Somnium Scipionis. Capitoli 28 e 29 del libro VI del De re publica di Cicerone
28 Dicembre 2019La sera fiesolana di D’Annunzio
28 Dicembre 2019“I pastori” è una delle poesie più celebri di Gabriele D’Annunzio, inclusa nella raccolta Alcyone (1903), il terzo volume delle sue Laudi del cielo, del mare, della terra e degli eroi, in una serie di poesie raccolte sotto il titolo: “Sogni di terre lontane”
Testo della poesia:
SOGNI DI TERRE LONTANE
i pastori.
Ora in terra d’Abruzzi i miei pastori
lascian gli stazzi e vanno verso il mare:
scendono all’Adriatico selvaggio
che verde è come i pascoli dei monti. 5
alpestri, che sapor d’acqua natìa
rimanga ne’ cuori esuli a conforto,
che lungo illuda la lor sete in via.
Rinnovato hanno verga d’avellano. 10
quasi per un erbal fiume silente,
su le vestigia degli antichi padri.
O voce di colui che primamente
conosce il tremolar della marina! 15Ora lungh’esso il litoral cammina
la greggia. Senza mutamento è l’aria.
il sole imbionda sì la viva lana
che quasi dalla sabbia non divaria.
Isciacquìo, calpestìo, dolci romori. 20
Ah perché non son io co’ miei pastori?
La poesia è un perfetto esempio del connubio tra la celebrazione della natura e la nostalgia di una condizione ideale di fusione tra l’uomo e il mondo naturale. In particolare, il testo racconta la transumanza, ovvero il tradizionale spostamento stagionale dei pastori abruzzesi dai monti ai pascoli del litorale adriatico.
Analisi della poesia
1. Il tema della migrazione
La poesia inizia con un tono imperativo e solenne: “Settembre, andiamo. È tempo di migrare“. Il poeta, come se fosse il capo dei pastori, esprime la necessità di partire, in un momento dell’anno in cui l’autunno sta per iniziare. L’atto della migrazione stagionale dei pastori simboleggia il ciclo eterno della vita, il legame tra l’uomo e la natura, ma anche un senso di nostalgia per un passato mitico.
L’Abruzzo è al centro del quadro descritto: una terra aspra e montuosa da cui i pastori, con le loro greggi, scendono verso il mare. Il mare Adriatico è definito “selvaggio” e paragonato ai pascoli verdi delle montagne, creando un parallelismo tra il mondo alpestre e il mare. La transumanza diventa un rituale antico che si ripete ogni anno, e il poeta si identifica con esso.
2. L’acqua natìa e il conforto dell’esilio
I pastori hanno bevuto “profondamente ai fonti alpestri”, un gesto che non ha solo una funzione pratica, ma anche simbolica. L’acqua bevuta rappresenta il legame con la terra natale e serve come un conforto per l’animo dei pastori, che devono affrontare l’esilio dai loro stazzi. Il sapore dell’acqua natìa rimane nei cuori, un modo per mantenere viva l’illusione di essere ancora legati alla terra d’origine.
3. Il tratturo e il richiamo della tradizione
Il viaggio dei pastori si svolge lungo il tratturo, un sentiero erboso millenario che collega le montagne al piano. Questo percorso è simbolicamente importante perché segna le vestigia degli antichi padri, il cammino tracciato dai pastori che li hanno preceduti. Il tratturo è quindi carico di storia e tradizione: rappresenta il legame con il passato e la continuità di una vita che si ripete da generazioni.
Il “tremolar della marina” segna il momento in cui i pastori arrivano a vedere il mare in lontananza, una visione che provoca una forte emozione. Il mare rappresenta il punto d’arrivo di un percorso faticoso, ma anche un mondo ignoto e inquietante.
4. Il paesaggio marino
Quando la greggia arriva lungo la costa, l’atmosfera diventa calma e immobile. La descrizione dell’aria senza mutamento e del sole che imbionda la lana crea un quadro statico e tranquillo, dove il tempo sembra fermarsi. La lana delle pecore, illuminata dal sole, si confonde quasi con la sabbia, evocando un’immagine di perfetta integrazione tra gli animali e il paesaggio naturale.
L’isciacquìo del mare e il calpestìo dei pastori e delle greggi creano una musica naturale che esprime la dolcezza e la calma della vita pastorale. Questo suono accompagna i pastori nel loro viaggio e amplifica il senso di armonia tra uomo e natura.
5. Nostalgia e identificazione del poeta
L’ultimo verso della poesia esprime il desiderio di D’Annunzio di essere parte di quel mondo: “Ah perché non son io co’ miei pastori?“. Il poeta si sente lontano da quella condizione primitiva e ideale, in cui l’uomo vive in perfetta sintonia con la natura. C’è una chiara nota di nostalgia per un’esistenza semplice, in contrasto con la complessità e le tensioni della vita moderna.
Questo sentimento è una delle caratteristiche principali della poetica dannunziana in Alcyone: il desiderio di tornare a uno stato di fusione con la natura, un mondo lontano dal caos della città e dalla corruzione della società. La transumanza, quindi, non è solo un movimento fisico, ma un viaggio simbolico verso una condizione esistenziale più autentica.
Temi principali
- Il ciclo della vita e il rapporto con la natura: La transumanza rappresenta il legame profondo e antico tra l’uomo e la natura. Il ciclo stagionale scandisce il tempo e i ritmi della vita dei pastori, che seguono un ordine naturale immutabile. La natura è fonte di vita, ma anche di mistero e di bellezza.
- Nostalgia e identificazione del poeta: D’Annunzio esprime una profonda nostalgia per la vita dei pastori, idealizzata come semplice e pura, in contrasto con la complessità della vita moderna. La sua identificazione con il mondo pastorale è un desiderio di ritorno all’essenza, un ritorno alla pace interiore.
- Tradizione e continuità: La transumanza simboleggia anche la continuità delle tradizioni. I pastori seguono il cammino tracciato dai loro antenati, e il viaggio lungo il tratturo diventa un atto di fedeltà a una cultura ancestrale.
- L’acqua e la terra natale: Il tema dell’acqua come legame con la terra d’origine è centrale. I pastori bevono dai fonti alpestri, e il sapore dell’acqua rimane nei loro cuori come conforto durante il viaggio. Questo gesto è una metafora del legame indissolubile con la propria patria.
Stile e linguaggio
Il linguaggio di D’Annunzio è ricco di immagini poetiche che evocano la natura e la sua bellezza. La descrizione della transumanza è un’operazione quasi pittorica, dove il poeta dipinge con le parole il paesaggio montano e costiero. L’uso di similitudini e metafore (come “l’Adriatico selvaggio”, “il sole imbionda sì la viva lana”) crea un’immagine vivida e suggestiva. Il ritmo è fluido e armonico, come se seguisse il passo lento dei pastori e delle greggi.
Conclusione
“I pastori” è una poesia che celebra il legame tra l’uomo e la natura, esaltando la vita semplice e ancestrale dei pastori abruzzesi. In essa, D’Annunzio esprime una profonda nostalgia per un mondo in cui l’uomo vive in armonia con i ritmi naturali, lontano dalle complessità e dalle alienazioni della modernità. La poesia è anche un omaggio alla transumanza, una pratica antica e simbolo di continuità e tradizione, che diventa, nelle mani di D’Annunzio, una metafora universale della condizione umana.