
Seconde prove di matematica
19 Gennaio 2019
Seconde prove
19 Gennaio 2019CONCLUSIVI DEI CORSI DI STUDIO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE
PROVA DI ITALIANO
(per tutti gli indirizzi: di ordinamento e sperimentali)
Svolgi la prova, scegliendo una delle quattro tipologie qui proposte.
TIPOLOGIA A – ANALISI DEL TESTO
Giovanni PASCOLI, L’assiuolo
1. Dovera la luna? ché il cielo
2. notava in un’alba di perla,
3. ed ergersi il mandorlo e il melo
4. parevano a meglio vederla.
5. Venivano soffi di lampi
6. da un nero di nubi laggiù;
7. veniva una voce dai campi:
8. chiù…
9. Le stelle lucevano rare
10. tra mezzo alla nebbia di latte:
11. sentivo il cullare del mare,
12. sentivo un fru fru tra le fratte;
13. sentivo nel cuore un sussulto,
14. comeco dun grido che fu.
15. Sonava lontano il singulto:
16. chiù…
17. Su tutte le lucide vette
18. tremava un sospiro di vento:
19. squassavano le cavallette
20. finissimi sistri d’argento
21. (tintinni a invisibili porte
22. che forse non saprono più?…);
23. e cera quel pianto di morte…
24. chiù…
G. Pascoli (1855 – 1912), nato in un piccolo paese della Romagna, iniziò gli studi a Urbino nel collegio dei padri Scolopi. Docente nei licei, passò quindi all’Università.
Questa lirica, pubblicata per la prima volta nel 1897 sulla rivista Il Marzocco”, entrò a far parte della quarta edizione di Myricae, sezione In campagna”.
L’assiuolo è un uccello rapace, simile al gufo, che compare frequentemente nella poesia pascoliana come simbolo di tristezza e di morte.
1. Comprensione complessiva
Dopo una prima lettura, riassumi il contenuto informativo del testo in non più di 10 righe.
2. Analisi e interpretazione del testo
2.1 Ogni strofa della poesia inizia con una impressione di chiarore. Individua le parole che esprimono una idea di luminosità.
2.2 Attraverso quali immagini il poeta riesce a comunicare una sensazione di mistero e in quali punti della poesia essa si accentua?
2.3 Il verso dell’assiuolo (chiù…) è dapprima voce dei campi” (v. 7), poi singulto (v. 15), infine pianto di morte” (v. 23). Spiega questa varietà di espressioni.
2.4 Spiega le ragioni per cui Pascoli ricorre spesso alle onomatopee.
2.5 Prova a spiegare il significato della domanda racchiusa tra parentesi ai vv. 21 – 22.
2.6 Esprimi le tue osservazioni in un commento personale di sufficiente ampiezza.
3. Approfondimenti
Questa poesia è caratterizzata dalla ricerca di suggestione: parola-musica. Spiega questa caratteristica nel contesto delle poesie pascoliane a te note e nel rapporto con alcune tendenze della poesia a lui contemporanea.
TIPOLOGIA B – REDAZIONE DI UN SAGGIO BREVE” O DI UN ARTICOLO DI GIORNALE“
(puoi scegliere uno degli argomenti relativi ai quattro ambiti proposti)
CONSEGNE
Sviluppa l’argomento scelto o in forma di saggio breve” o di articolo di giornale”, utilizzando i documenti e i dati che lo corredano.
Se scegli la forma del saggio breve”, interpreta e confronta i documenti e i dati forniti e svolgi su questa base la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio.
Da al tuo saggio un titolo coerente e ipotizzane una destinazione editoriale (rivista specialistica, fascicolo scolastico di ricerca e documentazione, rassegna di argomento culturale, altro).
Se scegli la forma dell’articolo di giornale”, individua nei documenti e nei dati forniti uno o più elementi che ti sembrano rilevanti e costruisci su di essi il tuo ‘pezzo.
Da all’articolo un titolo appropriato ed indica il tipo di giornale sul quale ne ipotizzi la pubblicazione (quotidiano, rivista divulgativa, giornale scolastico, altro). Per attualizzare l’argomento, puoi riferirti a circostanze immaginarie o reali (mostre, anniversari, convegni o eventi di rilievo).
Per entrambe le forme di scrittura non superare le quattro o cinque colonne di metà di foglio protocollo.
1. AMBITO ARTISTICO – LETTERARIO
ARGOMENTO: I luoghi della memoria nella narrativa italiana del Novecento.
