La peste vista da Boccaccio e da Lucrezio
27 Gennaio 2019Laboratorio di Poesie
27 Gennaio 2019La non violenza, o ahimsa, è stata il principio cardine del pensiero e dell’azione di Mahatma Gandhi, nonché l’eredità più profonda che ha lasciato al mondo.
Queste correnti spirituali e filosofiche hanno posto l’accento sull’ahimsa, il principio del rispetto assoluto per ogni forma di vita.
In epoca moderna, il Mahatma Gandhi ha dato una nuova voce alla non violenza, non solo come valore etico, ma come potente strumento di lotta politica e sociale. Gandhi utilizzava il termine “non-violenza” per sottolineare l’aspetto negativo dell’azione violenta, ma insisteva sul fatto che fosse necessario uno sforzo attivo per costruire un mondo di pace e giustizia. Il suo approccio, basato su resistenza pacifica e disobbedienza civile, ha ispirato generazioni di movimenti per i diritti umani.
In Italia, il pensiero nonviolento di Gandhi trovò un importante interprete in Aldo Capitini, filosofo, educatore e antifascista. Capitini non solo teorizzò la non violenza come metodo politico e sociale, ma cercò di tradurla in azioni concrete per il cambiamento culturale e civile del nostro Paese.
Gandhi il Mahatma
Il termine non violenza, nell’accezione gandhiana, è stato poi ripreso e sviluppato anche da Simone Weil, filosofa francese impegnata nella lotta contro le ingiustizie, e ha raggiunto una dimensione globale attraverso il carisma di Martin Luther King. Quest’ultimo, ispirandosi apertamente a Gandhi, utilizzò la non violenza come pilastro nella lotta per i diritti civili negli Stati Uniti, dimostrando il potere trasformativo di questa filosofia.
Dal 2007, l’ONU celebra ogni 2 ottobre la Giornata Mondiale della Non Violenza, un omaggio alla vita e all’eredità del Mahatma Gandhi. Questo riconoscimento riflette l’importanza universale del principio di non violenza come via per prevenire i conflitti e promuovere una convivenza pacifica.
Tuttavia, la non violenza non è solo assenza di violenza fisica. La violenza può manifestarsi in molte forme: psicologica, economica, culturale e strutturale. In tutte le sue espressioni, rappresenta un abuso di potere che mina la dignità e i diritti fondamentali delle persone.
Oggi, l’esempio di Gandhi e di figure come Capitini e Martin Luther King continua a essere una fonte di ispirazione. È un richiamo urgente per tutte le persone a impegnarsi attivamente nella costruzione di un mondo più giusto e pacifico, fondato sulla comprensione reciproca e sul rispetto della dignità umana.
Possiamo sperare che l’eredità di questi grandi leader sia un faro per le generazioni future, affinché la pace non resti un’utopia, ma diventi una realtà condivisa.
Mohandas Karamchand Gandhi è stato uno dei fondatori del moderno stato dell’India ed un sostenitore della satyagraha (resistenza passiva) come mezzo di rivoluzione.
Visse per molto tempo in Sudafrica e tornato in patria promosse una campagna di protesta basata sulla non collaborazione con il governo britannico.
Convinto che l’indipendenza fosse irraggiungibile se non era accompagnata da una radicale trasformazione, Gandhi sostenne un programma di rinascita nazionale. Egli divenne un simbolo internazionale dell’India e cominciò ad essere venerato come un santo: conduceva una vita spirituale, praticando il digiuno e la meditazione, e rifiutando ogni possesso terreno. Egli diede all’induismo un valore totalmente nuovo. Le sue azioni portarono a soprannominarlo Mahatma grande anima”, titolo riservato ai grandi saggi.
Indisse una nuova campagna invitando la popolazione a non pagare l’imposta sul sale, prodotto fondamentale per il Governo. Migliaia d’indiani seguirono Gandhi ed egli fu arrestato.
Per un periodo si ritirò dalla politica, e quando riprese l’attività tentò di far cessare le divergenze tra indù e musulmani, attraverso uno sciopero della fame.
Il governo aveva acconsentito a concedere l’indipendenza a patto che si risolvessero le divergenze con la Lega Musulmana. Gandhi, in tutto ciò, ebbe un ruolo fondamentale e tre anni dopo l’India divenne un paese indipendente.
Non si riuscì a trovare un accordo che soddisfacesse entrambi, e il Pakistan musulmano fu dichiarato stato autonomo.
Nel 1947 le divergenze tra indù e musulmani sfociarono in nuovo scontri: Gandhi sostenne la pace effettuando molti digiuni, ma l’anno dopo venne ucciso da un indù durante un incontro di preghiera.
L’originalità e le convinzioni di Gandhi stanno in una combinazione tutta personale: il pensiero politico e sociale di Gandhi è un tentativo di applicare il principio dell’amore in tutti i campi della vita. Per lui è un peccato contro l’umanità che alcuni possiedano ricchezze superflue quando altri non possono soddisfare i loro bisogni primari.
I principi di Gandhi hanno ispirato generazioni di attivisti democratici e contro il razzismo come Martin Luther King e Nelson Mandela.
Materiale didattico di approfondimento su Gandhi
-
La non violenza secondo Gandhi di atuttascuola©
-
Il concetto di non violenza: dalle radici orientali all’eredità universale di Gandhi di Concetta Oliveri e Benedetta Piromalli
-
Mohandas Karamchand Gandhi: il padre della non violenza e il simbolo dell’indipendenza indiana di atuttascuola©
-
Gandhi, la nonviolenza e il nazionalismo di atuttascuola©
-
Gandhi, l’ istruzione e lo Schema di Wardha di atuttascuola©
Audio Lezioni di Storia moderna e contemporanea del prof. Gaudio
Ascolta “Storia moderna e contemporanea” su Spreaker.