Riassunto de “La peste di Camus” con commenti
14 Agosto 2022Salisburgo
14 Agosto 2022L’arte di questi pittori come la definì Adriano Cecioni teorico e critico del movimento, consisteva: “nel rendere le impressioni che ricevevano dal vero col mezzo di macchie di colori di chiari e di scuri”.
Anticipazioni
Timidi anticipi di pittura “a macchia” in Toscana si avvertono sia in opere di tradizione romantica, sia in opere di intonazione verista e naturalista (paesaggi, bozzetti di genere).
Una scuola
Questo movimento è l’unico che nel panorama del secolo meriti veramente il nome di scuola sia per la comunità di intenti che legava i componenti del gruppo provenienti da diverse regioni e tradizioni artistiche, sia per l’alta qualità complessiva dei risultati pittorici raggiunti.
Esposizione universale
La prima significativa occasione di confronto tra queste diverse componenti del realismo italiano era stata l’Esposizione nazionale di Firenze del 1861, dove si potevano vedere qualche quadro storico verista – sarebbe stato Domenico Morelli a teorizzare la pittura come rappresentazione di “figure e cose, non viste, ma immaginate e vere a un tempo” – ma anche opere effettivamente dipinte “dal vero”, come paesaggi e scene di vita quotidiana. Quest’ultima tendenza può essere esemplificata da piccoli dipinti come Chiostro del napoletano Giuseppe Abbati (1836-1868) e Tetti al sole del fiorentino Raffaello Sernesi (1838-1866): in essi emerge l’interesse essenzialmente ottico degli artisti, che si concentrano sulla resa dei rapporti cromatici e tonali di due frammenti di realtà, rappresentati secondo una radicale semplificazione delle strutture essenziali, prescindendo dal disegno e dal chiaroscuro anche in forza dell’osservazione che in natura i contorni non esistono.
1986, anno di svolta per i Macchiaioli
Fra i giovani artisti attivi intorno al 1850, si avvertiva la volontà di riforma in senso “europeo” dei generi pittorici affermati, in particolare, di quel romanticismo storico a cui ormai quasi tutti i più evoluti tra loro avevano aderito.
Anno cruciale di questi eventi innovatori fu il 1856.
In tale anno, a Firenze, i giovani frequentatori del caffè Michelangelo, avvertirono con maggiore nettezza la necessità di confrontare il loro operato con ciò che andava accadendo in ambito europeo.
Contesto storico: Nella caotica situazione politica e istituzionale dell’Italia preunitaria, sussistono ancora le tre grandi aree d’influenza politica previste nel 1815 dal congresso di Vienna.
A Nord il Regno Lombardo Veneto è infatti sotto il controllo austriaco, come anche il Gran Ducato di Toscana;
Al centro vige il potere temporale dei papi;
Al Sud il Regno delle Due Sicilie è sempre in mano ai Borboni.
…in Toscana…
Solo il Gran Ducato di Toscana vive una propria autonomia politica e culturale: infatti il granduca Leopoldo II garantisce ai suoi sudditi un governo moderato e non eccessivamente repressivo.
Firenze pertanto è una delle capitali culturali più libere e attive d’Italia, punto di riferimento sicuro e stimolante per tutti gli artisti e perseguitati politici costretti al silenzio e alla fuga dagli altri Governi.
…Caffè Michelangelo…
A Firenze si forma così il movimento artistico più importante dell‘Ottocento, quello dei Macchiaioli:
artisti, provenienti da ogni parte d’Italia, che si riunivano al Caffè Michelangelo (Michelangiolo) di Firenze in Via Larga fra il 1855 e il 1867 e propugnavano una pittura antiaccademica atta a riprodurre l’impressione del vero, volta a cogliere il senso più che l’apparenza delle cose, attraverso la tecnica abbreviata e diretta della macchia.
…scambi di idee…
In questi tempi la saletta del Caffè Michelangelo in Via Larga oggi Via Cavour era affollata di giovani talenti e qui gli artisti amavano scambiarsi le proprie idee al di fuori di ogni regola scolastica ed accademica, in un’atmosfera forse confusionaria ed irrequieta ma densa di stimoli e fermenti creativi.
Il nome
A Telemaco Signorini è fatta risalire la proposta di assumere il nome “Macchiaioli” da parte dei pittori del movimento, che così facendo accettavano con ironia il termine usato in senso dispregiativo da parte della stampa del periodo.
I teorici
Teorici del gruppo furono Adriano Cecioni che dettò le regole basilari dello “stile”, e Diego Martelli, critico d’arte e sostenitore del movimento.
1) Adriano Cecioni
L’arte di questi pittori come la definì Adriano Cecioni teorico e critico del movimento, consisteva: “nel rendere le impressioni che ricevevano dal vero col mezzo di macchie di colori di chiari e di scuri”.
2) Diego Martelli
Al suo ritorno da Parigi anche Il critico Diego Martelli, anima intellettuale del gruppo, nel corso di un’importante conferenza sugli impressionisti fatta a Livorno nel 1879, parla del caffè Michelangelo, descrivendolo come un luogo ricco di discussioni sui problemi dell’arte e di come la cultura figurativa locale si fosse diffusa, uscendo così dai limiti della provincia toscana internazionalizzandosi.
IN SINTESI:
Il movimento dei Macchiaioli nasce di fatto nel 1856; affermando che la forma non esiste, ma è creata dalla luce e che l’individuo vede tutto il mondo circostante attraverso forme non isolate dal contesto della natura quindi come macchie di colore distinte o sovrapposte ad altre macchie di colore, perché la luce colpendo gli oggetti viene rinviata al nostro occhio come colore.
Le macchie
Insomma, il punto di partenza di questo movimento artistico è che nella realtà non esistono né il disegno, né la linea di contorno. Il nostro occhio è colpito solo dai colori organizzati in masse contrapposte. Il passaggio da un oggetto all’altro avviene attraverso un cambiamento di colore. La pittura deve ricostruire la realtà per masse di colore, per MACCHIE. Il disegno e il chiaroscuro tendono a sparire.
…fino all’impressionismo…
Da questa teoria prende le mosse e viene influenzato anche il movimento degli impressionisti francesi, nato ben più tardi ed informato delle nuove tendenze dalle frequenti visite a Parigi dei nostri artisti.
Luoghi di ispirazione:
In Toscana:
- le campagne intorno a Firenze (Settignano);
- Livorno, la sua costa (Castiglioncello) e il suo interno (Gabbro);
- la campagna senese (Staggia)
- e la Maremma
In Liguria:
- La Spezia
- e le Cinqueterre (Riomaggiore).
Arco di tempo attività artistica
Primo decennio: di formazione ed elaborazione teorica
Anni sessanta e settanta massimo periodo di attività artistica
Fino alla fine del secolo ulteriori sviluppi e fase finale
Temi dominanti
- Motivi all’aperto (pascoli, vita nei campi e nei borghi, costumi locali, marine, ambienti urbani),
- ritratti,
- interni,
- vita domestica,
- edifici monumentali,
- Fatti d’arme legati al processo di unificazione
- rievocazioni letterarie.
I principali esponenti
- Giovanni Fattori
- Telemaco Signorini
- Diego Martelli
- Raffaello Sernesi
- Adriano Cecioni
- Giuseppe Abbati
- Odoardo Borrani
- Giovanni Boldini
- Silvestro Lega