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7 Febbraio 2021E ogni causa considerata separatamente, o anche un’intera serie di cause ci appaiono giuste di per se stesse e del pari false per la loro inconsistenza, se raffrontate all’immensità dell’avvenimento
Guerra e pace
L’autore
Lev Tolstoi era un discendente di una famiglia nobile, figlio di una principessa e di un conte. Chiaro quindi che Andrei e Pierre, i due alter-ego di Lev nel romanzo, nascono dalle storie dei nonni di Lev, di cui ha sentito parlare sin da quando è nato in quella tenuta di campagna che assomiglia molto alle tenute di campagna di Lisiagori del romanzo.
Anni giovanili
La sua giovinezza si muove fra la carriera militare, ovviamente in perfetta coerenza con il ruolo e con la sua appartenenza alla nobiltà russa, e i primi esperimenti narrativi, presto riusciti ed apprezzati. Lui infatti partecipa alla guerra nel Caucaso, alla guerra di Crimea e all’assalto di Sebastopoli, quindi scrive una serie di racconti che gli garantiscono subito il successo in patria. Guerra e pace diverrà invece un successo mondiale. Ma vediamo come lo stesso Tolstoi sintetizza la sua complessa parabola umana:
“«[…] quel primo tempo poetico, meraviglioso, innocente, radioso dell’infanzia fino ai quattordici anni. Poi quei venti anni orribili di grossolana depravazione al servizio dell’orgoglio, della vanità e soprattutto del vizio. Il terzo periodo, di diciotto anni, va dal matrimonio fino alla mia rinascita spirituale: il mondo potrebbe anche qualificarlo come morale, perché in quei diciotto anni ho condotto una vita familiare onesta e regolata, senza cedere a nessuno dei vizi che l’opinione pubblica condanna. Tutti i miei interessi però erano limitati alle preoccupazioni egoistiche per la mia famiglia, il benessere, il successo letterario e tutte le soddisfazioni personali. Infine il quarto periodo è quello che sto vivendo adesso, dopo la mia rigenerazione morale […]»
Ma veniamo al romanzo: Guerra e pace è stata scritta fra 1865 e 1869, più di 50 anni dopo gli eventi narrati.
L’arco di tempo del romanzo, infatti, va dal 1805 al 1813, con un epilogo fino al 1820
La guerra
E ogni causa considerata separatamente, o anche un’intera serie di cause ci appaiono giuste di per se stesse e del pari false per la loro inconsistenza, se raffrontate all’immensità dell’avvenimento:
“Si capisce che queste e innumerevoli altre cause, il cui numero dipende dalla varia e imponente gamma di punti di vista, sembrassero ovvie ai contemporanei; ma per noi posteri, che completiamo in tutto la vastità, la grandezza dell’evento che allora si compì e che penetriamo il semplice e terribile significato, queste cause appaiono inadeguate. A noi riesce incomprensibile che milioni di uomini, cristiani, si siano torturati e uccisi a vicenda perché Napoleone era avido di dominio, Alessandro era inflessibile nelle sue opinioni, la politica dell’Inghilterra scaltra e il duca d’Oldenburg era stato offeso. Non è stato possibile stabilire un nesso valido fra queste circostanze e il fatto in se stesso, di tanta uccisione e violenza: come mai, per il semplice motivo che un duca era stato offeso, migliaia di persone che abitavano all’altro capo dell’Europa fossero inviate a uccidere e a rovinare le popolazioni delle province di Smolensk e di Mosca, e ne fossero, a loro volta, uccise.”
e scoppiò la guerra: un evento contrario alla ragione e alla natura umana divenne realtà.
Ecco appunto, la guerra.
Guerra e pace è il primo tentativo veramente riuscito di rappresentare scene di battaglia su larga scala: le battaglie di Schöngrabern e Austerlitz (Austria) e Borodino (1812), fuori Mosca (nonché il saccheggio di Mosca.
Occorrerà aspettare Remarque e Lussu nella prima, e i nostri grandi scrittori della resistenza nella seconda per ritrovare un’immagine così viva e coinvolgente della guerra, anche se Tolstoi ha sempre riconosciuto un forte debito alla Chartreuse de Parme di Stendal, che descriveva la battaglia di Waterloo
Da Tolstoi Il soldato è visto come un individuo: la battaglia è la somma delle azioni dei singoli soldati
Napoleone
I popoli fanno la storia, non i generali.
Tolstoj voleva sfidare l’idea (romantica) che la storia sia fatta da “grandi uomini”.
Il suo Napoleone non ha successo e, malgrado le sue doti di eccezionale stratega, non riesce a controllare il movimento della battaglia o della storia.
