Ripasso di introduzione alla Divina Commedia,
27 Gennaio 2019Collab ORAle
27 Gennaio 2019di Irma Lanucara
Dalla psicologia scientifica derivarono vari indirizzi di pensiero, che le conferiscono un carattere particolarmente aperto e problematico.
Per grandi linee, si distinguono:
-
Psicofisiologia. Sorta e sviluppata nel clima filosofico e culturale del positivismo, ebbe come suoi primi esponenti Weber, Fechner, Wundt, Hemboltz, Ebbinghaus, che fissarono leggi quantitative al fine di regolare i vari fenomeni psichici, studiando le correlazioni tra funzioni organiche e le relative azioni. Con lo sviluppo delle nuove tecniche di ricerca la scienza ha dato vita alla cibernetica, il cui obiettivo consiste nel tradurre i nostri processi mentali e linguistici in sequenze e strutture meccaniche. In altre parole, attraverso l’uso del computer si tenta di riprodurre il più fedelmente possibile i meccanismi che regolano la mente umana.
-
Psicologia fisiologica (o psicobiologia). Si caratterizza come un’area multidisciplinare in quanto utilizza i dati forniti dalle scienze biologiche.
-
Psicologia differenziale. Si interessa delle differenze tra individui, come ad esempio quelle di genere (maschile e femminile).
-
Psicologia quantitativa. Ricorre all’uso di tecniche statistiche.
-
Psicologia comparata. Studia il comportamento animale e si basa su ricerche sperimentali. I dati ottenuti vengono utilizzati per interpretare alcuni aspetti del comportamento umano. Pavlov fu uno tra gli psicologi a studiare il comportamento degli animali.
-
La psicologia cognitiva (o Cognitivismo). Si concentra sullo studio dei meccanismi che regolano i processi conoscitivi a partire dalla prima infanzia. Tra gli esponenti più importanti abbiamo: Piaget, Bruner e Vygotskiy. Con Neisser il cognitivismo iniziò ad essere inteso come un ambito di ricerca autonomo, avente come oggetto di studio il funzionamento della mente umana.
I presupposti fondamentali da cui partono gli studiosi del cognitivismo sono i seguenti:
– Lo studio della mente, che può essere conosciuta con metodi empirici.
– La mente opera ad un livello astratto e generale e non va confusa con il cervello”, ma va paragonata ad un sistema operativo capace di elaborare informazioni, operazioni logiche, astrarre, dedurre, inferire in modo plastico, reversibile e creativo.
– La mente opera secondo il principio dell’organizzazione e tende a formare reticoli di elementi, dati e concetti che vengono strutturati in reti concettuali, mappe, schemi, ecc.. Mentre la psicologia tradizionale considerava queste funzioni psichiche come fenomeni separati, il cognitivismo le vede come interdipendenti, per cui collaborano in un sistema dinamico-plastico che si modifica continuamente nel rapporto con la realtà esterna. Il soggetto non risponde all’ambiente secondo il duro meccanismo stimolo-risposta, che in modo ripetitivo lavora con tutte le funzioni e costruisce continuamente le risposte” secondo le esigenze personali.
– La mente è un elaboratore di informazioni: essa è un modello in cui è possibile ricostruire la strada dei dati di entrata (input), fino alla strada di uscita (output).
– La mente condiziona e guida il comportamento dell individuo che agisce, desidera, progetta fino ad arrivare al conseguimento di obiettivi.
– Nell’ambito del cognitivismo rientrano anche la teoria delle comunicazioni, la cibernetica e le intelligenze artificiali.
· Psicologia sociale. Si basa su processi di interazione che si stabiliscono tra individui e gruppi sociali. Uno dei suoi principali esponenti è K. Lewin.
· Psicologia clinica. Si occupa dell’applicazione pratica dei risultati conseguiti dalla psicologia.
· Behaviorismo (o comportamentismo). Tra i suoi rappresentanti più importanti segnaliamo Watson, Tolman e Thorndike, che tentarono di esaminare il comportamento dall’esterno, cioè sulla base del semplice rapporto tra l’uomo e il suo ambiente. Le premesse teoriche sostenute da Watson sono le seguenti:
– Gli organismi (animali e umani ) si adattano al proprio ambiente per mezzo di dispositivi ereditari ed abitudinari .
– Certi stimoli provocano negli organismi determinate risposte, per cui da queste si può risalire agli stimoli e viceversa.
– Il metodo da adoperare deve essere quello empirico-sperimentale, che comporta la totale esclusione dell introspezione e che utilizza esperimenti di laboratorio condotti su animali .
· Psicologia della Gestalt. Ha come esponenti principali Wertheimer, Kohler, Koffka e Lewin. In questo caso l’esperienza psicologica deve essere colta come una totalità funzionale e strutturale sul piano percettivo, nel quale vengono percepiti i singoli elementi di un qualcosa, ma il qualcosa viene percepito come unità sulla base della esperienza percettiva. Gli studi effettuati dalla psicologia della Gestalt hanno aperto la strada sia al criterio psico-pedagogico della funzione di globalizzazione (Decroly), sia alla corrente dello strutturalismo.
