Elisa Prearo
27 Gennaio 2019Luigi O. Rintallo
27 Gennaio 2019di Laura e Gabriele Primativo
Giuseppe Ungaretti nasce il 10 febbraio 1888 ad Alessandria d’Egitto da genitori lucchesi, trasferiti in Africa per lavorare alla costruzione del canale di Suez. A due anni il poeta subisce il primo lutto in famiglia: la morte del padre. La madre, mandò avanti la gestione di un forno di proprietà, con il quale garantì gli studi al figlio. (fonte: wikipedia)
Nel 1912 Ungaretti si trasferisce a Parigi: studia per due anni alla Sorbona, segue le lezioni di filosofia, ma non si laurea. Frequenta gli ambienti dell’avanguardia, venendo a contatto con Apollinaire, Picasso, Braque, e con gli italiani De Chirico, Modigliani, Palazzeschi. (fonte: italialibri)
Durante La Grande Guerra
Rientra in Italia nel 1914, si abilita all’insegnamento della lingua francese e lavora a Milano. Questo è il periodo in cui inizia la sua attività poetica. Allo scoppio della guerra, è attivo come interventista, si arruola come volontario ed è mandato a combattere sul fronte del Carso. Questa esperienza di trincea spinge Ungaretti a una profonda riflessione sulleffimera condizione di fragilità umana e sul valore della fratellanza tra gli uomini. Nasce quindi in mezzo ai morti la sua prima raccolta: Il porto sepolto (1916): «nel mio silenzio, ho scritto, lettere piene d’amore».
Dal 1918 al 1921 vive a Parigi, lavora presso lAmbasciata italiana ed è corrispondente per il giornale fascista il «Popolo d’Italia». Durante il suo soggiorno francese sposa Jeanne Dupoix dalla quale ebbe due figli: Ninon e Antonietto e pubblica la prima edizione di Allegria di Naufragi (1919), una seguente edizione del 1923 avrà anche la prefazione di Benito Mussolini. Il nome della raccolta indica la gioia del sopravvissuto alla tempesta, di colui che, avendo visto la morte vicina, sa apprezzare la vita. Ungaretti è dunque il poeta delle emozioni forti, che richiedono unimmediatezza espositiva, giocata sull’impiego di analogie e sulla rottura delle regole della metrica tradizionale. La punteggiatura è annullata, la disposizione della parola nello spazio bianco del foglio assume un’importanza fondamentale che concorre a scandire il ritmo nella declamazione poetica. Ogni parola racchiude in sé un concetto, per questo l’autore opera una scelta ben calibrata del lessico, che con la sua semplicità riesce a rendere con pienezza tutta l’amarezza e il dolore della sua prima produzione.
In seguito nel 1923 a causa della precaria condizione economica, si trasferisce vicino Roma, e viene impiegato al Ministero degli Esteri.
Conversione religiosa
La raccolta Sentimento del tempo, datata 1933, segna lavvicinamento alla fede religiosa, che rappresenta per lo scrittore l’ultimo appiglio dell’uomo smarrito di fronte alle angosce esistenziali e al dolore della morte.
Dopo un periodo di lavoro come corrispondente della «Gazzetta del Popolo», che lo vede impegnato in diversi viaggi all’estero, nel 1936 è chiamato in Brasile a insegnare letteratura italiana all’Università di San Paolo. Durante il soggiorno americano, il poeta, che in pochi anni aveva visto la morte della madre e del fratello, viene colpito da un lutto ben più grave, la morte del figlio di nove anni. A questo tragico evento sono dedicati molti dei versi raccolti nella prima parte de Il dolore, in cui l’uomo ungarettiano lotta per conservare la fede di fronte agli imperscrutabili disegni divini.
La Seconda Guerra Mondiale e il dopoguerra
Nel 1942, a causa del conflitto mondiale, ritornò in Italia e venne nominato Accademico d’Italia e «per chiara fama» anche professore di letteratura moderna e contemporanea presso l’Università di Roma, ruolo che mantenne fino al 1958 e poi, come “fuori ruolo”, fino al 1965. Intorno alla sua cattedra si formarono alcuni intellettuali che in seguito si sarebbero distinti per importanti attività culturali e notevoli carriere accademiche (fonte: wikipedia)
Gli ultimi anni
In Italia raggiunse una certa notorietà presso il grande pubblico nel 1968, grazie alle sue intense letture televisive di versi dell’ Odissea. (fonte: wikipedia)
Ungaretti termina la sua opera letteraria, un anno prima della sua scomparsa con la pubblicazione di Vita di un uomo (1969). Questa ultima raccolta racchiude tutta la sua produzione poetica.
