Il compagno di Cesare Pavese – relazione di Federico Galli
27 Gennaio 2019Critica letteraria
27 Gennaio 2019
Relazione di narrativa di Luca Barbaglia e Daniel Migliozzi
TITOLO
Il titolo deriva dall’argomento importante di cui discute il protagonista con un falegname conosciuto nel lager.
AUTORE
Varlam Tichonovic Salamov nasce a Vologda (Russia) nel 1907 da un prete ortodosso, nel 1924, conclusi gli studi secondari, si trasferisce vicino a Mosca, dove lavora come operaio in una conceria. Nel 1926 viene ammesso al Primo corso della Facoltà di Diritto sovietico all’Università di Mosca e l’anno dopo partecipa alle commemorazioni del decennale della rivoluzione d’Ottobre sotto le insegne dell’opposizione.
Nel 1929 viene arrestato per la diffusione del “Testamento di Lenin” in chiave antistaliniana e condannato a tre anni di lager, che sconterà a Visera, negli Urali settentrionali. Liberato alla fine del 1931, Salamov torna a Mosca poco dopo e lavora in vari periodici. Nel 1936 pubblica il primo racconto su una rivista, ma il 12 gennaio 1937 viene arrestato con l’imputazione più grave, il famoso “articolo 58” che riguarda “l’attività controrivoluzionaria”, in particolare “trotskista”, per la quale viene condannato a cinque anni di reclusione in un lager “per lavori pesanti”. Trasferito in Siberia, nella regione della Kolyma, vi rimarrà fino al 1953, subendo ulteriori condanne basate sul metodo della delazione. Più volte destinato ai cantieri più duri, all’estrazione nei bacini auriferi o nelle miniere di carbone, più volte ridotto al limite estremo della sopravvivenza, non accetta mai di tradire i compagni con qualche confessione delatoria che gli permetterebbe di scampare a una morte quasi certa. Ormai ridotto allo stremo delle forze, nel 1945 riesce a farsi ricoverare in ospedale, dove conosce il dr. Pantjuchov, che cerca di trattenerlo in reparto il più a lungo possibile. Destinato ai “lavori generali” dopo le dimissioni, senza più scampo, incontra nel 1946 lo stesso medico, che riesce a introdurlo come infermiere all’Ospedale centrale per detenuti, dove rimane fino alla liberazione, il 13 ottobre 1951. Solo nel 1953 riesce a tornare a Mosca, dove inizia a scrivere, con grande sofferenza e tormento interiore i “Racconti di Kolyma”. Lavora in vari stabilimenti e collabora a diverse riviste, su cui pubblica le prime poesie. Nel 1956 viene riabilitato “per non aver commesso il fatto”. L’anno successivo si ammala gravemente e riesce a ottenere una misera pensione di invalidità. Continua per più di un decennio a scrivere i racconti, ossessionato dall’imperativo morale di ricordare i milioni di morti innocenti nel Lager e si dedica anche alla stesura delle poesie e di altre opere. Nel 1978 a Londra esce la prima edizione dei “Racconti di Kolyma” in russo e nel 1980 a Parigi l’edizione in francese. La prima edizione in inglese esce a New York nel 1981. Nel frattempo le condizioni di salute di Salamov peggiorano ulteriormente e nel 1979 viene ricoverato in un pensionato per anziani e invalidi, dove muore solo e disperato il 17 gennaio 1982.
RIASSUNTO
Per via di una slogatura al piede, Varlam Salamov è costretto ad interrompere il suo lavoro in miniera; per questo gli viene affidato il compito di fare da assistente al falegname Adam Frisorger. Quest’ultimo è un uomo molto riservato e religioso, tanto che il protagonista lo osserva in varie parti della giornata mentre prega. Un giorno, però, nel sentigli pronunciare il nome di Paolo fra i dodici apostoli, lo corregge, menzionandogli tutte le informazione che possedeva sull’argomento. Dopo qualche tempo, Frisorger ammise di essersi sempre dimenticato Bartolomeo, e da allora i due diventarono grandi amici, tanto che Salamov riuscì a convincerlo a scrivere alla sua giovane figlia che non vedeva da anni. Purtroppo la lettera di risposta conteneva una brutale richiesta di considerare nulla la parentela fra lei e suo padre, poiché quest’ultimo, secondo lei, era un nemico del popolo. Il protagonista, venuto a conoscenza di questa lettera, si incaricò di non farla mai pervenire al destinatario, bruciandola: in questo modo non permise che il cuore del povero Frisorger, che già tanto soffriva, dovesse ricevere un colpo così forte.