DOCUMENTI
All’alba partì, lasciando il ragazzo a guardare il podere. Lo stradone fino al paese era in salita ed egli camminava piano perché l’anno passato aveva avuto le febbri di malaria e conservava una gran debolezza alle gambe: ogni tanto si fermava volgendosi a guardare il poderetto tutto verde fra le due muraglie di fichi dindia; e la capanna lassù, fra il glauco delle canne e il bianco della roccia gli pareva un nido, un vero nido. Ogni volta che se ne allontanava lo guardava così, tenero e malinconico, appunto come un uccello che emigra: sentiva di lasciar lassù la parte migliore di se stesso, la forza che dà la solitudine, il distacco dal mondo; e andando su per lo stradone attraverso la brughiera, i giunchetti, i bassi ontani lungo il fiume, gli sembrava di essere un pellegrino, con la bisaccia di lana sulle spalle e un bastone di sambuco in mano, diretto verso un luogo di penitenza: il mondo.
G. DELEDDA, Canne al vento, 1913
Le mura di Pescara, l’arco di mattone, la chiesa screpolata, la piazza coi suoi alberi patiti, l’angolo della mia casa negletta. E’ la piccola patria. E’ sensibile qua e là come la mia pelle. Si ghiaccia in me, si scalda in me. Quel che è vecchio mi tocca, quel che è nuovo mi ripugna. La mia angoscia porta tutta la sua gente e tutte le sue età. La mia porta mi sembra più piccola. Landrone è umido e tacito come una cripta senza reliquie. Vacillo sul primo gradino della scala. Ho spavento del silenzio. Ho paura di vedere lassù le mie sorelle col capo velato Ho vissuto tantanni nella dimenticanza di queste cose; e queste cose possono rivivere così terribilmente in me! Nella stanza c’è il mio letto bianco; c’è il vecchio armadio dipinto, con i suoi specchi appannati e maculati; c’è linginocchiatoio di noce dove mi sedevo in corruccio e rimanevo ammutolito con una ostinazione selvaggia, per non confessare che mi sentivo male. Le ginocchia mi si rompono; e le pareti mi prendono, mi vincolano a loro, mi girano, come una ruota di tortura.
G. D’ANNUNZIO, Il notturno, 1921
Di tutto quanto, della Mora di quella vita di noialtri, che cosa resta? Per tanti anni mi era bastata una ventata di tiglio la sera, e mi sentivo un altro, mi sentivo davvero io, non sapevo davvero bene perché La prima cosa che dissi, sbarcando a Genova in mezzo alle case rotte dalla guerra, fu che ogni casa, ogni cortile, ogni terrazzo è stato qualcosa per qualcuno e, più ancora che al danno materiale e ai morti, dispiace pensare a tanti anni vissuti, tante memorie, spariti così in una notte senza lasciare un segno. O no? Magari è meglio così, meglio che tutto se ne vada in un falò derbe secche e che la gente ricominci.
C. PAVESE, La luna e i falò, 1950
Senonché, improvvisamente, dal portone rimasto mezzo aperto, là, contro il nero della notte, ecco irrompere nel portico una raffica di vento. E’ vento d’uragano, e viene dalla notte. Piomba nel portico, lo attraversa, oltrepassa fischiando i cancelli che separano il portico dal giardino, e intanto ha disperso a forza chi ancora voleva trattenersi, azzittito di botto col suo urlo selvaggio, chi ancora indugiava a parlare. Voci esili, gridi sottili subito sopraffatti. Soffiati via tutti: come foglie leggere, come pezzi di carta, come capelli di una chioma incanutita dagli anni o dal terrore
G. BASSANI, Il giardino dei Finzi Contini, 1962
2. AMBITO SOCIO – ECONOMICO
ARGOMENTO: L’individuo all’interno di una società globale: compatibilità e rigetto.
DOCUMENTI
Una rete Internet aveva ingoiato una banca, che aveva ingoiato un’industria chimica che aveva ingoiato un’industria di computer che aveva ingoiato una rete televisiva che aveva ingoiato un’industria petrolifera che aveva ingoiato una casa editrice che aveva ingoiato un’industria di carri armati pesanti Come dicono i commentatori, il mondo si sta avviando verso l’unità assoluta. Tra poco tutto sarà dominato da una sola Società, che avvolgerà nelle sue reti l’universo. Non ci sarà più posto per l’individuo, il particolare e la differenza. Non ci saranno più gli Stati. Gli uomini scompariranno nelle maglie della grande rete. Tutti penseranno allo stesso modo, come imporrà loro l’unica Televisione, moltiplicata in milioni di televisioni. Tutti ameranno lo stesso amore. Tutti pescheranno con le stesse canne e le stesse esche In realtà, in questi ultimi decenni, in Europa e nel mondo è avvenuto il fenomeno opposto. Mentre le banche si fondevano e in superficie si preparava il grande Uno, il mondo è caduto in preda alla differenziazione, alla frantumazione, alla moltiplicazione.”
