La civiltà egizia, sviluppatasi lungo il Nilo per oltre 3000 anni, è nota per il suo profondo culto dei morti, basato sulla credenza in un’aldilà in cui l’anima continuava a vivere dopo la morte.
Questa fede ha influenzato fortemente la loro società, l’arte e l’architettura.
1. La concezione dell’aldilà
Gli Egizi credevano che l’essere umano fosse composto da più elementi, tra cui:
- Il corpo (Khat): la parte fisica che doveva essere conservata per l’eternità.
- Il Ba: una sorta di “anima” che manteneva l’individualità della persona.
- Il Ka: una forza vitale che aveva bisogno di nutrimento dopo la morte.
- L’Akh: lo spirito trasfigurato che poteva unirsi agli dei.
Dopo la morte, l’anima affrontava un viaggio nel Duat (l’oltretomba), durante il quale veniva giudicata.
2. Il Giudizio di Osiride
Secondo la religione egizia, il defunto doveva affrontare il giudizio di Osiride, il dio dei morti.
- Il cuore del defunto veniva pesato su una bilancia contro la piuma di Maat, simbolo della verità e della giustizia.
- Se il cuore era puro e leggero, l’anima poteva accedere ai Campi di Iaru, un paradiso dove il defunto conduceva una vita simile a quella terrena.
- Se il cuore era pesante per le colpe commesse, veniva divorato dalla terribile Ammit, un mostro con testa di coccodrillo, corpo di leone e zampe di ippopotamo, e l’anima veniva distrutta.
3. La mummificazione: conservare il corpo per l’eternità
Gli Egizi svilupparono tecniche di mummificazione per preservare il corpo, poiché credevano che l’anima avesse bisogno di riconoscerlo per sopravvivere. Il processo prevedeva:
- Estrazione degli organi (cervello rimosso con un uncino, visceri conservati in vasi canopi).
- Essiccazione del corpo con natron (una sostanza simile al sale).
- Bendaggio con tessuti impregnati di resine profumate.
- Deposizione nel sarcofago con oggetti personali, amuleti e il “Libro dei Morti”, una raccolta di formule per aiutare il defunto nell’aldilà.
4. Le tombe e le necropoli
Le tombe erano considerate dimore eterne e venivano costruite con grande cura. I tipi principali erano:
- Mastabe: tombe a forma di piramide tronca usate dai nobili nell’Antico Regno.
- Piramidi: imponenti tombe reali (come quelle di Giza, costruite per faraoni come Cheope, Chefren e Micerino).
- Ipogei: tombe scavate nella roccia, come quelle della Valle dei Re, usate nel Nuovo Regno (es. la tomba di Tutankhamon).
5. Il culto dei morti e le offerte
Il culto dei morti era essenziale: i parenti offrivano cibo, bevande e oggetti per garantire la sopravvivenza del defunto nell’aldilà. Nei templi funerari, i sacerdoti officiavano rituali per mantenere il Ka vivo.
Conclusione
Il culto dei morti degli Egizi era una parte fondamentale della loro civiltà e influenzava ogni aspetto della vita quotidiana. Il loro desiderio di immortalità ha lasciato testimonianze straordinarie, come le piramidi, le tombe affrescate e i testi sacri, che ancora oggi affascinano il mondo.