Seconda guerra mondiale
27 Gennaio 2019Paul Verlaine di Carlo Zacco
27 Gennaio 2019Appunti, videolezioni, poesie di Hugo Von Hofmannsthal, a cura del prof. Carlo Zacco
Hugo Von Hofmannsthal (1874 – 1929)
La vita. Nasce a Vienna nel 1875 da una famiglia aristocratica. E ingegno precoce, educato alle lettere, alla musica e all’arte esordisce giovanissimo. In Germania frequenta assiduamente la ‘Kreis di Stefan George, del quale subirà, al pari di altri, un notevole fascino, ma dal quale tuttavia si separerà presto in modo brusco, considerandolo persona ambigua e pericolosa.
A partire dal 1902 Hofmannsthal abbandona la poesia e si dà al teatro e alla librettistica, collaborando, tra gli altri, con Strauss.
Poetica. Hofmannsthal è poeta decadente-simbolista; nella sua poetica viene ricercata la bellezza della parola, e si cerca di andare oltre il significato delle parole, per cercare uno stato di purezza superiore.
In particolare un tema ricorrente della sua poesia è il superamento del transeunte in direzione dell’eterno; il passaggio dall’essere al divenire. Hofmannsthal avverte la provvisorietà di ogni cosa e condizione umana; per lui vita e morte non sono nettamente separati, ma sono due mondi che si confondono ed hanno confini sfumati. Il punto di contatto tra queste due realtà è la dimensione onirica.
Erlebnis (1892)
La poesia Esperienza compare in Blatter fur die kunst nel 1892, quando il poeta è ancora diciottenne. Il titolo, in originale Erlebnis, è di difficile traduzione, dati i molti significati che assume nei vari contesti. E stata tradotta con Ricordo, Avventura, Attimo; letteralmente significa Esperienza, ed è sinonimo di Erfahrung, il tema ha origine etimologica da leben, vivere.
Il cuore di questa poesia è il passaggio dalla vita alla morte, dove per morte non si intende quella fisica del corpo, ma uno stato di profondissima nostalgia nei confronti della vita che il poeta non sa vivere appieno e che gli sfugge. Il poeta è dunque in vita, ma dentro di sé vive un esperienza paragonabile a quella della morte.
Testo | Traduzione | Parafrasi | Commento |
Mit silbergrauem Dufte war das Tal Der Dämmerung erfüllt, wie wenn der Mond Durch Wolken sickert. Doch es war nicht Nacht. Mit silbergrauem Duft des dunklen Tales 5 |
La valle aveva un profumo grigio argento Il crepuscolo si incontra come se la luna Sbirciasse tra le nuvole. Ma non era notte. Con un profumo grigio argento ella valle oscura 5 |
vv. 1-5: La valle era pervasa di un vapore grigioargento come quando la luna filtra tra le nuvole. Ma non era la notte. I miei pensieri crepuscolari svanivano man mano con quel vapore 5 |
1)Una serie di immagini: la valle trasparente come quando la l’una filtra tra le nuvole, ma non era la notte: chiaramente non si parla di un paesaggio reale ma di una proiezione dell’io del poeta: il contrasto vita/morte pare confermato dalla descrizione di un paesaggio con tremori notturni, anche se non è notte. I pensieri svaniscono e il poeta passa dalla veglia al sonno. |
Verschwammen meine dämmernden Gedanken, Und still versank ich in dem webenden, Durchsichtgen Meere und verlieÉ das Leben. Wie wunderbare Blumen waren da, Mit Kelchen dunkelglühend! Pflanzendickicht, 10 |
I miei pensieri nascenti si offuscarono E silenziosamente sprofondai nella tessitura Mari trasparenti e vita abbandonata. Che fiori meravigliosi c’erano, Buio bagliore di calici! boschetti di piante, 10 |
vv. 6-10:
ed io abbandonai la vita
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2) Le immagini sono più incredibili di quelle precedenti, corolle luce fulva, folte liane; la situazione è onirica con effetti evanescenti; |
Durch das ein gelbrot Licht wie von Topasen In warmen Strömen drang und glomm. Das Ganze War angefüllt mit einem tiefen Schwellen Schwermütiger Musik. Und dieses wuÉt ich, Obgleich ichs nicht begreife, doch ich wuÉt es: 15 |
Attraverso una luce giallo-rossa come di topazi In flussi caldi penetravano e brillavano. Il tutto Era pieno di un profondo gonfiore Musica triste. E questo lo sapevo Anche se non lo capisco, ma lo sapevo: 15 |
vv. 11-15:
Dei raggi di una luce fulva 10 |
3) l’immagine della valle ricompare ma anziché materializzarsi, si smaterializza. La musica rende tutto ancora più immateriale e sfumato. Il mare è una foresta di fiori, liane, luce; le sue correnti sono la luce, le sue onde sono musica dolente. Il poeta cerca di capire in che cosa consista quel passaggio, e conferma essere la morte.