Guardando Mosca dall’alto Napoleone fa tutti i suoi progetti, ma poi la realtà è diversa da quello che abbiamo progettato. I notabili della città non possono accogliere le sue proposte, semplicemente perché non ci sono in città sono rimasti solamente ubriachi, sbandati e Pierre-
La storia è quindi il movimento delle nazioni, dei popoli, la somma di tutte le vite private coinvolte, non dei grandi personaggi o protagonisti.
“Per studiare le leggi della storia dobbiamo sostituire completamente l’oggetto della nostra indagine, lasciare in pace i re, i ministri e i generali, e studiare quegli elementi omogenei e infinitesimali che condizionano il comportamento delle masse.”
Il vero vincitore delle battaglie contro Napoleone è il popolo russo, il narod
Intendo dire che nel romanzo la guerra non è mai qualcosa di rigido o cronachistico, è sempre vista dagli occhi di chi la combatte, di chi la vive in prima persona, persino dagli occhi di chi viene colpito, ferito anche gravemente. Sono geniali le descrizioni di Andrei quando sta per essere colpito dalla bombarda, è come se pil ritmo rallentasse per permettere al lettore di vivere quegli attimi così decisivi.
Spesso si tende a privilegiare quanto avviene in tempo di pace, perché lì si sviluppano nascite, proposte di fidanzamento, matrimoni, adulteri, duelli, debiti e crolli economici, quegli stessi che troveremo nell’altro suo capolavoro Anna Karenina, ma non si possono capire i nostri protagonisti se non quando li vediamo in azione in guerra. Tolstoj dimostra come la storia influenzi la vita privata
Andrei Balkonsky
E guarda caso, proprio quelli che contano molto sulla guerra, come in una sorta di nemesi, di castigo e punizione, moriranno colpiti dalle granate, cioè Andrei che si affanna a rincorrere generali e imperatori, e il giovanissimo Petya, volontario entusiasta della guerra.
Pertanto Andrei è, dicevamo, il primo alter-ego di Tolstoi, perché non ama la moglie Lisa, si mette in mostra, diventa aiutante di Kutuzov, il comandante in capo dell’esercito russo, ma viene quasi ucciso ad Austerlitz, e salvato da Napoleone, e infine ucciso a Borodino, durante la battaglia decisiva della campagna di Russia francese.
Sono bellissime le descrizioni di questi di ferimenti, nel primo ad Austerlitz, Andrei sembra magnetizzato dal cielo, e nel secondo dalla granata che lo insegue, segno della morte che gli si avvicina.
Tutto in Andrei è incompiuto, imprevedibile, si innamora e si fidanza con Natasha, senza mai sposarla, così come prima aveva sposato Lizama amava più la guerra della moglie, e Liza muore di parto, mentre Andrei, tornato alla tenuta di suo padre, dopo essere stato ferito ad Austerlitz, fa appena in tempo a vederla morire mentre mette alla luce il figlio.
Gli individui propongono, progettano, Dio, o il destino, dispone, determinando il corso effettivo degli eventi.
Kutuzov
A questo proposito colpisce appunto la figura di Kutuzov, il vecchio generale, vittorioso suo malgrado, perché, come la Russia in genere, si trova a dover combattere, “lascia che la battaglia avvenga”, sapendo che non può fare nulla per impedirla.
Il popolo
Il popolo russo nell’ottocento vive la campagna napoleonica più o meno come nel novecento sosterrà quella di Hitler, con i dovuti distinguo, ovviamente.
Ancora napoleone
Per tutti, compreso Tolstoi, Napoleone è l’avido conquistatore straniero, un demone venuto a contrastare il popolo russo per le sue ambizioni. Non a caso il romanzo inizia proprio con questa frase di Anna Pavlona, che spesso teneva salotti e ricevimenti a Pietroburgo: “Ormai Genova e Lucca non sono più che appannaggio, che dominio della famiglia Buonaparte. Vi avverto che, se non mi dite che abbiamo la guerra, se vi permettete ancora di giustificare tutte le infamie, tutte le atrocità di questo Anticristo, (in fede mia, ci credo), non vi conosco più, non siete più il mio amico.”
Bezuchov e Platon Karataev
Contrapposto a Napoleone, quindi, è tutto il popolo russo, soprattutto nella sua componente più autentica il narod la gente comune, il popolo, come il Capitano Tushin: il modesto soldato professionista, un artigliere, che salva i russi a Schöngrabern, oppure Platon Karataev: il contadino la cui saggezza ispira e sostiene Pierre Bezukhov quando sono prigionieri dei francesi.
