Ettore e Andromaca seconda parte
28 Dicembre 2019Happy Hour cover da Ligabue
28 Dicembre 2019Glauco e Diomede scoprono di avere degli antenati che si rispettavano con ospitalità (la xenia greca), così rinunciano a duellare fra loro, e si scambiano perfino le armi in segno di stima reciproca.
178 | autàr epeì dḕ sèma kakòn paredéxato gambroû, | Quando ebbe ricevuto il messaggio di morte del genero, |
179 | proton mén rha Khímairan amaimakétēn ekéleuse | dapprima gli impose di andare ad uccidere |
180 | pephnémen; hḕ d’ ár’ éēn theîon génos oud’ anthrṓpōn, | la Khímaira indomabile. Era di razza divina, non certo umana: |
181 | prósthe léōn, ópithen dè drákōn, méssē dè khímaira, | leone davanti, di dietro serpente e nel mezzo capra |
182 | deinòn apopneíousa pyròs ménos aithoménoio, | e soffiava la violenza terribile del fuoco ardente. |
183 | kaì tḕn mèn katépephne theon teráessi pithḗsas. | Bellerophóntēs la uccise, fidando nei segni divini. |
184 | deúteron aû Solýmoisi makhéssato kydalímoisi; | Poi dovette combattere con i Sólymoi gloriosi: |
185 | kartístēn dḕ tḗn ge mákhēn pháto dýmenai andrn. | e fu quella la lotta più aspra, a suo parere, mai sostenuta. |
186 | tò tríton aû katépephnen Amazónas antianeíras. | Poi fece strage delle Amazónes, le donne virili. |
187 | toı d’ ár’ anerkhoménōı pykinòn dólon állon hýphaine; | Al suo ritorno il re ordiva un altro inganno: |
188 | krínas ek Lykíēs eureíēs photas arístous | scelse i migliori guerrieri della terra di Lykía |
189 | heîse lókhon; toì d’ oú ti pálin oîkon dè néonto; | e gli tese un’imboscata; ma questi non fecero più ritorno a casa. |
190 | pántas gàr katépephnen amýmōn Bellerophóntēs. | Tutti li sterminò il grande Bellerophóntēs. |
191 | all’ hóte dḕ gígnōske theoû gónon ēǜn eónta | Ma quando il sovrano riconobbe che era di stirpe divina, |
192 | autoû min katéryke, dídou d’ hó ge thygatéra hḗn, | lo trattenne presso di sé, gli diede in sposa sua figlia |
193 | doke dé hoi timos basilēḯdos hḗmisy pásēs; | e gli affidò la metà del suo regno. |
194 | kaì mén hoi Lýkioi témenos támon éxokhon állōn | E i Lýkioi gli concessero un podere migliore di tutti gli altri: |
195 | kalòn phytalios kaì aroúrēs, óphra némoito. | era bellissimo, parte a frutteto e parte a semina. |
196 | hḕ d’ éteke tría tékna daḯphroni Bellerophóntēı | Sua moglie generò tre figli al prode Bellerophóntēs: |
197 | Ísandrón te kaì Hippólokhon kaì Laodámeian. | Ísandros, Hippolókhos e Laodámeia. |
198 | Laodameíēı mèn pareléxato mētíeta Zeús, | Con Laodámeia si unì il saggio Zeús |
199 | hḕ d’ étek’ antítheon Sarpēdóna khalkokorystḗn. | ed ella mise al mondo il divino Sarpēdṓn armato di bronzo. |
200 | all’ hóte dḕ kaì keînos apḗkhtheto pâsi theoîsin, | Ma quando anche Bellerophóntēs si rese odioso a tutti gli dèi, |
201 | ḗtoi hò kàp pedíon tò Alḗïon oîos alâto | andava vagando da solo per la pianura di Aléa: |
202 | hòn thymòn katédōn, páton anthrṓpōn aleeínōn; | si rodeva il cuore, evitava le strade degli uomini. |
203 | Ísandron dé hoi huiòn Árēs âtos polémoio | Il figlio Ísandros per mano di Árēs, il dio mai sazio di guerra, |
204 | marnámenon Solýmoisi katéktane kydalímoisi; | venne ucciso, in uno scontro con i Sólymoi gloriosi; |
205 | tḕn dè kholōsaménē khrysḗnios Ártemis ékta. | In un moto d’ira, Ártemis dalle briglie d’oro uccise la figlia. |
206 | Hippólokhos dé m’ étikte, kaì ek toû phēmi genésthai; | Hippolókhos poi generava me e io mi proclamo suo figlio; |
207 | pémpe dé m’ es Troíēn, kaí moi mála póll’ epétellen | mi spedì qui a Troíē: mi raccomandava vivamente |
