Le forze del male nella Gerusalemme liberata
24 Dicembre 2015Arrigo Boito – di Carlo Zacco
25 Dicembre 2015Emilio Praga (1839 – 1875)
La
vita. Nacque da una famiglia industriale agiata, il che gli permise di
compiere numerosi viaggi in Europa tra il 1857 e il 1859 durante i quali
trascorse lunghi periodi a Parigi e si dedicò allo studio di Charles Baudelaire,
Victor Hugo, Alfred de Musset ed Heinrich Heine. Fu qui che iniziò a dipingere,
con la tecnica degli acquarelli.
vita. Nacque da una famiglia industriale agiata, il che gli permise di
compiere numerosi viaggi in Europa tra il 1857 e il 1859 durante i quali
trascorse lunghi periodi a Parigi e si dedicò allo studio di Charles Baudelaire,
Victor Hugo, Alfred de Musset ed Heinrich Heine. Fu qui che iniziò a dipingere,
con la tecnica degli acquarelli.
Tornato a Milano, cominciò a
frequentare gli ambienti della scapigliatura, divenendone uno dei
maggiori esponenti e legandosi di amicizia con i fratelli Camillo ed
Arrigo Boito. Ma dopo la morte del padre ed il dissesto finanziario
dell’azienda familiare, non seppe adattarsi ad un lavoro regolare e si diede
all’alcool ed a una vita disordinata, condita spesso da droghe pesanti o
comunque sostanze stupefacenti. In questo, tra gli scapigliati, fu quello che
visse più autenticamente il modello del maledettismo (o del poeta maledetto)
assunto da Baudelaire. La separazione della moglie e poi il litigio con il
figlio Marco (1873) accentuarono il suo malessere: morì in miseria, distrutto
dai propri vizi, a Milano nel 1875 a soli 36 anni.
frequentare gli ambienti della scapigliatura, divenendone uno dei
maggiori esponenti e legandosi di amicizia con i fratelli Camillo ed
Arrigo Boito. Ma dopo la morte del padre ed il dissesto finanziario
dell’azienda familiare, non seppe adattarsi ad un lavoro regolare e si diede
all’alcool ed a una vita disordinata, condita spesso da droghe pesanti o
comunque sostanze stupefacenti. In questo, tra gli scapigliati, fu quello che
visse più autenticamente il modello del maledettismo (o del poeta maledetto)
assunto da Baudelaire. La separazione della moglie e poi il litigio con il
figlio Marco (1873) accentuarono il suo malessere: morì in miseria, distrutto
dai propri vizi, a Milano nel 1875 a soli 36 anni.
Poeta scapigliato. Nella
sua prima raccolta di poesie, Tavolozza (1862), è ancora
molto legato al romanticismo e alla poesia tradizionale: bozzettismo, paesaggi,
ritratti, quadretti; a partire dalla seconda raccolta, Penombre
(1864) avviene na svolta che lo getta nel nuovo clima: c’è ribellione verso i
costumi tradizionali e la politica, compare il motivo della noia.
sua prima raccolta di poesie, Tavolozza (1862), è ancora
molto legato al romanticismo e alla poesia tradizionale: bozzettismo, paesaggi,
ritratti, quadretti; a partire dalla seconda raccolta, Penombre
(1864) avviene na svolta che lo getta nel nuovo clima: c’è ribellione verso i
costumi tradizionali e la politica, compare il motivo della noia.
· La lettura di Baudelaire.
E’chiara la lettura di Baudelaire e dei Fiori, anche se certi temi sono
soltanto sciorinati e non profondamente sentiti ed assimilati, come invece erano
in Baudelaire, dunque il tema della noia esistenziale per esempio in Praga
appare meno tragico. Altra differenza con Baudelaire è la mancanza di un
rapporto con il lettore, il costante dialogo col lettore che è presente nei
Fiori qui manca (Mon semblable, mon frère). I temi più ricorrenti
sono l’esaltazione del vizio, del male, dei sentimenti antireligiosi.
La
scapigliatura
scapigliatura
Vecchio e nuovo. Movimento
poetico nato a Milano tra il 1860 e il 1870. La scapigliatura è il primo
movimento italiano per affonda le sue radici nel decadentismo e apre una prima
finestra sulla modernità. Elio Gioanola, pur tracciando un profilo delle scuole
poetiche nate dal decadentismo (parla del crepuscolarismo) non accenna a questa
prima manifestazione del decadentismo italiano. Perché? C’è da dire che quando
nasce la scapigliatura si conoscevano già Baudelaire, Rimbaud e Verlaine, ma non
era ancora stato pubblicato quello che verrà preso quasi come un manifesto
del decadentismo, ovvero A Rebour; siamo in questa primissima fase
ancora in una zona a metà fra il vecchio e il nuovo, e la scapigliatura è in
bilico tra vecchio e nuovo: nell’ottica storiografica alcuni critici hanno posto
la scapigliatura ancora nel romanticismo, altri già nel decadentismo.