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Das ist der Tod. Der ist Musik geworden, Gewaltig sehnend, süÉ und dunkelglühend, Verwandt der tiefsten Schwermut. Aber Seltsam! Ein namenloses Heimweh weinte lautlos 20 |
Questa è la morte. È diventato musica Possente desiderio, dolce e oscuro splendore, Legato alla malinconia più profonda. Ma strano! Una nostalgia senza nome piangeva silenziosamente 20 |
vv. 16-20: Sentivo dentro di me un rimpianto della vita muto e senza nome, lo stesso che sente qualcuno che si trova su una nave 20 che passa davanti alla sua città natale: |
4) La morte tuttavia non è angosciosa, ma come una specie di musica triste, con note dolenti. La vita è stata abbandonata solo dall’anima cosciente del poeta, il trapasso non è una vera morte, è una situazione onirica, dominata dalla nostalgia. |
In meiner Seele nach dem Leben, weinte, Wie einer weint, wenn er auf groÉem Seeschiff Mit gelben Riesensegeln gegen Abend Auf dunkelblauem Wasser an der Stadt, Der Vaterstadt, vorüberfährt. Da sieht er 25 |
Nella mia anima dopo la vita, pianse, Come si piange quando si è su una grande nave marittima Con gigantesche vele gialle verso sera Sulle acque blu scuro della città La città natale, passa. Lì vede 25 |
vv. 21-25: vede le strade e sente il fruscio delle fontane. Sente profumo di fiori, e si rivede quando |
5) Ho assistito alla mia morte ma sento ancora il rimpianto della vita. Come uno che dal ponte di una nave passa e scorge i contorni della sua città che scorre.
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Die Gassen, hört die Brunnen rauschen, riecht Den Duft der Fliederbüsche, sieht sich selber, Ein Kind, am Ufer stehn, mit Kindesaugen, Die ängstlich sind und weinen wollen, sieht Durchs offne Fenster Licht in seinem Zimmer – 30 |
Le strade, ascolta il mormorio delle fontane, odora Il profumo dei cespugli di lillà, vede se stesso Un bambino, in piedi sulla riva, con occhi da bambino, Chi ha paura e vuole piangere, vede Attraverso la luce della finestra aperta nella sua stanza – 30 |
vv. 26-30: vede le strade e sente il fruscio delle fontane. Sente profumo di fiori, e si rivede quando da bambino sul molo vedeva le navi passare e desiderava partire. |
6) L’esperienza è come quella dell’abbandono dei ricordi e il senso di strazio nel lasciarli. Il poeta è come un bambino che vorrebbe partire su una nave, ma una volta salito sente lo strazio dell’abbandono. |
Das groÉe Seeschiff aber trägt ihn weiter, Auf dunkelblauem Wasser lautlos gleitend Mit gelben, fremdgeformten Riesensegeln. 33 |
Ma la grande nave marittima lo porta avanti, Scivolando silenziosamente sull’acqua blu scuro Con vele giganti gialle a forma di straniero. 33 |
vv. 31-33: Ma ora quella nave lo porta lontano. |
7) L’esperienza evocata dal titolo non è altro che la nostalgia per una vita che sfugge, e che il poeta non è stato in grado di vivere. E la fuga da qualcosa che il soggetto non ha mai posseduto. Morte significa in questo caso nostalgia dell’esistenza. Vita e morte sono compresenti. |
Ballata della vita esteriore (1895)
Anche questa poesia compare per la prima volta in Blatter fur die Kunst nel 1895. Il linguaggio è legato a moduli linguistici e metrici tradizionali, nonostante Hofmannsthal esprimesse il senso tutto decadente di estraneità e di inappartenenza.
L’impere a la fin de la decadence
In questo periodo di fine ottocento l’Austria stava materialmente vivendo proprio quel periodo di decadenza politica che i teorici decadenti descrivevano per l’impero romano: l’impero asburgico era infatti in procinto di crollare.
– Il cuore di questa poesia è l’instabilità e l’inutilità di fondo della vita e l’angoscia che segue questa consapevolezza. La vita vissuta come nostalgia della vita.
Titolo: ballata della vita esterna; «esterna» nel senso di ciò che materialmente accade nel mondo. Ballata allude al ritmo del testo, tutto basato su figure anaforiche, alludendo alla vana giostra cui sembra risolversi l’esistenza.
