Marco Porcio Catone
28 Dicembre 2019Erano i capei d’oro a l’aura sparsi
28 Dicembre 2019Il romanzo de “I Malavoglia” è l’opera più rappresentativa di Giovanni Verga e del suo Verismo, in cui spazio, tempo e stile sono utilizzati con maestria per rappresentare un mondo rurale chiuso e regolato da leggi implacabili.
Ogni elemento di questo romanzo è costruito per evidenziare la condizione dei personaggi, intrappolati da una società e da una natura indifferenti e ostili. Analizziamo dunque questi aspetti fondamentali:
Gli spazi: il microcosmo di Aci Trezza
Il paese di Aci Trezza, un piccolo villaggio di pescatori in Sicilia, è lo spazio fisico e simbolico in cui si svolge la vicenda. Non è un semplice sfondo: è un mondo chiuso e soffocante, che rappresenta l’immutabilità del destino dei personaggi. Aci Trezza diventa quasi un microcosmo isolato, un luogo dove le dinamiche sociali e naturali restano ferme e immutabili nel tempo. Gli abitanti, compresi i Malavoglia, sono intrappolati in questo spazio angusto, dove il mare e la terra dettano le loro esistenze.
- La casa del nespolo è il simbolo della stabilità e della tradizione famigliare. È lo spazio fisico che lega i Malavoglia alla loro identità, ma allo stesso tempo rappresenta una prigione da cui non possono sfuggire. La perdita della casa è il momento più drammatico per la famiglia, che segna la loro caduta.
- Il mare è allo stesso tempo una fonte di sostentamento e una forza distruttiva. La “Provvidenza”, la barca della famiglia, rappresenta il loro legame con il mare e con il lavoro, ma il mare è anche il luogo dove avvengono le tragedie che portano alla rovina i Malavoglia. Il mare, in Verga, è il simbolo dell’imprevedibilità e della crudeltà della natura.
- Gli spazi esterni ad Aci Trezza, come Catania, sono luoghi estranei e minacciosi, simbolo di un mondo diverso, lontano dalle tradizioni. I personaggi che si avventurano fuori dal villaggio (come ‘Ntoni, che va in città) finiscono per essere travolti da una realtà che non comprendono.
In definitiva, lo spazio nei Malavoglia è uno spazio chiuso, regolato da dinamiche antiche, che impedisce ogni forma di mobilità sociale o personale. Aci Trezza diventa metafora di un mondo immutabile in cui la fuga non porta a una vera liberazione.
I tempi: la ciclicità e l’immutabilità
Il tempo nel romanzo non è lineare in senso stretto, ma segue una ciclicità naturale, che riflette il ritmo della vita contadina e marinara. Le stagioni, le maree, il ciclo della pesca e della vita domestica segnano il tempo, e i personaggi si muovono all’interno di questo ritmo naturale, senza alcuna possibilità di modificarlo.
- Il tempo ciclico della natura domina l’esistenza dei Malavoglia: la pesca, i raccolti, i lutti e le nascite si susseguono con una regolarità implacabile. Questo tempo naturale riflette l’idea verghiana del fatalismo: le vite dei personaggi sono parte di un ciclo inevitabile, e qualsiasi tentativo di sfuggirvi porta solo alla rovina.
- Tuttavia, c’è anche un tempo storico che corre in parallelo, soprattutto con l’esperienza di ‘Ntoni, che cerca di sfuggire alla vita di Aci Trezza. Ma questo tempo “moderno” non porta cambiamenti significativi: i personaggi che cercano di inserirsi in un tempo nuovo e diverso (come il progresso o la modernità rappresentata dalla città) falliscono. In questo senso, il tempo storico non porta a una vera evoluzione, e si ritorna sempre al punto di partenza.
Verga ci mostra così un mondo in cui il progresso e la modernità sono illusioni: il tempo non può essere cambiato né accelerato. I Malavoglia sono costretti a vivere in un ciclo ripetitivo, che riflette la condizione statica delle classi sociali più basse nella Sicilia rurale.
Lo stile: l’impersonalità e il discorso indiretto libero
Lo stile ne I Malavoglia è uno degli elementi più innovativi e caratterizzanti del romanzo. Verga adotta un approccio stilistico basato sull’impersonalità, che evita ogni intervento diretto dell’autore. Questa scelta stilistica è coerente con il principio verista di oggettività e distacco: l’autore non deve giudicare i suoi personaggi, ma lasciarli parlare e agire come se fossero osservati in modo neutrale.
- Il racconto è condotto attraverso il discorso indiretto libero, una tecnica che permette di fondere la voce del narratore con quella dei personaggi, senza segnali espliciti di intervento. In questo modo, Verga riesce a esprimere i pensieri, le opinioni e i sentimenti della comunità di Aci Trezza senza mai apparire apertamente come narratore. I pensieri dei personaggi si confondono con la narrazione, creando un effetto di immersione totale nella mentalità collettiva del villaggio.
- Questa tecnica rende il romanzo estremamente corale: la voce della comunità diventa la voce narrante. Le opinioni degli abitanti di Aci Trezza, le loro credenze e superstizioni permeano la narrazione, dando al lettore l’impressione di ascoltare il racconto direttamente dai personaggi, come se il villaggio stesso raccontasse la storia.
- Verga adotta uno stile semplice, che rispecchia il linguaggio dei contadini e dei pescatori siciliani. Il dialetto, pur non essendo usato in modo diretto, influisce profondamente sulla sintassi e sulla struttura del testo, conferendo autenticità alla narrazione. Il linguaggio è povero di artifici letterari e ricco di espressioni quotidiane e popolari, con frasi spesso spezzate, quasi a riflettere il pensiero diretto e immediato dei personaggi.
In sintesi, lo stile impersonale e il discorso indiretto libero permettono a Verga di immergere il lettore nel mondo dei Malavoglia senza filtri, creando una narrazione che rispecchia perfettamente la realtà sociale e psicologica dei personaggi. Non c’è giudizio, non c’è pathos romantico: solo la fredda rappresentazione di un destino ineluttabile.
Conclusione: un’armonia spietata tra spazio, tempo e stile
Ne I Malavoglia, lo spazio chiuso di Aci Trezza, il tempo ciclico e immutabile, e lo stile impersonale creano un’unità narrativa perfetta. Ogni elemento contribuisce a trasmettere la visione pessimistica e fatalistica di Verga: un mondo in cui l’individuo è prigioniero di forze più grandi di lui, senza possibilità di redenzione o progresso. I personaggi non possono sfuggire al loro destino, così come non possono fuggire dallo spazio e dal tempo che li ingabbiano.
Verga, con la sua impersonalità, osserva questi drammi umani senza pietà, offrendo al lettore un quadro straordinariamente realistico della condizione umana.