P. CITATI, Il vecchio pescatore e l’economia globale, La Repubblica, 3.2.2000
Gli individui sono parte di sistemi di valori fondati su specificità storiche e culturali. All’interno e all’esterno della comunità, i valori non sono immutabili ma in perenne trasformazione. Oggi è possibile avvicinarsi ad altri sistemi di valori, distanziandosi un po di più dai propri. Appropriandoci, come membri dell’umanità, di prospettive più ampie, anche i nostri interessi assumono una dimensione comune. E nella comunità globale, l’individuo, proprio come essere umano, dovrebbe prendere coscienza anche di diritti che ineriscono all’intera umanità.”
LUBBERS – MORALES, National States, Global Society and Ethical Values,
Conferenza tenuta a Napoli per lUnesco ll e il 2 12.1997
La globalizzazione è un importante mutante biologico”, uninevitabile tappa nell’evoluzione. Molte delle preoccupazioni espresse relativamente alle conseguenze di questo processo si sono rivelate prive di fondamento. Ad esempio, la globalizzazione nelle scienze ha amplificato in misura eccezionale l’efficacia della ricerca. Un fatto ancora più importante è che essa non ha eliminato le diversità, ma ha creato un quadro all’interno del quale la competizione estremamente intensificata tra individui migliora la qualità dei risultati e la velocità con la quale essi possono essere raggiunti. Ne deriva un meccanismo a somma positiva, nel quale i risultati dell’insieme sono largamente superiori alla somma degli stessi presi separatamente, gli aspetti negativi individuali si annullano, gli aspetti positivi si sommano, le buone idee respingono le cattive e i mutamenti competitivi scalzano progressivamente i vecchi assunti dalle loro nicchie. Ma come riusciremo a preservare la nostra identità culturale pur godendo dell’apporto della globalizzazione che, per il momento, si applica ai settori economico e tecnico, ma che invaderà rapidamente l’insieme della nostra cultura? Lo stato di cose attuale potrebbe renderci inquieti per il pericolo dell’assorbimento delle differenze culturali e, di conseguenza, della creazione di un unico cervello planetario”. A mio avviso e sulla base della mia esperienza nella comunità scientifica, si tratta solo di una fase passeggera e questa paura non è giustificata. Al contrario, credo che saremo testimoni di un’esplosione di diversità piuttosto che di ununiformizzazione delle culture.”
C. RUBBIA, Scienza modesta per il nuovo mondo della globalità, il Sole 24 ore duemila, 17.11.1999
3. AMBITO STORICO – POLITICO
ARGOMENTO: La ricostruzione in Italia dopo il secondo conflitto mondiale.
DOCUMENTI
a) Il problema delle distruzioni belliche appariva, agli occhi dei contemporanei, come il più grave. […] Nelle grandi città, buona parte del patrimonio di abitazioni era andato distrutto o danneggiato, la rete dei trasporti, sia ferroviari, sia stradali, era sconvolta, l’industria siderurgica, che nel momento della ricostruzione assumeva un ruolo chiave, aveva subìto perdite profonde. […] Il problema della disoccupazione era indubbiamente il più acuto sotto il profilo sociale. La stima ufficiale, che poneva il numero di disoccupati intorno ai due milioni peccava probabilmente per difetto, in quanto ignorava forzatamente i sottoccupati e i disoccupati nascosti che, specie nel settore agricolo, erano assai numerosi”.
A. GRAZIANI, Introduzione, in L’economia italiana: 1945-1970, Bologna, 1972
b) La politica delle opere pubbliche si presenta come parte integrante della politica della ricostruzione. Essendo questa la situazione, appare evidente che, per combattere la disoccupazione, la politica delle opere pubbliche deve avere l’assoluta prevalenza rispetto a quella dei sussidi. Si presenta, per lo Stato, l’opportunità di richiedere a stati e a organismi bancari esteri prestiti espressamente destinati al finanziamento di progetti di opere pubbliche. […] Inoltre, prestiti dall’estero potranno essere richiesti da enti locali e da particolari amministratori dello Stato. Molti sono gli inconvenienti che occorrerà affrontare e superare per poter iniziare una vasta e coerente politica di opere pubbliche: costo elevato delle materie prime, difficoltà dei trasporti, difficoltà burocratiche e amministrative.
Nel 1945 e nei primi quattro mesi del 1946 sono state autorizzate, per opere pubbliche, spese per un ammontare complessivo di oltre 100 miliardi di lire. Nello stesso periodo sono stati effettivamente spesi meno di 40 miliardi di lire. Il fattore negativo più importante è dato appunto dalla lentezza degli organi amministrativi e dalla assoluta mancanza di coordinamento tra i vari interventi statali”.