Platon K. è l’incarnazione delle caratteristiche attribuite al contadino russo: pacifico e incline al perdono, dedito al dovere, capace di adattamento
Natasha Rostova
L’eroina principale del romanzo. Come la Tatiana di Pushkin in Eugene Onegin, assume il ruolo simbolico di modello di donna russa.
Natasha è una delle grandi rappresentazioni della femminilità russa: è sofisticata, ma profondamente sanguigna
Si innamora del principe Andrei, ma i due non si sposano mai
Anatole Kuragin
Per un anno decidono di non vedersi per metter alla prova il loro amore. Il giovane ufficiale Anatol Kuragin, cacciatore di dote, approfitta di questo per sedurre Natasha, e lei flirta con lui, con la complicità di Helene. Poi Andrei, venutone a conoscenza, la ripudia, e l’amico Pierre, arrabbiatissimo obbliga Anatol ad andare via da Mosca, e Natasha, pentita, cerca di suicidarsi con l’arsenico.
Non a caso, Anatole è il figlio dell’astuto principe Vassili e fratello dell’affascinante ma superficiale civettuola Helene
Natasha dopo che Andrei è ferito a morte, lo accudisce e si riavvicina a lui, ma non fa in tempo a sposarlo perché lui muore. Finisce per sposare Pierre, una volta che sua moglie muore
Insomma, Natasha è una donna complessa, e come in Anna Karenina, il suo progetto di vita non è lineare, ma si modifica nel tempo, ma a noi piace ricordarla oggi soprattutto al suo comparire nel romanzo, quando balla una danza popolare russa con l’accompagnamento di suo zio nella capanna di campagna.
Il ballo di Natasha
Un brillante scrittore russo contemporaneo, Orlando Figes, ha intitolato la sua Storia della cultura russa (XVIII-XX secolo) proprio così: “La danza di Natasha” .
“Dove, come, quando, quella contessina educata da un’emigrata francese aveva assorbito, con l’aria russa da lei respirata, lo spirito che l’animava? Dove aveva preso quei modi che il pas de châle (il passo dello scialle) da lungo tempo avrebbe dovuto cancellare? Eppure erano quello stesso spirito e quegli stessi modi russi, inimitabili e inapprendibili, che lo zio si aspettava da lei. Appena ella si fermò, con un fiero, allegro e furbo sorriso di trionfo, il primo sentimento che aveva preso Nikolaj e tutti i presenti, la paura cioè che non se la potesse cavare, svanì ed essi già l’ammiravano.”
“…Essa faceva proprio quello che occorreva e lo faceva con una tale perfezione, che Anisja F?dorovna, che subito le porse il fazzoletto necessario per il ballo, fra le risa versò una lacrima, guardando quella contessina esile e graziosa, a lei così estranea, educata in mezzo alle sete ed ai velluti, che sapeva comprendere tutto ciò che c’era in Anisja, e nel padre di Anisja, e nella zia, e nella madre, e in ogni anima russa.”
Le tecniche narrative
Perfettamente in linea con i dettami del romanzo storico, Tolstoi, come il nostro Manzoni, in un certo senso, diventa Dio, è onnisciente come Dio, e determina la vita dei suoi personaggi.
Così come Manzoni, Tolstoi intreccia l’immaginario, ad es. il suo personaggio Principe Andrei Bolkonsky, con lo storico, ad es. Napoleone, senza soluzione di continuità, in modo che non ci accorgiamo di questa sovrapposizione,
Tolstoi rende plausibili gli incontri casuali e le relazioni dei suoi personaggi, in modo che il lettore non metta in discussione la veridicità dei fatti
Un’altra caratteristica interessante del romanzo è l’utilizzo del francese, con il quale comunicano le classi alte, che spesso hanno studiato in Francia, come Lev Tolstoi e il suo alter-ego nel romanzo Pierre Bezukhov.
Nicolai Rostov
La storia di Nikolai Rostov è una storia a parte, prima è apparentemente innamorato di Sonia, la cugina poverissima, alla quale promette più volte di sposarla non appena tornato dalla guerra.
Sonia
Poi, quando salva la principessina Marya, sorella di Andrei, se ne innamora e la sposa. Il matrimonio con Marya risolleva la famiglia Rostov da una situazione economica disastrosa, e Sonia, che non ha un soldo, è invitata comunque a vivere con Nicolay, in una condizione comunque penosa, perché guarda da vicino l’amore della sua vita che non avrebbe mai potuto avere e la sua nuova moglie.