Testo originale |
Traduzione
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Parafrasi |
Commento |
1 Und Kinder wachsen auf mit tiefen Augen, – 2 die von nichts wissen, wachsen auf und sterben, a 3 und alle Menschen gehen ihre Wege. –
4 Und süÉe Früchte werden aus den herben a 5 und fallen nachts wie tote Vögel nieder b 6 und liegen wenig Tage und verderben. a
7 Und immer weht der Wind, und immer wieder b 8 vernehmen wir und reden viele Worte c 9 und spüren Lust und Müdigkeit der Glieder. b
10 Und StraÉen laufen durch das Gras, und Orte c 11 sind da und dort, voll Fackeln, Bäumen, Teichen, d 12 und drohende, und totenhaft verdorrte… c
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E crescono bambini dai profondi occhi che nulla sanno, crescono e muoiono, e tutti gli uomini percorrono la loro via. E dolci divengono i frutti acerbi e di notte cadono a terra come morti uccelli e per poco vi giacciono prima di marcire. |
E sempre soffia il vento, e sempre di nuovo
ascoltiamo e diciamo tante parole,
e proviamo gioia e torpore nelle membra.
E strade corrono attraverso i campi, e luoghi
vi sono, qui e là, pieni di luci, d’alberi, di stagni,
ora minacciosi, ora spettralmente aridi…
vv. 1-12: I bambini con occhi profondi crescono e muoiono senza mai sapere nulla mentre tutti camminano per la loro strada.
I frutti acerbi maturano e diventano dolci; cadono durante la notte come uccelli morti, giacciono a terra, e dopo pochi giorni marciscono.
Il vento soffia in continuazione, come in continuazione sentiamo e pronunciamo discorsi; sentiamo nei nostri corpi il piacere e la stanchezza.
Le strade attraversano i prati; e lucerne, paludi e piante, cose aride e spente o vive piante compaiono qua e là.
Sono presentate una serie di immagini convenzionali della vita quotidiana. Il poeta passa in rassegna alcuni aspetti della vita nella loro mutabile fenomenologia, mettendone in rilievo i possibili aspetti e le loro trasformazioni. Anche qui vita e morte in un continuo trapasso.
13 Wozu sind diese aufgebaut? Und gleichen d
14 einander nie? Und sind unzählig viele? e
15 Was wechselt Lachen, Weinen und Erbleichen? d
16 Was frommt das alles uns und diese Spiele, e
17 die wir doch groÉ und ewig einsam sind f
18 und wandernd nimmer suchen irgend Ziele? e
Perché esistono? e mai uguali gli uni
agli altri? e sono di numero infinito?
Che cosa alterna il riso, il pianto, il pallore?A che ci giova tutto questo e questi giochi?
A noi che siamo adulti ed eternamente soli
e, pur vagando, cerchiamo ancora una meta.
vv. 13-18: A quale scopo è fatto tutto questo? Perché così tante cose e mai uguali l’una all’altra? Che cosa permette al riso. alle lacrime e al pallore di alternarsi?
Inizia qui la riflessione vera e propria: ci si domanda a che cosa serve tutto questo, qual è il senso di tutto ciò. Una serie di domande retoriche che come nella prima parte si susseguono con tono cantilenante, confermando il ritmo della ballata. Non si tratta di domande retoriche, ma di domande senza risposta.
19 Was frommt’s, dergleichen viel gesehen haben? g
20 Und dennoch sagt der viel, der „Abend“ sagt, –
21 ein Wort, daraus Tiefsinn und Trauer rinnt f
22 wie schwerer Honig aus den hohlen Waben. g
Che giova aver visto così tante cose?
Eppure dice molto chi dice “sera”,
parola che un senso profondo e dolore stilla
come greve miele dal cavo d’un alveare.
vv. 19-22: Qual è il vantaggio di questo eterno gioco per noi, che siamo travolti dal suo andamento circolare senza uno scopo nonostante la nostra grandezza?
Eppure, chi dice sera dice una parola che ha un senso profondo e doloroso che cola come il miele dal favo.
Il finale è misterioso. Bachof, studioso di mitologia antica, propone una soluzione. `/Esperoj, la stella della sera, rimette insieme ciò che `Hèj, l’aurora, aveva separato: ma la mattina è il momento in cui tutti si alzano e si affannano, la sera è il momento del raccoglimento, in cui la dispersione viene ricomposta. Tale ricomposizione avviene innanzitutto per mezzo della parola, che nel dare un nome, dà anche in senso e un ordine alle cose (consolazione nella poesia).
E la parola poetica dunque l’unica possibilità di dare un senso alla realtà che si disperde sotto i nostri occhi; Come a dire che mentre la realtà, la vita esterna, sfugge compiendo il suo cammino di eterna trasformazione senza di noi, la poesia ci consente di crearci una nostra realtà, a misura duomo, della quale noi siamo i protagonisti. Questa è un’interpretazione che tiene conto del senso più profondo della poesia simbolista, con poesia pura, poesia assoluta si intende proprio questa esigenza di rifondazione della realtà tramite le parole.
Il mistero. Motivo cardine del decadentismo e in particolare del simbolismo. La sensazione di vivere in un cosmo misterioso fatto di verità insondabili per l’uomo si traduce in questa poesia in un linguaggio misterioso, allusivo, dove le parole riflettono con la loro poca chiarezza, la loro ambiguità, questo senso di mistero.