementi unici, impossibili da confondere. L’utilizzo di diversi registri vocali e linguistici, il passaggio fluido e continuo dalla prima alla terza persona, la gestualità e la mimica hanno dato l’impressione che l’attrice non fosse da sola sul palco, ma che tutti i protagonisti della vicenda fossero realmente presenti accanto a lei
Grande fonte di stupore generale è stata l’introduzione, nella narrazione, di cinque burattini e un pupazzo, che hanno preso vita tra le sapienti mani della Cuscunà, regalando un’emozione sospesa, giocata tra realtà feroce e fantasia leggera, tra scenari ispirati sia alla solare tradizione popolare, sia allo stile noir tipicamente timburtoniano”. E’ bello vivere liberi è uno spettacolo maturo e indispensabile, che aiuta a mantenere salda la memoria storica del nostro Paese e parla di libertà necessaria, di felicità incontenibile, di entusiasta resistenza, di unadolescenza forte e piena, vissuta tra gli orrori della guerra, la paura e il sacrificio, che però non hanno scalfito la consapevolezza di sé e dei propri ideali, perseguiti fino all’ultimo, con coraggio e abnegazione.
(Fotografie di Eleonora Pafundo)