Nicolai Rostov
E lui se ne cruccia: non riesce a capire perché, ma ritiene Sonia quasi un peso, una donna destinata ad avere sempre di meno dalla vita (così pensa anche Natasha di Sonia)
“Si cammina nella vita con la mano nella mano di una persona; poi, a un tratto, questa persona scompare là dove non c’è un dove, e tu stesso ti fermi davanti a quell’abisso e ci guardi dentro. E io ci ho guardato.”
Pierre Bezukhov
Proiezione dell’autore nel romanzo
Figlio illegittimo di un ricco nobile di Mosca, il conte Bezukhov
Ha trascorso molto tempo in Francia, intriso di idee rivoluzionarie, si unisce alla massoneria
Suo padre muore, lasciandogli la sua ricchezza
Il duello
Stupidamente sposa la voluttuosa Hélène Kuragin
Ha un duello con uno degli amanti di sua moglie, che ha numerose relazioni adulterine
Assiste allo scontro di Borodino, e in seguito è fatto prigioniero dai francesi
Incontra Platon Karataev, contadino russo, che incarna la forza interiore del popolo russo, il narod russo.
Possiamo vedere in nuce, in Pierre, l’anarchismo cristiano e l’amore per il popolo russo tipici di Tolstoi, nonché la ricerca di una verità e di un punto di riferimento, che spesso portarono Pierre e appunto Lev in direzioni non convergenti.
Il matrimonio di Andrei e Natasha
Natasha balla con il principe Andrei a San Pietroburgo (il suo primo ballo!), dove è presente l’imperatore Alessandro.
Pierre è innamorato di lei, ma non sa ballare: incoraggia il suo amico, il principe Andrei, a ballare con lei, e lui se ne innamora.
Poi la sposerà, come detto, e avrà 4 figli. L’epilogo di Guerra e pace ha qualcosa di simile a quello dei Promessi Sposi, forse.
Tuttavia credo che i pensieri di Pierre meglio sintetizzino la visione della vita di Tolstoi, disincantata e
A Pierre tutte le persone apparivano come dei soldati, che però non cercavano, come i soldati, scampo dal pericolo, ma cercavano scampo dalla vita: chi nell’ambizione, chi nel gioco, chi scrivendo leggi, chi nelle donne, chi nei giocattoli, chi nei cavalli, chi nella politica, chi nella caccia, chi nel vino, chi negli affari di Stato. «Non c’è nulla di insignificante, né d’importante, tutto è uguale; solo trovar scampo alla vita come meglio si può,» pensava Pierre. «Solo non vederla, lei, questa terribile vita!»”
Trama
Guerra e pace si apre nella città russa di San Pietroburgo nel 1805, quando la conquista dell’Europa occidentale da parte di Napoleone sta appena iniziando a suscitare timori in Russia. Molti dei personaggi del romanzo vengono presentati alla festa di un ricevimento di società, tra cui Pierre Bezukhov, il figlio illegittimo, socialmente goffo ma simpatico di un ricco conte, e Andrei Bolkonski, il figlio intelligente e ambizioso di un comandante militare in pensione.
Incontriamo anche la subdola e superficiale famiglia Kuragin, tra cui l’astuto padre Vasili, il figlio cacciatore di fortuna Anatole e l’affascinante figlia Helene. Infine conosciamo i Rostov, una nobile famiglia moscovita, tra cui la vivace figlia Natasha, la tranquilla cugina Sonya, e l’impetuoso figlio Nicholas, che si è appena arruolato nell’esercito guidato dal vecchio generale Kutuzov.
Le truppe russe sono mobilitate in alleanza con l’impero austriaco, che attualmente sta resistendo all’assalto di Napoleone. Sia Andrei che Nicholas vanno al fronte. Andrei è ferito nella battaglia di Austerlitz e, sebbene sopravviva, è considerato quasi morto. Pierre diventa unico erede della fortuna di suo padre e sposa la superficiale Helene Kuragin. Helene tradisce Pierre, e lui sfida il suo seduttore ad un duello in cui Pierre quasi uccide quell’uomo, Dolochov.
La moglie di Andrei, Lisa, dà alla luce un figlio proprio mentre Andrei torna a casa nella sua tenuta, con grande shock della sua famiglia. Liza muore di parto, lasciando la devota sorella di Andrei, Maryaa, a crescere il figlio. Nel frattempo, Pierre, disilluso dalla vita coniugale, lascia la moglie e si dedica alla Massoneria.
Pierre cerca di applicare gli insegnamenti della pratica alla gestione della sua proprietà e di condividere questi insegnamenti con il suo scettico amico Andrei, che sta lavorando per aiutare a riformare il governo russo.