PERSONAGGI
Personaggi principali
– Varlam Salamov è un minatore del lager. Per via di una slogatura al piede, viene incaricato di fare da assistente ad Adam Frisorger. Diventeranno ottimi amici, tante che Salamov farà in modo che una lettera spiacevole della figlia di Frisorger possa arrivargli e renderlo infelice ed infierire sulla sua già dura esperienza nel lager.
– Adam Frisorger è il falegname del lager in cui lavora anche Salamov. Dopo che quest’ultimo gli avrà fatto notare un suo errore nel ricordare i nomi degli apostoli, diventeranno grandi amici.
SPAZIO
Le vicende sono ambientate nel lager di Kolima. L’unico luogo dove si svolge la vicenda è il laboratorio di falegnameria.
TEMPO
Gli eventi narrati sono ambientati in un momento non precisato, tra il 1943 e il 1953, negli anni i cui il protagonista vive nel lager di Kolima. Le vicende coprono un arco di tempo non superiore a qualche settimana. Nella maggior parte del racconto le scene scorrono sotto agli occhi del lettore con la stessa velocità di lettura. Non vi sono prolessi o analessi particolari.
STILE
Il linguaggio adottato dall’autore è formale ed informale a seconda della situazione in sui si trovano i personaggi. Il registro è prevalentemente colloquiale, anche per il contesto in cui sono inseriti i fatti narrati.
TECNICHE DI PRESENTAZIONE DELLE PAROLE E DEI PENSIERI
E’ molto presente il discorso diretto, ma non mancano parti descrittive e di discorso indiretto. In vari casi il narratore usa il discorso indiretto libero per esprimere opinioni riguardo a personaggi o a fatti, poiché il narratore è anche personaggio. Sono presenti alcune pause riflessive da parte del protagonista.
NARRATORE
Il narratore non è altro che il protagonista della vicenda. La tecnica utilizzata è quella di tenere lo stesso filo conduttore del romanzo, cioè il periodo di lavoro forzato nel lager, ma di raccontare varie vicende non sempre legate l’una all’altra.
TEMATICHE
Il tema che viene espresso più chiaramente nel testo è la vita e il destino dei condannati a lavorare nel lager. Vengono narrati molti fatti sull’esperienza dello stesso protagonista. Spesso questi racconti sono incentrati sulle condizioni di lavoro e di alimentazione dei lavoratori, con frequenti cenni alle ingiustizie da essi subite da parte del personale militare. Si possono facilmente riconoscere le accuse rivolte contro il regime nazista e sovietico, che organizzavano questi campi di lavoro forzato anche per rinchiudervi gli oppositori del sistema.
COMMENTO Barbaglia
Ho trovato interessante questo libro perché, oltre ad essere di scorrevole lettura, non è eccessivamente crudo” nel narrare i fatti accaduti nei campi di concentramento durante gli anni 40 del novecento. Anche libri come questo aiutano a tenere viva, nella mente delle persone, la memoria di quegli orrendi eventi che, speriamo, non si ripresentino mai più.
COMMENTO Migliozzi
Nonostante l’argomento duro di cui si fa portavoce l’autore, credo che questo libro sia di piacevole lettura, poiché lho trovato, comunque, scorrevole. Penso anche che non sia uno dei soliti libri che mostra soltanto gli orrori e le ingiustizie dei lager, ma vengono anche citate molte esperienze di vita non così atroci come quelle presenti nella maggior parte dei romanzi che trattano questo argomento. Non per questo bisogna dimenticarsi dei soprusi che migliaia di persone hanno dovuto subire in quei duri anni in cui era al potere il regime: tutto ciò è, senz’altro, da condannare, ma anche da aver sempre presente, per non permettere che accada in futuro.