Cari docenti, vogliamo smetterla di fare i retrogradi? – di Luigi Gaudio
27 Marzo 2011Certificare le competenze … in Svizzera – di Luigi Gaudio
30 Marzo 2011“Quando mi è stato chiesto per la prima vola di presentare il festival di Sanremo ho pensato a due cose, immediatamente. La prima è stata la mia professoressa di filosofia, perché io a scuola ero un asino, non studiavo mai e lei ogni volta che mi interrogava mi prendeva in giro. Io volevo fare l’attore da ragazzino e mi diceva: «Venga Bizzarri alla lavagna che vuol far l’attore». Ecco volevo dire alla mia professoressa di filosofia che sto presentando il festival di Sanremo” , messaggio concluso da un eloquente gesto del braccio.
Si tratta di uno dei tanti, emblematici esempi che mostrano come la scuola eluda il mandato ricevuto. Questo si sostanzia nella «progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati .. alle caratteristiche specifiche dei soggetti». [DPR 275/99]; norma del tutto coerente con la finalità del sistema scuola che ha il compito di «promuovere l’apprendimento .. per raggiungere elevati livelli culturali e sviluppare le capacità e le competenze, attraverso conoscenze e abilità, generali e specifiche, coerenti con le attitudini e le scelte personali» [legge n°53/2003].
L'apprendimento è un processo volto alla promozione di capacità
che il corpo docente, razionalmente, devono governare
L'apprendimento non si insegna ... l'apprendimento si promuove
L'apprendimento è inversamente proporzionale allo spazio
riservato alle parole del docente nell'attività di classe
I nuovi regolamenti di riordino danno consistenza ai tre enunciati. Essi affermano che la progettazione dell’insegnamento è da fondare su: “L’uso costante del laboratorio nell’insegnamento delle discipline scientifiche” [licei]; “metodologie finalizzate a valorizzare il metodo scientifico e il pensiero operativo” ; [ist. tecnici]; “la valorizzare di stili d’apprendimento induttivi” [ist. professionali]. Il DPR, inoltre, affermando che “lo studio delle discipline deve essere caratterizzato da una prospettiva sistematica, storica e critica” e che gli studenti devono “praticare i metodi di indagine propri dei diversi ambiti disciplinari” [regolamento licei], innova il tradizionale concetto di disciplina. Esso non sarà più ancorato a quanto depositato nei sacri testi ma dovrà essere sostituto da un’immagine dinamica che evolve a partire dagli specifici problemi che lo specialista nel tempo ha affrontato, prosegue con la focalizzazione dei procedimenti utilizzati per la risoluzione delle questioni poste, per giungere alla formalizzazione e alla sistematizzazione degli argomenti che hanno dato risposta agli interrogativi iniziali. La nuova conoscenza sarà il trampolino di lancio verso nuove ricerche.
Una metafora rinforza il concetto espresso: le discipline sono dei folletti che saltellano per il mondo e le conoscenze sono le loro tracce. Il loro spirito vitale risiede nell’energia, nella curiosità, nella determinazione e nella vivacità del loro carattere. Quale meraviglia manifestano quando percepiscono nuovi problemi, quanta attenzione dimostrano quando ne circoscrivono l’ambito. E che dire della precisione che esibiscono quando scavano per trovare la soluzione e dei trilli di gioia che accompagnano la cattura di nuove questioni.
La ricaduta sull’attività di classe di questa visione può essere apprezzata se si considera che gli studenti, coinvolti nella ricerca della soluzione di uno specifico problema disciplinare, agiscono sorretti da un’autentica, intrinseca motivazione. Non meno importante è la considerazione che, quando uno persona applica metodi disciplinari, esibisce comportamenti produttivi, espressione di competenze: la finalità istituzionale.
Questo l’ambito entro cui nasce il problema della promozione delle eccellenze, definito dal ministro nell’art. 1 del D.M. 27/7/2010: «Per l’anno scolastico 2010/2011, è definito il programma nazionale di promozione delle eccellenze, come riportato nell’allegata tabella A, contenente i diversi ambiti disciplinari dei percorsi di istruzione secondaria superiore, le competizioni nazionali e internazionali, nonché olimpiadi e certami, ed i rispettivi soggetti proponenti, interni ed esterni all’Amministrazione scolastica, al fine di riconoscere i risultati elevati raggiunti dagli studenti delle relative scuole statali e paritarie». La tabella A elenca le gare, divise per macro-settori, a cui gli studenti possono accedere per mostrare le proprie qualità, quali ad esempio la capacità di “guardare al futuro” , “progettare” , essere innovativi, interpretare” …
Si tratta di un’impostazione priva di fondamento logico-professionale. La norma non tende, come dichiarato, a promuovere l’eccellenza ma si limita a ricercarla. La strategia proposta per la sua identificazione, inoltre, delega a terzi la specificazione sia dei caratteri delle “eccellenze” , sia dei criteri per la loro misurazione. Fatto ancora più sorprendente è il rifuggire le responsabilità connesse all’ideazione di dispositivi atti a riportare la didattica e il governo dei processi di apprendimento nell’alveo istituzionale: siamo di fronte a un’abdicazione.
Enrico Maranzana