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28 Dicembre 2019Accenti, elisioni e troncamenti sono fenomeni fonetici e ortografici che modificano la forma delle parole nella lingua italiana.
Accenti
L’accento è la forza con cui si pronuncia una sillaba all’interno di una parola. In italiano, l’accento può cadere sull’ultima, penultima o terzultima sillaba, determinando la classificazione delle parole in tronche, piane o sdrucciole.
- Parole tronche: l’accento cade sull’ultima sillaba (es. città, caffè).
- Parole piane: l’accento cade sulla penultima sillaba (es. amico, lavoro).
- Parole sdrucciole: l’accento cade sulla terzultima sillaba (es. albero, comodo).
L’accento grafico (`) è obbligatorio nei seguenti casi:
- Sulle parole tronche di due o più sillabe che terminano in vocale (es. perché, virtù).
- Su alcuni monosillabi per distinguerli da parole omofone (es. dà/da, è/e, lì/li).
Elisioni
L’elisione è la caduta della vocale finale di una parola davanti a una parola che inizia per vocale. La vocale elisa viene sostituita da un apostrofo (‘).
- Esempi: l’amico, un’isola, quell’albero.
L’elisione è obbligatoria in alcuni casi (es. con gli articoli determinativi e indeterminativi), facoltativa in altri.
Troncamenti
Il troncamento è la caduta della vocale o della sillaba finale di una parola, indipendentemente dalla parola successiva.
- Esempi: buon giorno, bel ragazzo, dottor Rossi.
Il troncamento è obbligatorio in alcune espressioni fisse (es. buon, bel, san) e facoltativo in altri casi. A differenza dell’elisione, il troncamento non richiede l’apostrofo, tranne in casi particolari come “po’” (poco).