Nel frattempo, le fortune della famiglia Rostov stanno venendo meno, in parte grazie ai debiti di gioco di Nicholas. I Rostov considerano l’eventualità di vendere la loro amata tenuta di famiglia, Otradnoe. Nicholas è incoraggiato a sposare una ricca ereditiera, nonostante la sua precedente promessa di sposare Sonya. La carriera militare di Nicola continua e lui è testimone della grande pace tra Napoleone e lo zar Alessandro. Natasha cresce, partecipa al suo primo ballo e si innamora di vari uomini prima di attaccarsi seriamente ad Andrei.
Il padre di Andrei si oppone al matrimonio e richiede ad Andrei di aspettare un anno prima del matrimonio di Natasha. Natasha si sottomette con riluttanza a questa richiesta e Andrei parte per viaggiare.
Dopo che Andrei se ne va, suo padre diventa irritabile e crudele con Maryaa, che accetta la crudeltà con il perdono cristiano. Natasha è attratta da Anatole Kuragin, che confessa il suo amore. Alla fine decide di amare Anatole e intende fuggire con lui, ma il piano fallisce. Andrei torna a casa e respinge Natasha per la sua storia sentimentale con Anatole. Pierre consola Natasha e prova un’attrazione per lei. Natasha si ammala.
Nel 1812 Napoleone invade la Russia e lo zar Alessandro dichiara con riluttanza guerra. Andrei ritorna al servizio militare attivo. Pierre osserva la risposta di Mosca alla minaccia di Napoleone e sviluppa la folle sensazione di avere una missione per assassinare Napoleone. I francesi si avvicinano alla tenuta Bolkonski e si consiglia a Maryaa e al vecchio principe Bolkonski (padre di Andrea) di andarsene. Il principe muore proprio mentre arrivano le truppe francesi. Marya, costretta a lasciare la sua tenuta, trova ostili i contadini locali. Nicholas si avvicina e salva Marya.
Russi e francesi combattono una battaglia decisiva a Borodino, dove l’esercito russo più piccolo sconfigge inspiegabilmente le forze francesi, con grande sgomento di Napoleone.
A San Pietroburgo, la vita nei circoli elitari continua come se Mosca non fosse occupata. Helene chiede l’annullamento del suo matrimonio con Pierre per sposare un principe straniero. Angosciato da questa notizia, Pierre è sconvolto, evita tutti i suoi compagni, e vaga da solo nella Mosca saccheggiata.
Nel frattempo, i Rostov fanno le valigie, preparandosi all’evacuazione, ma abbandonano i loro beni per trasportare invece soldati feriti. Il fratello minore di Natasha, Petya, entra nell’esercito. All’uscita dalla città, i Rostov portano con sé Andrei ferito. Pierre, che ancora vaga mezzo pazzo per le vie di Mosca, vede una diffusa anarchia, saccheggi, incendi e omicidi. Ancora ossessionato dalla sua missione di uccidere Napoleone, salva una ragazza da un incendio, ma viene arrestato dalle autorità francesi.
Pierre assiste all’esecuzione di molti dei suoi compagni di prigione e si lega a un saggio contadino di nome Platon Karataev.
La zia di Nicholas cerca di organizzare un matrimonio tra Nicholas e Marya, ma Nicholas resiste, ricordando il suo impegno con Sonya. Marya visita i Rostov per vedere il ferito Andrei, e Natasha e Marya si avvicinano. Andrei perdona Natasha, dichiarandole il suo amore prima di morire. Il generale Kutuzov riconduce le truppe russe verso Mosca, che i francesi hanno finalmente abbandonato dopo la sconfitta a Borodino.
I francesi costringono i prigionieri di guerra russi, compreso Pierre, a marciare con loro. Lungo la strada, Platon si ammala e viene colpito, perché rallenta la marcia. I russi seguono la ritirata francese, e ne conseguono piccoli combattimenti partigiani. Petya, giovanissimo, viene colpito e ucciso.
Epilogo
Pierre, dopo essere stato liberato dai francesi, si ammala per tre mesi. Dopo essersi ripreso, si rende conto del suo amore per Natasha, che lei ricambia. Pierre e Natasha si sposano nel 1813 e alla fine hanno quattro figli. Natasha diventa una matrona russa solida e sciatta. Nicholas sposa Marya, risolvendo i problemi finanziari della sua famiglia. Ricostruisce anche la tenuta della famiglia di Marya, che era stata danneggiata durante la guerra. Nonostante alcune tensioni, Nicholas e Marya godono di una felice vita familiare.