Mario Capurso
27 Gennaio 2019Atto di citazione
27 Gennaio 2019dalla tesina di terza media di Serena Colombo – (Bernareggio – MB)
Dopo aver esaminato gli argomenti artistici e musicali della tesina, parlerò delle missioni spaziali perché penso che l’uomo di oggi, che si può servire di strumenti molto tecnologici, abbia sfruttato gli insegnamenti di Galileo, il quale invece si serviva solamente di un cannocchiale. Ho poi collegato alle missioni spaziali i contrasti esistenti tra USA e URSS ai tempi della Guerra Fredda. Ho concluso la tesina con un argomento di geografia : la Russia.
LE MISSIONI SPAZIALI
Nella seconda metà del Novecento, alla tradizionale indagine condotta con telescopi situati sulla superficie terrestre, si affiancò una nuova ricchissima opportunità conoscitiva: i viaggi spaziali. In realtà le motivazioni all’origine delle esplorazioni dello spazio non erano scientifiche, ma militari. Infatti gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica, le due superpotenze uscite vittoriose dalla Seconda Guerra Mondiale, si fronteggiarono per decenni in una competizione per ottenere il predominio politico sul Pianeta, la cosiddetta Guerra Fredda” (vedi USA e URSS,la guerra fredda).
La ricerca della supremazia militare comportò unaccelerazione dello sviluppo scientifico, indispensabile per la stessa tecnologia missilistica. Gli studi effettuati per consentire ai veicoli spaziali di superare l’attrazione gravitazionale terrestre, erano strettamente collegati alle esigenze belliche di portare le nuove micidiali armi nucleari su obbiettivi distanti migliaia di chilometri.
I primi successi furono colti dai sovietici che il 4 ottobre 1957 inviarono in un’orbita di novanta minuti intorno alla Terra il primo satellite artificiale, lo Sputnik 1, anticipando così di qualche mese il primo lancio riuscito degli americani (Explorer 1). Anche il primo uomo a compiere un viaggio nello spazio fu un sovietico: Jurij Gagarin, nel 1961.
IL PROGRAMMA APOLLO
Ma l’impresa più spettacolare fu realizzata dagli Stati Uniti con la missione Apollo 11. Il 20 luglio 1969 il mondo intero, collegato in diretta televisiva, poté assistere allo sbarco sul suolo lunare, nel Mare della Tranquillità, di due uomini, Niel Armstrong e Edwin Aldrin.
Le astronavi del programma spaziale Apollo (in tutto 17 missioni), erano un insieme di diverse componenti. La navicella spaziale era portata in quota da un razzo vettore costituito da tre stadi che venivano progressivamente eliminati dopo l’uso. Essa era a sua volta costituita da diversi moduli:
a) Un modulo di comando, dove si trovavano gli astronauti durante la navigazione;
b) Un modulo di servizio contenente tutte le apparecchiature necessarie alla navigazione;
c) Un modulo lunare (LEM) da utilizzare per lallunaggio, composto da due sezioni: una per la discesa, dotata di quattro gambe per lallunaggio morbido, e una per la salita, dove era contenuto l’abitacolo per due uomini.
Quest’ultimo modulo si staccava dal resto della navicella una volta raggiunta l’orbita lunare ed era poi abbandonato dopo l’uso, in parte sulla superficie lunare e in parte dopo aver effettuato la manovra di riaggancio al veicolo madre. Ritornato nell’orbita terrestre, l’Apollo effettuava la separazione fra il modulo di comando e quello di servizio: il secondo si disintegrava al contatto con l’atmosfera e il primo ammarava nell’oceano grazie a un sistema di paracaduti.
LO SHUTTLE E LE SONDE
I programmi spaziali degli ultimi decenni si sono orientati in due direzioni di grande interesse scientifico:
a) Lo Space Shuttle, un velivolo spaziale riutilizzabile, che è in grado di rimanere in orbita fino a dieci giorni e che quindi può essere utilizzato per varie attività come la manutenzione dei satelliti, o anche come laboratorio spaziale;
b) Le sonde spaziali, veicoli senza equipaggio spediti a grande distanza dalla Terra e dotati di strumenti per raccogliere e inviare dati. I viaggi delle sonde spaziali hanno durate di anni; i veicoli sono dotati di un sofisticato sistema di automazione, che consente il loro controllo da Terra. Alcuni di loro, dopo aver completato le missioni stabilite, continuano a inviare segnali proseguendo il loro viaggio senza meta. L’importanza scientifica delle sode spaziali è enorme: molte delle conoscenze che abbiamo attualmente sul Sole e sui pianeti deriva da viaggi compiuti da sonde come Pioneer, Marinere e Voyager.
Le due sonde spaziali Voyager furono lanciate nel 1977 dal centro spaziale Kennedy in Florida. La Voyager 1 arrivò su Giove nel marzo del 1979 e su Saturno nel novembre del 1980. la Voyager 2 raggiunse Giove nel luglio nel 1979, Saturno nellagosto del 1981 e proseguendo arrivò nei pressi di Urano nel gennaio del 1986 e infine su Nettuno nellagosto del 1989.
La sonda Galileo fu inviata dalla NASA per studiare il pianeta Giove e i suoi satelliti. E’ stata dedicata all’astronomo e al pioniere del rinascimento Galileo Galilei e venne lanciata il 18 ottobre 1989 dallo Space Shuttle Atlantis. Giunse su Giove il 7 dicembre 1995 dopo un viaggio di 6 anni, attraverso l’ausilio gravitazionale di Venere e della Terra (effetto fionda).
Galileo effettuò il primo flyby di un asteroide, scoprì il primo satellite di un asteroide, fu la prima sonda ad orbitare attorno a Giove e a lanciare la prima sonda nella sua atmosfera.
Il 21 settembre 2003, dopo aver trascorso 14 anni nello spazio e 8 anni di servizio nel sistema gioviano, la missione venne terminata inviando l’orbiter nell’atmosfera di Giove ad una velocità di circa 50 km/s per evitare ogni possibilità di contaminare i satelliti con dei batteri provenienti dalla Terra. (fonte: wikipedia)
Il 15 ottobre 1997 la Nasa ha lanciato in direzione di Saturno la sonda spaziale Cassini, dal nome dell’astronomo italiano Giovanni Domenico Cassini (1625-1712). La traiettoria della navicella è stata stabilita in modo che passasse due volte presso Venere e una volta in vicinanza della Terra, in modo che, utilizzando un effetto gravitazionale noto come effetto fionda”, acquistasse una velocità sufficiente per allontanarsi dal Sistema Solare interno. A causa della grande distanza da coprire e dell’enorme peso del veicolo, infatti, nessun vettore avrebbe avuto potenza sufficiente per spingere la navicella direttamente fino a Saturno. Nel marzo del 2004, la sonda Cassini ha trasmesso le prime immagini di Saturno e il giorno di Natale dello stesso anno ha rilasciato un modulo di atterraggio, chiamato Huygens, che ha iniziato la sua discesa verso Titano, la più grande l’una di Saturno, un corpo celeste del Sistema Solare che, assieme a Marte, è ritenuto molto simile alla Terra. A bordo del modulo Huygens opera uno strumento per l’analisi dell’atmosfera di Titano, che è il primo strumento scientifico italiano a posarsi sul suolo di un altro corpo celeste.
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