
Quando i muri sostituiscono la lavagna – di Giuseppe Castronovo
15 Febbraio 2015
FRANCESCO HAYEZ – Vespri siciliani
15 Febbraio 2015– E’ l’opera che spedisce a Milano per presentarsi, venendo così introdotto nell’ambiente borghese con cui condivide gli ideali. L’opera riscuoterà infatti molto successo per gli ideali risorgimentali proposti in essa:
– Soggetto storico: si rifà ad un episodio della storia antica (?400). Il protagonista è un nobile cavaliere dei tempi passati che risponde alla chiamata del suo signore per difendere le terre minacciate dallo straniero: rinuncia e abbandona così casa ed affetti per partire a dare la vita per la sua patria (infatti sarà fatto prigioniero dei nemici). Scegliendo un episodio minore della storia italiana, e quindi poco noto, l’alternativa da lui scelta è quella di adottare un titolo molto lungo (di cui ora si ripropone solo una parte) che spieghi e renda evidente il contenuto della scena. In ogni caso la colta borghesia milanese conosceva l’episodio: ciò mostra che loro erano i veri destinatari dell’opera.
– Teatralità e gestualità: si capisce dalle eclatanti pose delle figure femminili che mostrano dolore per la partenza forse senza ritorno del loro caro perché il Romanticismo artistico italiana è stato definito “teatrale” . Le figure sono come fisse in pose eloquenti (il poggiarsi sulla spada del cavaliere, le mani congiunte in preghiera della giovane fanciulla di spalle, le mani della madre che lo invitano a restare). Oltre alla gestualità ricalcata, anche gli sguardi e la stessa disposizione dell’opera è teatrale. Infatti lo sfondo è scenico, come una quinta teatrale, e le figure sono disposte ad emiciclo intorno al protagonista, come fosse un proscenio. Grazie a questa particolare tensione ad esplicitare con il corpo sentimenti e pensieri, il soggetto dell’opera diventa chiaro ed esplicito anche per chi non conosce l’episodio storico, e l’osservatore si ritrova immediatamente ad immedesimarsi nei personaggi.