Georg Cantor nacque nel 1845 in Russia, a Pietroburgo, da una famiglia di ebrei danesi che si trasferì poi in Germania, a Francoforte quando egli aveva undici anni. In verità ebree erano le tradizioni famigliari della famiglia Cantor, dato che i genitori di Georg erano di religione Cristiana. Anzi, il padre si era convertito al Protestantesimo, mentre la madre era cattolica di nascita. Il giovane Georg nutriva un forte interesse per le sottili argomentazioni dei teologi medioevali riguardo alla continuità e all’infinito, e questo lo spinse ad abbandonare ben presto gli studi di Ingegneria che, sotto la spinta del padre, egli aveva intrapreso nel 1863 all’Università di Berlino. Molto contribuì a questa decisione l’influenza che esercitò su di lui Weierstrass. Egli continuò quindi i suoi studi, prima che nella stessa Berlino, a Zurigo e a Gottinga, ma si rivolse principalmente verso la matematica pura, la Fisica e la Filosofia. Conseguì il dottorato proprio a Berlino nel 1867 con una tesi sulla teoria dei numeri. Nel 1869 diventò privatdozent a Halle, e nel 1879 fu promosso professore. Matematico intuitivo ed aperto, pubblicò, ad appena ventun anni, il suo primo rivoluzionario lavoro sulla teoria degli insiemi infiniti sul giornale Journal für Mathematik. Proprio perché estremamente innovativo, questo lavoro gli alienò le simpatie dei matematici più anziani, ma l’originalità e la brillantezza delle argomentazioni attirarono l’attenzione di tutto il mondo accademico. Continuò a pubblicare lavori sulla teoria degli insiemi e sui numeri transfiniti fino al 1897. Con i suoi lavori, Cantor rovesciò molte delle convinzioni matematiche del tempo, e molti furono i matematici che si scagliarono contro di lui; primo fra tutti Leopold Kronecker, che lo osteggiò finché non morì nel 1891. Queste avversioni procurarono seri problemi esistenziali a Cantor, fra cui un forte esaurimento nervoso, che gli impedì di lavorare per qualche anno fino al 1887, anno in cui riprese a lavorare. Georg Cantor si spense poi nel 1918.