Trattandosi di un movimento a metà tra il vecchio e il nuovo, alcuni l’hanno
messa di qua, altri di là, e Gioanola evidentemente lo considera vecchio.
poetico nato a Milano tra il 1860 e il 1870. La scapigliatura è il primo
movimento italiano per affonda le sue radici nel decadentismo e apre una prima
finestra sulla modernità. Elio Gioanola, pur tracciando un profilo delle scuole
poetiche nate dal decadentismo (parla del crepuscolarismo) non accenna a questa
prima manifestazione del decadentismo italiano. Perché? C’è da dire che quando
nasce la scapigliatura si conoscevano già Baudelaire, Rimbaud e Verlaine, ma non
era ancora stato pubblicato quello che verrà preso quasi come un manifesto
del decadentismo, ovvero A Rebour; siamo in questa primissima fase
ancora in una zona a metà fra il vecchio e il nuovo, e la scapigliatura è in
bilico tra vecchio e nuovo: nell’ottica storiografica alcuni critici hanno posto
la scapigliatura ancora nel romanticismo, altri già nel decadentismo.
Trattandosi di un movimento a metà tra il vecchio e il nuovo, alcuni l’hanno
messa di qua, altri di là, e Gioanola evidentemente lo considera vecchio.
Le riviste dedicate alla
diffusione di questa poesia sono Figaro, Il pungolo, Minima e Lo
scapigliato. I poeti scapigliati sono legati all’estetica Bohemien più per
atteggiamenti di vita che per arte: Arrighi, che dà il nome al movimento,
Emilio Praga, Arrigo Boito, Carlo Dossi, Ugo Tarchetti; Il loro padre spirituale
è Giuseppe Rovani, poeta, pittore, critico musicale, letterato, grande bevitore
e uomo estremamente disordinato e schifoso. I suoi animatori accusano il
progresso di essere il male della società tutto orientato al progresso economico
e non intellettuale; hanno a cuore la collaborazione tra le arti. Propongono un
idea di letterato emarginato, disperato, hanno atteggiamenti trasgressivi, usano
alcool e droghe, assenzio, muoiono di malattie legate alla trasgressione.
diffusione di questa poesia sono Figaro, Il pungolo, Minima e Lo
scapigliato. I poeti scapigliati sono legati all’estetica Bohemien più per
atteggiamenti di vita che per arte: Arrighi, che dà il nome al movimento,
Emilio Praga, Arrigo Boito, Carlo Dossi, Ugo Tarchetti; Il loro padre spirituale
è Giuseppe Rovani, poeta, pittore, critico musicale, letterato, grande bevitore
e uomo estremamente disordinato e schifoso. I suoi animatori accusano il
progresso di essere il male della società tutto orientato al progresso economico
e non intellettuale; hanno a cuore la collaborazione tra le arti. Propongono un
idea di letterato emarginato, disperato, hanno atteggiamenti trasgressivi, usano
alcool e droghe, assenzio, muoiono di malattie legate alla trasgressione.
Vendetta postuma, in Penombre
Quando sarai nel freddo monumento
immobile e
stecchita,
se ti
resta nel cranio un sentimento
di questa
vita, ripenserai l’alcova e il letticciuolo
dei nostri
lunghi amori,
quand’io
portava al tuo dolce lenzuolo
carezze e
fiori. Ripenserai la fiammella turchina
che ci
brillava accanto;
e quella
fiala che alla tua bocchina
piaceva
tanto! Ripenserai la tua foga omicida,
e gli
immensi abbandoni;
ripenserai
le forsennate grida,
e le
canzoni; ripenserai le lagrime delire,
e i
giuramenti a Dio,
o
bugiarda, di vivere e morire
pel genio
mio!
E
allora sentirai l’onda dei vermi
salir nel
tenebrore,
e colla
gioia di affamati infermi
morderti
il cuore. |
Si rivolge all’amata senza alcun
sentimento (cranio, stecchita): evoca la situazione in cui verrà punita per
tutti gli eccessi. Vengono evocati anche tutti gli elementi che hanno tenuto
insieme i due amanti, e sono gli elementi tipici del maledettismo (la fiala
allude sicuramente a qualche droga, l’assenzio probabilmente); nell’ultima
strofa si vuole scandalizzare il pubblico borghese.
sentimento (cranio, stecchita): evoca la situazione in cui verrà punita per
tutti gli eccessi. Vengono evocati anche tutti gli elementi che hanno tenuto
insieme i due amanti, e sono gli elementi tipici del maledettismo (la fiala
allude sicuramente a qualche droga, l’assenzio probabilmente); nell’ultima
strofa si vuole scandalizzare il pubblico borghese.
Memento,
di ugo Tarchetti
di ugo Tarchetti
Quando bacio il tuo labbro profumato,
cara
fanciulla, non posso obbliare
che
un bianco teschio vi è sotto celato.
Quando a me stringo il tuo corpo vezzoso,
obbliar non poss’io, cara fanciulla,
che
vi è sotto uno scheletro nascoso.
E
nell’orrenda visione assorto,
dovunque o tocchi, o baci, o la man posi,
sento
sporger le fredde ossa di un morto.
(Iginio
Ugo Tarchetti) |
Verrebbe da dire: peggio per te!
Anche in questa poesia di Tarchetti c’è la
volontà di dissacrare tutto ciò che la lirica ha cantato: non l’amore quindi, ma
la parodia dell’amore.
volontà di dissacrare tutto ciò che la lirica ha cantato: non l’amore quindi, ma
la parodia dell’amore.