
Seconda guerra mondiale
27 Gennaio 2019
Paul Verlaine di Carlo Zacco
27 Gennaio 2019Carlo Zacco analizza una poesia sulla morte di Georg Trakl, pubblicata postuma nel 1915, che testimonia le sue ossessioni, quasi incubi, su quel tema
Georg Trakl (1887 – 1914)
La vita. Poeta dall’esistenza tormentata, segnata da una condotta disordinata. Nasce a Salisburgo da una famiglia agiata e nell’infanzia e adolescenza vive un intenso rapporto con la sorella che si trasformerà in una relazione incestuosa (vedi anche l’analogia con il rapporto tra Wolfgang e Anna Maria Mozart). Da adulto si trasferisce a Vienna dove lavorerà come tenente nel settore della sanità, poi si trasferirà ad Innsbruck dove lavorerà nella farmacia militare: è da questo periodo in poi che inizierà a fare uso di droghe pesanti, a causa delle quali perderà il lavoro. Muore suicida per una overdose di cocaina nel 1914.
Il suo espressionismo. Come quella di Heym, la sua è un’avventura poetica breve, e rientra nella corrente dell’espressionismo, non tanto per i temi trattati e per le immagini, tra i quali per esempio non figura quello del disagio in rapporto alla città moderna, che è centrale nell’espressionismo tedesco, ma per il senso di disfacimento e di angoscia che traspare da questa poesia. Il riferimento alle sue vicende personali è inevitabile: tendenze autodistruttive che lo portano a diversi tentativi di suicidio fino alla morte del 1914; senso di colpa per il rapporto incestuoso con la sorella e per l’uso di stupefacenti; evidenti segni di disagio psicologico.
Lamento II, pubblicata postuma nella rivista Der Brenner, 1915
Poesia composta dopo lo scoppio della guerra, nella quale il poeta fu coinvolto in prima persona per il suo lavoro.
In questo testo si riflette sulla morte, sentita come ineluttabile; la stessa morte viene rappresentata come una barca che affonda sotto lo sguardo indifferente delle stelle.
Testo della poesia
Sonno e morte, le aquile cupe
tutta notte trambustano attorno a questo capo:
l’aurea immagine dell’uomo,
la inghiotta l’onda gelida
dell’eternità. Su orride scogliere 5
si sfracella il purpureo corpo
e geme la buia voce
sopra il mare.
Sorella di procellosa tristezza,
guarda: una barca spaurita affonda 10
sotto stelle,
il viso silenzioso della notte.