· Funzionalismo. Brentano, James, Cotteel sono i principali esponenti di tale corrente psicologica che ha avuto come oggetto di studio soprattutto i fenomeni della motivazione e dell’apprendimento. L’obiettivo principale è quello di individuare e descrivere le operazioni mediante le quali la nostra coscienza si muove e, quindi, funziona”. Dal momento che la mente opera sempre secondo una modalità unitaria, gli psicologi studiano i vari fenomeni psichici non secondo il metodo analitico, bensì in modo unitario, stabilendo delle correlazioni tra fattori funzionali, come ricordi e desideri, e strutturali (la realtà così com’è). Tale tecnica di indagine è stata utilizzata molto nel campo dello studio della percezione.
· Strutturalismo. Tichner e Wundt sono i suoi principali esponenti. Secondo tale corrente di pensiero, l’oggetto della psicologia è l esperienza diretta. Il metodo di indagine quindi è l’introspezione sperimentale, utilizzata per scoprire e fissare leggi che regolano il processo della vita psichica conscia, operando una sorta di vivisezione” e cercando di scoprire e di accertare oggettivamente e quantitativamente ciò che si trova o si verifica nella mente.
· Riflessiologia. Ha come principali esponenti Bech e Pavlov. Essa studia, mediante tecniche assolutamente oggettive, i rapporti esistenti tra fenomeni psicologici e fisiologici. Le sperimentazioni vengono effettuate secondo modalità fondate sull’osservazione dei fattori che provocano determinate reazioni.
· Psicologia genetica (Piaget). Il suo ambito di ricerca è dato dalla storia della formazione della personalità individuale, la quale può essere compresa soltanto se viene ricostruita passo passo nella sua evoluzione, sin dal periodo neo-natale.
· Psicologia genetica. Va alla ricerca dei fattori di condizionamento apportati dall’ambiente esterno. Collegati agli studi sull’intelligenza sono anche quelli relativi allo sviluppo del linguaggio, alla formazione e all’interiorizzazione delle regole morali, alla percezione e alla memoria e alle peculiarità caratteristiche del pensiero infantile. Il metodo adoperato è quello genetico, che analizza il comportamento del bambino attraverso indagini longitudinali e cliniche, studiando gruppi di bambini di differente età.
· Psicologia dello sviluppo (o dell’età evolutiva). Studia e descrive la genesi e l’evoluzione dei diversi fenomeni psichici lungo l’arco dello sviluppo dell’individuo.
· Psicologia dell’educazione (psicopedagogia). Si occupa degli aspetti metodologici e didattici di alcuni fenomeni psichici. Viene anche detta psicopedagogia, cioè rappresenta un’area della psicologia che studia i risultati psicologici riferiti ai processi educativi. Lo psicopedagogista si interessa alle condizioni scolastiche in modo da adattarsi il più possibile ai bisogni degli allievi e si preoccupa di mettere a punto metodi di insegnamento e di apprendimento più efficaci, soprattutto grazie alle basi poste dalla Learning Theory (Teoria dell’apprendimento). Alcuni psicopedagogisti si sono specializzati nella gestione della classe aiutando gli insegnanti a sviluppare abilità sia psicologiche sia sociali che permettono di creare un ambiente scolastico sereno e produttivo.
Altri studiosi (fra i quali Paolo Zanelli e Giampietro Lippi) hanno posto attenzione all’organizzazione del contesto educativo elaborando specifici strumenti per la sua organizzazione, fra i quali lo sfondo integratore, che si diffuse in Italia nell’ambito dei nidi e delle scuole di infanzia. La psicopedagogia ha anche sviluppato una dimensione clinica esplicitata della Metodologia della Diagnosi Funzionale: una procedura mirata alla valutazione delle componenti psichiche e comportamentali generalmente impiegata nella scuola per indagare sulle influenze dei contesti familiari e per misurare le gravità delle situazioni di disabilità e disagio socio-relazionale. Oggi la psicopedagogia si occupa anche del ciclo di vita della terza età.
· Psicologia criminale. Branca della psicologia che studia i comportamenti che trasgrediscono le norme sociali, i quali possono tradursi in effettivi atti criminali. Le cause e i processi psichici che sono alle origini del disadattamento sociale e del comportamento criminale sono di vario tipo. Secondo l’orientamento biologico si presuppone l’esistenza di una relazione tra comportamento criminale e alcune caratteristiche fisiche genetiche. La teoria psicoanalitica afferma che coloro che attuano un comportamento di tipo deviante non dispongono di un adeguato controllo da parte del Super-Io. Le persone prive di questo autocontrollo sarebbero dominate dai bisogni di soddisfazione immediata dell’Es, senza riuscire a valutare i limiti morali richiesti dalla situazione. Secondo la teoria dell’apprendimento, invece, i comportamenti antisociali verrebbero assimilati attraverso limitazione dei compagni, e potrebbero essere influenzati dagli spettacoli violenti trasmessi dai mezzi di comunicazione.
· Psicologia del profondo. Comprende la psicoanalisi (S. Freud), la psicologia analitica (C.G. Jung) e in generale tutte le tecniche psicoterapeutiche elaborate ispirandosi al contributo freudiano.