Premessa
Pubblicato nel 1938, “Esperienza ed Educazione” di John Dewey rappresenta una sintesi matura del suo pensiero sull’educazione e sulle “scuole nuove”. Questo saggio non introduce nuove idee filosofiche o pedagogiche, ma risponde alle critiche emerse durante la crisi del 1929. Dewey sostiene che le linee guida delle scuole nuove sono corrette, ma necessitano di modifiche nella loro realizzazione pratica.
Struttura del testo
Il libro è diviso in otto capitoli, ciascuno dei quali esplora un aspetto specifico dell’educazione basata sull’esperienza.
1. Educazione Tradizionale ed Educazione Progressiva
Dewey respinge la contrapposizione meccanica tra educazione tradizionale ed educazione progressiva. Le scuole tradizionali impongono programmi estranei alle capacità degli studenti, mentre le scuole nuove si concentrano sulle effettive capacità degli allievi, sviluppando le loro potenzialità attraverso l’esperienza. Tuttavia, il vero problema è tradurre questi principi in pratica efficace.
2. Bisogno di una Teoria dell’Esperienza
Dewey sottolinea l’importanza di una teoria dell’esperienza per distinguere tra esperienze educative e diseducative. Solo un certo tipo di esperienza consente l’educazione, influenzando positivamente le esperienze future.
3. Criteri dell’Esperienza
Questo capitolo definisce filosoficamente la nozione di esperienza, fondamentale per un’educazione democratica. Dewey introduce tre principi:
- Principio di Continuità: Ogni esperienza modifica chi la vive e influenza le esperienze future.
- Principio di Crescita: L’educazione è efficace quando consente una crescita continua dell’individuo.
- Principio di Interazione: L’esperienza è il risultato dell’interazione tra condizioni esterne (oggetto) e interne (soggetto).
4. Controllo Sociale
Dewey esamina il controllo sociale nelle scuole nuove, sostenendo che il controllo deve essere interno alla situazione di apprendimento, non imposto dall’esterno. Questo crea un ambiente di apprendimento collettivo in cui la libertà di tutti è rispettata.
5. La Natura della Libertà
Dewey chiarisce che la libertà nell’educazione si riferisce alla libertà dell’intelligenza, ovvero la capacità di osservare e giudicare. La libertà esteriore è altrettanto importante per creare condizioni positive per l’apprendimento.
6. Il Significato del Proposito
Dewey discute il concetto di proposito come visione di un fine, distinguendolo dall’impulso immediato. Il proposito implica un piano e richiede osservazione e giudizio prima dell’azione.
7. Organizzazione Progressiva della Materia di Studio
Le materie di studio devono essere organizzate in modo da basarsi sull’esperienza. Dewey sostiene il metodo sperimentale per lo studio delle materie scientifiche, promuovendo la riflessione sull’esperienza.
8. L’Esperienza, Mezzo e Fine dell’Educazione
Dewey conclude che l’educazione deve essere basata sull’esperienza, sia come mezzo che come fine. L’obiettivo è creare un’educazione che meriti il nome di educazione, senza aggettivi.
Note conclusive
- Il problema dell’autorità nell’educazione è già presente in Rousseau, con cui Dewey è implicitamente in dialogo.
- La concezione filosofica dell’esperienza di Dewey risale ai romantici e al giovane Hegel, ed è sostenuta da vari ambienti filosofici del suo tempo.
- La nozione di continuità deriva dallo studio delle relazioni soggetto-oggetto della tradizione tedesca, rilette nella chiave del pragmatismo di Dewey.
Classroom with students engaged in a group project
(Alunni inpegnati in un lavoro di gruppo)
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[…] Esperienza ed educazione di Dewey di atuttascuola© […]
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