208 | aièn aristeúein kaì hypeírokhon émmenai állōn, | di primeggiare sempre e di essere superiore agli altri, |
209 | mēdè génos patérōn aiskhynémen, hoì még’ áristoi | di non disonorare la stirpe dei padri che erano stati |
210 | én t’ Ephýrēı egénonto kaì en Lykíēı eureíēı. | prodi e forti, sia a Ephýrē che nell’ampia Lykía. |
211 | taútēs toi genes te kaì haímatos eúkhomai eînai. | Ecco, di questa casata e di questo sangue mi vanto di essere”. |
212 | Hṑs pháto, gḗthēsen dè boḕn agathòs Diomḗdēs; | Così diceva. E ne fu lieto Diomḗdēs, valente nel grido di guerra. |
213 | éŋkhos mèn katépēxen epì khthonì poulyboteírēı, | Piantò sul suolo fecondo la sua lancia |
214 | autàr hò meilikhíoisi prosēúda poiména laon; | e si rivolse con affabili parole al condottiero di eserciti: |
215 | “rhá ný moi xeînos patrṓïós essi palaiós; | “Tu mi sei antico e paterno ospite! |
216 | Oineùs gár pote dîos amýmona Bellerophóntēn | Anni fa il grande Oineús ospitò nella sua casa |
217 | xeínis’ enì megároisin eeíkosin ḗmat’ erýxas; | il prode Bellerophóntēs e ve lo trattenne per venti giorni. |
218 | hoì dè kaì allḗloisi póron xeinḗïa kalá; | E là si scambiavano tra di loro i magnifici doni dell’ospitalità. |
219 | Oineùs mèn zōstora dídou phoíniki phaeinón, | Oineús gli donava una cintura di porpora, |
220 | Bellerophóntēs dè khrýseon dépas amphikýpellon | Bellerophóntēs da parte sua una coppa d’oro a doppio manico: |
221 | kaí min egṑ katéleipon iṑn en dṓmas’ emoîsi. | io l’ho lasciata nel mio palazzo, venendo qui. |
222 | Tydéa d’ ou mémnēmai, epeí m’ éti tytthòn eónta | Di Tydeús invece non mi ricordo. Ero piccolo quando mi abbandonò, |
223 | kálliph’, hót’ en Thḗbēısin apṓleto laòs Akhaion. | al tempo che a Thbai andò distrutto l’esercito degli akhaioí. |
224 | tṑ nŷn soì mèn egṑ xeînos phílos Árgeï méssōı | Così ora io sono per te un ospite amico nella terra di Árgos |
225 | eimí, sỳ d’ en Lykíēı hóte ken ton domon híkōmai. | e altrettanto tu per me in Lykía, se mai un giorno verrò in quel paese. |
226 | éŋkhea d’ allḗlōn aleṓmetha kaì di’ homílou; | Evitiamo la battaglia delle lance tra di noi, nel tumulto; |
227 | polloì mèn gàr emoì Troes kleitoí t’ epíkouroi | ci sono tanti tres per me e illustri alleati da uccidere, |
228 | kteínein hón ke theós ge pórēı kaì possì kikheíō, | se li raggiungo e se un dio lo concede. |
229 | polloì d’ aû soì Akhaioì enairémen hón ke dýnēai. | Anche tu ne hai tanti di akhaioí da abbattere, se ci riesci. |
230 | teúkhea d’ allḗlois epameípsomen, óphra kaì hoîde | E ora scambiamoci le armi! Così anche loro |
231 | gnṓsin hóti xeînoi patrṓïoi eukhómeth’ eînai. | sapranno che noi siamo ospiti per via dei nostri padri”. |
232 | Hṑs ára phōnḗsante kath’ híppōn aḯxante | Dopo aver parlato, scesi giù dai cavalli, |
233 | kheîrás t’ allḗlōn labétēn kaì pistṓsanto; | si strinsero la mano vicendevolmente, in segno di fiducia. |
Storia di Bellerofonte
La parte conclusiva del dialogo tra Glauco e Diomede si concentra sulla continuazione della storia di Bellerofonte, nonno di Glauco, e sulle sue imprese eroiche. Dopo aver ricevuto il messaggio di morte da Preto, Bellerofonte affronta e sconfigge la Chimera, una creatura di razza divina con la testa di leone, il corpo di capra e la coda di serpente, che soffiava fuoco. La sua vittoria contro la Chimera è seguita da altre due imprese: la battaglia contro i gloriosi Solimi e la lotta contro le Amazzoni, le donne guerriere. Questi episodi esaltano il coraggio e la virtù di Bellerofonte.