P. SYLOS-LABINI, Atti della Commissione per lo studio dei problemi del lavoro, vol. III, Roma, 1946.
c) All’indomani della liberazione, due sono stati i grandi movimenti che si sono scatenati nelle campagne. Il movimento mezzadrile e quello per l’occupazione delle terre incolte nell’Italia meridionale. […] I mezzadri, con l’eccezione di quei pochi che vivevano nelle zone devastate dalla guerra, attraversano un periodo economico di notevole prosperità. Gli elevati prezzi dei prodotti agricoli e in particolare del vino e dellolio, che rappresentano spesso le produzioni tipiche delle zone mezzadrili, lo sviluppo notevole dell’allevamento dei suini e della bassa corte malgrado i turbamenti apportati dalla guerra, fanno sì che oggi, nella maggior parte dei casi, i mezzadri siano in grado di realizzare notevoli guadagni e consistenti risparmi.
L’altro dei movimenti indicati, quello dei contadini meridionali per l’occupazione delle terre incolte, rappresenta, all’inverso, l’espressione di una situazione disperata. Nel Mezzogiorno, infatti, l’agricoltura resta dominata dalla coltura estensiva dei cereali e dall’allevamento brado degli animali e tra il pascolo e la coltura continua una lotta che rimonta ad epoche immemorabili”.
M. ROSSI-DORIA, Riforma agraria e azione meridionale, Bologna 1956
4. AMBITO TECNICO – SCIENTIFICO
ARGOMENTO: Intelligenza artificiale e intelligenza umana: incolmabilità di un divario.
DOCUMENTI
Secondo Searle, la ragione per cui un computer, quali che siano i futuri sviluppi della tecnologia, non potrà mai pensare in senso proprio, ovvero possedere una mente, risiede nel fatto che un programma è un’entità puramente formale, nulla più di un sofisticato tipo di sintassi. Al contrario, la mente è ogni momento piena di contenuti: qualsiasi cosa faccia, qualsiasi flusso di emozioni o di pensieri la attraversi, si riferisce sempre a qualcosa che sta al di fuori del medesimo flusso.
Gli scambi molteplici di energia e informazioni con l’ambiente, essenziali non solo per sopravvivere, ma anche per programmare con intelligenza la nostra personale sopravvivenza, sono del tutto sconosciuti ad un computer, e non sono in alcun modo simulabili da un programma. Di conseguenza i computer non potranno mai avere una mente.
L. GALLINO, Strani anelli, 1990
Anche se il modello del cervello come computer è corretto, non ne segue affatto che la Intelligenza Artificiale avrà successo. Noam Chomsky crede che il modello del cervello come computer sia corretto, ma non si aspetta che la I.A. abbia successo. L’uso del linguaggio non è una capacità separabile degli esseri umani; si può simulare il lancio del baseball senza simulare la totalità delle capacità intellettuali umane, ma non è possibile simulare l’uso del linguaggio – nemmeno l’uso del linguaggio in un contesto predeterminato come andare al negozio a comprare il latte – senza simulare la totalità delle capacità intellettuali umane.
H. PUTNAM, Rinnovare la filosofia, 1992
Lo spazio che separa il livello alto del cervello – quello appunto dei simboli, dei valori, del ragionamento – da quello basso, dove si trovano soltanto neuroni comunicanti tra loro per mezzo di messaggi elettrochimici, è ancora troppo grande perché si possa pensare di colmarlo procedendo soltanto dal basso: un sogno peraltro antico, già formulato da neurofisiologi come McCulloch e Pitts sin dagli anni quaranta, quando di calcolatori elettronici si cominciava appena a parlare. Sembra proprio che il cervello impari con modalità che mille o centomila microprocessori interconnessi non riusciranno per molto tempo ad imitare. D’altra parte esistono oggi moduli di programma, detti sistemi di produzione adattivi, che riescono a imparare e memorizzare da soli nuove regole, pur essendo scritti in linguaggi di alto livello, vicini ai processi simbolopoietici della mente umana.
H. SIMON, Conferenza su Peano, 1988
TIPOLOGIA C – TEMA DI ARGOMENTO STORICO
Il Novecento non è solo un secolo di grandi e tragici eventi, ma anche della conquista di diritti fondamentali per la democrazia, primo fra tutti il diritto universale al voto.
Ripercorri le tappe di questa conquista nel nostro paese.
TIPOLOGIA D – TEMA DI ORDINE GENERALE
Nel secolo XX le lotte per l’emancipazione femminile hanno portato alla crisi del vecchio modello casalinga in coppia con figli” ed hanno aperto la strada al pieno inserimento della donna nella vita economica, sociale e politica. Il nuovo modello femminile stenta tuttavia a decollare per certe resistenze, sedimentate nell’attuale società, a riconoscere alla donna la effettiva capacità di assumere compiti nuovi.
Illustra il fenomeno con personali riflessioni e proposte.
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Durata massima della prova: 6 ore.
E’ consentito soltanto l’uso del dizionario italiano.
Non è consentito lasciare l’Istituto prima che siano trascorse 3 ore dalla dettatura del tema.