Nel gennaio 1970 scrisse l’ultima poesia, pubblicata il giorno del suo ottantaduesimo compleanno, nello stesso anno conseguì un prestigioso premio internazionale dell’università dell’Oklahoma, negli Stati Uniti, dove si recò per il suo ultimo viaggio che debilitò definitivamente la sua pur solida fibra. Morì a Milano nella notte tra il 1° e il 2 giugno 1970. Il 4 giugno si svolse il suo funerale a Roma, nella Chiesa di San Lorenzo fuori le Mura, al quale stranamente non partecipò alcuna rappresentanza ufficiale del Governo italiano. (fonte: wikipedia)
Ideologia e Poetica
Ungaretti ha sentito la poesia come una vocazione e una missione: per lui esperienza umana e esperienza poetica tendono a coincidere.
Alla base c’è la sua poetica della parola”: la poesia è la parola carica di esperienza umana che misura il mistero dell’interiorità.
Il senso religioso che pervade la sua poetica si accompagna a un idea altissima della funzione della poesia per l’umanità.
Lermetismo
LErmetismo è una corrente poetica che si sviluppa in Italia nella prima metà del Novecento, e culmina nel periodo che va dalla prima alla seconda guerra mondiale. La poesia ermetica si distacca dalle precedenti correnti letterarie per l’oscurità dello stile e del linguaggio. Il termine Ermetismo” indica una poesia di difficile comprensione, sia per i contenuti privi di apparente logicità sia per la forma che non sempre segue le regole sintattiche. In origine il nome di Ermetismo è introdotto con un’intenzione polemica e dispregiativa, come sinonimo di incomprensibilità, ma successivamente perde questa connotazione.
Il nome deriva dalla figura divina di Ermete Trismegisto, considerato dai Greci inventore della scrittura e autore di trattati scritti in un linguaggio particolarmente oscuro. La difficoltà di comprensione tipica dell’Ermetismo dipende dal desiderio dei poeti di rivelare i sentimenti più profondi dell’animo con immediatezza. Essi utilizzano un linguaggio sintetico, fatto di versi brevissimi, ma ricco di immagini rivelatrici.
LErmetismo ha il suo massimo splendore tra il 1935 e il 1942 a Firenze, dove trova uno spazio crescente sulle principali riviste. I maggiori esponenti di questa corrente letteraria sono: Ungaretti, Quasimodo e Montale (parzialmente).
Testi
In Memoria
Si chiamava
Moammed Sceab
Discendente
Di emiri di nomadi
Suicida
Perché non aveva più
Patria
Amò la Francia
E mutò nome
Fu Marcel
Ma non era Francese
E non sapeva più
Vivere
Nella tenda dei suoi
Dove si ascoltava la cantilena
Del Corano
Gustando un caffè
E non sapeva
Sciogliere
Il canto
Del suo abbandono
L’ho accompagnato
Insieme alla padrona dell’albergo
Dove abitavamo
A Parigi
Dal numero 5 della rue des Carmes
Appassito vicolo in discesa
Riposa
Nel camposanto d’Ivry
Sobborgo che pare
Sempre
In una giornata
Di una
Decomposta fiera
E forse io solo
So ancora
Che visse
Veglia
Un’intera nottata
buttato vicino
a un compagno
massacrato
con la sua bocca
digrignata
volta al plenilunio
con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d’amore
Non sono mai stato
Tanto
attaccato alla vita.
San Martino del Carso
Di queste case
non è rimasto
che qualche
brandello di muro
Di tanti
che mi corrispondevano
non è rimasto
neppure tanto
Ma nel cuore
nessuna croce manca
E’ il mio cuore
il paese più straziato.
Fratelli
Di che reggimento siete
fratelli?
Parola tremante
nella notte
Foglia appena nata
Nell’aria spasimante
involontaria rivolta
dell’uomo presente alla sua
fragilità.
Sono Una Creatura
Come questa pietra
del S. Michele
così fredda
così dura
così prosciugata
così refrattaria
così totalmente
disanimata
Come questa pietra
è il mio pianto
che non si vede
La morte
si sconta
vivendo.