Tradimento e Riconoscimento
Preto, riconoscendo la discendenza divina di Bellerofonte, cerca di eliminarlo con un’imboscata, ma fallisce. Alla fine, riconosce la sua grandezza e gli offre la metà del suo regno e la mano di sua figlia. Questo riconoscimento culmina nel conferimento di un podere ricco e fertile, simbolo di rispetto e onore.
Discendenza di Bellerofonte
La narrazione genealogica continua con la descrizione dei figli di Bellerofonte: Isandro, Ippoloco e Laodamia. La tragica morte di Isandro per mano di Ares e di Laodamia per mano di Artemide sottolinea la costante presenza degli dèi e la loro influenza sul destino umano. Ippoloco, padre di Glauco, invia suo figlio a Troia con l’istruzione di essere valoroso e di onorare la stirpe dei suoi antenati.
Commento
Tematica del Destino e del Divino
La storia di Bellerofonte e dei suoi discendenti mette in luce l’influenza costante e spesso capricciosa degli dèi nella vita degli uomini. Nonostante le sue virtù e le sue vittorie, Bellerofonte alla fine diventa odioso agli dèi e finisce i suoi giorni vagando solo, evitato dagli uomini. Questo suggerisce che anche i più grandi eroi non possono sfuggire al loro destino e alle volontà divine.
Valore della Xenia (Ospitalità)
Diomede riconosce Glauco come un antico ospite familiare, stabilendo un legame di xenia basato sull’ospitalità offerta dai loro avi. Questa relazione di ospitalità ha una forte valenza morale e sociale nella cultura greca, sancendo un legame di rispetto e fiducia tra le famiglie. L’invito di Diomede a evitare il combattimento tra di loro e a scambiarsi le armi come segno di questa relazione è un potente gesto simbolico.
Simbolismo dello Scambio di Armi
Lo scambio di armi tra Glauco e Diomede è un atto simbolico che rappresenta la loro alleanza e il rispetto reciproco. Questo gesto non solo sottolinea la loro amicizia, ma serve anche come segno visibile della loro relazione di ospitalità, noto anche agli altri guerrieri. Questo scambio segna un momento di tregua e di umanità in mezzo alla violenza della guerra.
Legami Familiari e Onore
Glauco enfatizza l’importanza di non disonorare la stirpe dei suoi padri, ricordando come la virtù e il coraggio siano valori da mantenere per onorare gli antenati. Questo riflette una delle tematiche centrali dell’Iliade: l’importanza dell’onore familiare e dell’eredità. Il dialogo con Diomede rafforza questi valori, mostrando come gli eroi siano legati non solo dalle loro azioni, ma anche dalle loro origini e dalle relazioni familiari.
Conclusione
L’ultima parte del dialogo tra Glauco e Diomede offre una profonda riflessione sulla natura dell’eroismo, sul destino umano e sul ruolo degli dèi. La narrazione della genealogia di Glauco e delle sue origini nobili aggiunge profondità al suo personaggio, mentre il gesto di scambio delle armi con Diomede rappresenta un momento di rara umanità e rispetto in mezzo alla brutalità della guerra. Questo passaggio dell’Iliade esalta non solo le imprese eroiche, ma anche i valori di ospitalità, amicizia e onore, che rimangono centrali nella cultura e nella società greca antica.