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18 Ottobre 2024Il dirigente scolastico ha un ruolo centrale nella gestione del contributo dato volontariamente dalle famiglie alla scuola in cui hanno iscritto il figlio
Traccia di una prova scritta per Concorso dirigenti Scolastici
Il candidato evidenzi, in relazione al quadro normativo di riferimento, ed alle responsabilità dirigenziali, le principali azioni del dirigente scolastico nella gestione del contributo volontario in una scuola secondaria di II grado.
Svolgimento
il contributo volontario nelle scuole italiane è un argomento che spesso genera confusione e malintesi, ma che è regolato da una serie di disposizioni ben precise, in cui il dirigente scolastico (DS) gioca un ruolo fondamentale.
Quadro Normativo di Riferimento
Il contributo volontario nelle scuole italiane è regolato da una serie di normative e circolari ministeriali. I principali riferimenti normativi sono:
- D.Lgs. 297/1994 (Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione), che stabilisce le regole generali per il funzionamento delle scuole pubbliche.
- L. 40/2007 (Legge Fioroni), che sancisce l’assenza di obbligo di pagamenti per le famiglie degli studenti, eccetto per i servizi aggiuntivi facoltativi.
- Le circolari del MIUR (es. la Circolare n. 312 del 2012), che chiariscono la natura non obbligatoria del contributo volontario e specificano l’uso che ne può essere fatto.
Caratteristiche del Contributo Volontario
Il contributo volontario è, come suggerisce il nome, facoltativo e non può essere in alcun modo imposto alle famiglie. È destinato a supportare le attività didattiche integrative, come laboratori, attività sportive, viaggi di istruzione, ma non può essere utilizzato per le spese obbligatorie della scuola, come il personale o la manutenzione ordinaria (che devono essere coperte con fondi statali).
Responsabilità del Dirigente Scolastico
Il dirigente scolastico ha una serie di responsabilità ben definite nella gestione del contributo volontario. Di seguito sono delineate le principali azioni da intraprendere:
1. Trasparenza e informazione
La prima responsabilità del dirigente è garantire trasparenza. Questo significa che le famiglie devono essere informate in modo chiaro e comprensibile sulla natura volontaria del contributo e sul suo scopo specifico. Nessun pagamento può essere richiesto come se fosse una tassa scolastica obbligatoria.
Le famiglie devono essere adeguatamente informate tramite:
- Circolari che spiegano chiaramente a cosa serve il contributo, e che nessuno è obbligato a versarlo.
- Assemblee di istituto o di classe, dove si discute apertamente sull’utilizzo dei fondi.
2. Coinvolgimento degli organi collegiali
Il dirigente scolastico deve coinvolgere gli organi collegiali competenti, in particolare il Consiglio d’Istituto, che ha il potere di deliberare l’ammontare e la destinazione del contributo volontario. La delibera del Consiglio d’Istituto deve indicare chiaramente come verranno utilizzati i fondi raccolti, mantenendo un legame diretto con le attività didattiche.
Le principali azioni in questo ambito includono:
- Presentazione di una proposta chiara e dettagliata su come utilizzare i contributi.
- Discussione con i rappresentanti dei genitori e del personale scolastico per ottenere il consenso.
- Redazione del Piano Annuale delle Attività che integra l’utilizzo dei fondi raccolti, nel rispetto delle indicazioni deliberate.
3. Controllo e gestione finanziaria
Il DS è responsabile della corretta gestione finanziaria del contributo, che deve essere inserito nel Programma Annuale della scuola (D.I. 129/2018, noto come Regolamento di Contabilità). Il dirigente scolastico deve assicurarsi che i fondi siano contabilizzati correttamente e utilizzati solo per le finalità per cui sono stati raccolti.
Le azioni principali includono:
- Supervisione del bilancio scolastico, assicurandosi che il contributo venga registrato separatamente e che le spese siano giustificate.
- Verifica periodica della rendicontazione. Alla fine dell’anno scolastico, il DS deve presentare un rendiconto chiaro, approvato dal Consiglio d’Istituto, che espliciti l’utilizzo dei contributi volontari.
4. Tutela degli studenti e delle famiglie
Il DS deve garantire che nessuno studente subisca discriminazioni se la famiglia non versa il contributo. Questo è un punto particolarmente sensibile. Le famiglie non possono essere escluse da attività didattiche o laboratoriali per mancato pagamento.
Le azioni fondamentali in questo caso includono:
- Monitoraggio costante per assicurarsi che non vi siano trattamenti differenziati tra chi ha versato il contributo e chi no.
- Intervento tempestivo se vengono segnalate situazioni discriminatorie.
5. Comunicazione istituzionale e relazioni con la comunità
Un altro compito chiave del DS è mantenere un dialogo aperto con le famiglie e la comunità scolastica. Questo include la creazione di canali di ascolto, come riunioni periodiche o sportelli di confronto con i genitori, per chiarire dubbi o perplessità legate ai contributi volontari.
La comunicazione dev’essere chiara su:
- Destinazione dei fondi e risultati ottenuti grazie ai contributi.
- Importanza del contributo per l’arricchimento dell’offerta formativa, senza però spingere le famiglie a contribuire con insistenza.
Conclusione
Il dirigente scolastico, all’interno del quadro normativo, ha una responsabilità che va oltre la semplice gestione finanziaria: deve assicurarsi che il contributo volontario venga gestito con trasparenza, responsabilità e nel pieno rispetto delle famiglie, garantendo sempre che non vi siano discriminazioni e che il contributo sia utilizzato in modo efficace per migliorare l’offerta formativa. Un mix di gestione amministrativa rigorosa e sensibilità nei confronti delle famiglie rappresenta il pilastro di questa gestione.
Audio Lezioni sulla Pedagogia e organizzazione della scuola del prof. Gaudio
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