Giovanni Ghiselli: professore di greco e latino
27 Gennaio 2019Giusy
27 Gennaio 2019Un antefatto
Gli atleti del sesso. La cena allAranybika.
Un pomeriggio, forse quello del primo di agosto, Elena venne al solito incontro amoroso, verso le 5 del pomeriggio, con una lettera in mano. Disse che l’aveva appena ricevuta dal suo amico” finlandese e si scusò poiché doveva finire di leggerla. Ne tremai. Quando la ripiegò, con tutta la calma possibile, anzi, simulando noncuranza, le domandai: novità?”
Rispose: No. Ha scritto parole tanto banali e scontate che potevo dirmele da sola”.
La paura si capovolse in ardire e il mio istinto erotico ne fu potenziato.
Andiamo a fare l’amore”, le dissi. Ho predisposto lo sgombro della camera da parte degli altri tre e ho fatto anche cambiare le lenzuola”.
Voi Italiani trovate sempre il modo di arrangiare tutto”, commentò, compiaciuta del resto.
Io ero felice del pericolo scampato e volevo festeggiare l’evento.
Sicché andammo in camera e facemmo l’amore parecchie volte, una decina più o meno. Dopo l’ultima di questa serie meravigliosa, Elena mi disse che io non ero normale, in meglio si intende, e che lei era unamante comoda poiché, data la sua condizione, il rapporto amoroso non richiedeva cautele, e per giunta non aveva mestruazioni.
Con te lo farei innumerevoli volte anche con le mestruazioni”, replicai.
Allora facciamolo ancora, prima di andare a cena”
Erano già passate le otto e io ero stremato. I tre contubernali per giunta dovevano passare in camera a momenti, secondo gli accordi. Dissi che avevo fame e che potevamo riprendere più tardi, magari quella notte stessa.
Allora non mi ami quanto sostieni e millanti”, scherzò.
Stimolato da questa magnifica provocazione, lo scrivo per i disgraziati giovani di oggi che prendono il viagra, feci, facemmo l’amore ancora un paio di volte. Quindi andammo a cena tutti contenti, al ristorante dellhotel Aranybika[1], nel centro della città, dove avevo dormito la notte del luglio del 1966, quando, con una scassata Seicento Fiat arrivai per la prima volta, spaesato e spaventato, nella sconosciuta cittadina ungherese dove avrei passato alcuni tra i mesi più belli della mia vita. Ma allora non lo sapevo. Era già notte e non fui nemmeno capace di trovare l’Università nascosta nel grande bosco.
Sicché passai in quell’albergo la prima notte di Debrecen.
[1] Significa toro doro”.
[2] Cfr, Cardarelli, Estiva, 7.
[3] Zeu;~ d ‘ a[mudi~ brovnthse kai; e[mbale keraunovn (Odissea, XII, 415)
[4] Virgilio, Eneide III, 395. I fati troveranno la via.
[5] Cfr. Pindaro: gevnoio oi|o~ ejssiv” (Pitica II v. 72), diventa quello che sei.
[6] Virgilio, Eneide III, 395. Ci sarà, invocato un dio
[7] Cfr, Euripide, Baccanti 307.
[8]Cfr, Virgilio, Eneide VI, 304. già piuttosto vecchio, ma la vecchiaia è tosta e verdeggiante. Sono tornato da un giro ciclistico del Peloponneso, un migliaio di chilometri con montagne erte e discese vertiginose. Un caldo fra i 35 e i 45 gradi. E me ne vanto, come vedi, lettore.
[9] Eschilo, Prometeo incatenato 210. Una sola forma di molti nomi. Prometeo invoca Tetide e Gea, la Magna mater, sua madre.
[10] Cfr. Eschilo, Agamennone 160.
[11] Storie 21, 1, 19. E dio che dirige i voli degli uccelli.
[12] quod in adulto flore sectarum est indicium frugum (Ammiano Marcellino, 22, 9), cosa che è simbolo delle messi recise quando sono mature
[13] Aristofane fa dire a Strepsiade che nessuno degli uomini del pensatoio di Socrate per economia si è mai fatto tagliare i capelli o si è unto il corpo o è andato nel bagno a lavarsi:”oujd& eij” balanei’on hlqe lousovmeno”” (Nuvole , del 423, v. 837). il Coro degli Uccelli (del 414) più specificamente qualifica Socrate come a[louto” (v. 1553), non lavato.
[14] Cfr. Adriano Augusto: Ego nolo Florus esse.
[15] Cfr. Sofocle, Edipo re 660.
[16] Cfr. Omero, Odissea V, 65.
[17] Cfr. Ovidio, Metamorfosi, VI, 97.
[18] Cfr. Pet?fi, La puszta d’inverno.
[19] Cfr. Sofocle, Aiace, 857.
[20] Cfr. Ovidio, Metamorfosi II, 154.
[21] Dante, Purgatorio XIII, 19-21. Cfr. anche Manzoni, Adelchi II, 3: Era mia guida il sole”. Anche un autore cristiano deve riconoscere il nesso tra il Sole e Dio.
[22] Magda Szabó, Il vecchio pozzo, p. 25.
[23] T. Hardy, Tess, trad. it.Mondadori, 1987, p. 80.
[24] Cfr. Petronio, Satyricon 23.
[25] Magda Szabó, Il vecchio pozzo, trad. it, Einaudi, Torino, 2011, p. 29-30.
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