Di male in peggio dall’Arcadia di Jacopo Sannazaro
28 Dicembre 2019Armeni popolo da conoscere
28 Dicembre 2019I Ricordi di Francesco Guicciardini sono una raccolta di riflessioni politiche e morali scritte tra il 1512 e il 1530.
Questo testo, composto da brevi annotazioni, offre un compendio della visione realistica e disincantata della politica, della natura umana e della società del celebre pensatore fiorentino. I Ricordi rappresentano un ritratto della politica rinascimentale, ma allo stesso tempo conservano una straordinaria attualità grazie alla profondità delle intuizioni di Guicciardini.
Caratteristiche principali dei Ricordi
- Pragmatismo politico: Guicciardini abbandona idealismi e utopie, preferendo concentrarsi sulle circostanze concrete. Non crede in principi assoluti, ma nell’arte di sapersi adattare alla mutevolezza delle situazioni. Questo lo rende un pensatore profondamente scettico rispetto alla possibilità di elaborare regole universali per l’agire politico.
- Particulare: Un tema centrale dei Ricordi è quello del particulare, cioè l’interesse personale. Guicciardini sottolinea come gli uomini agiscano principalmente per perseguire il proprio vantaggio, mettendo in discussione qualsiasi visione idealizzata della politica come servizio al bene comune.
- Sfiducia nelle masse e nelle istituzioni: Guicciardini dimostra una profonda sfiducia nei confronti del popolo, delle masse e delle istituzioni democratiche. Ritiene che i governi repubblicani, come quello fiorentino, siano destinati al fallimento a causa della debolezza e dell’incompetenza del popolo.
- Il ruolo della fortuna: Come Machiavelli, anche Guicciardini riconosce il ruolo della fortuna (il caso, il destino) nella vita politica, ma è ancora più scettico sulla possibilità che l’uomo possa controllarla.
Dieci Ricordi spiegati
- Pragmatismo e flessibilità:
- «Non può essere savio né saviamente governare la sua vita chi non è capace di accomodarsi ai tempi e alle cose che corre.» (Ricordi, C 51)
- Questa riflessione sottolinea la necessità di sapersi adattare alle circostanze mutevoli della vita e della politica. Guicciardini vede nella flessibilità una delle qualità fondamentali del buon politico.
- Sfiducia nella natura umana:
- «Non si può più biasimare chi cerca il suo utile che lodare chi ha rispetto al bene altrui.» (Ricordi, B 28)
- In questo aforisma, Guicciardini esprime il suo realismo politico: gli uomini agiscono principalmente per interesse personale, e il politico deve riconoscerlo per governare con saggezza.
- Il particulare:
- «Non ho mai trovato uomo che, riputando le cose, non ci mischiasse il rispetto del suo particulare; anzi è cosa che quasi sempre si confà con lo universale.» (Ricordi, C 1)
- Questa citazione evidenzia la convinzione di Guicciardini che l’interesse personale sia alla base delle azioni umane, anche quando si tratta di decisioni pubbliche.
- Il ruolo della fortuna:
- «Non si può negare che la fortuna non abbia grandissima potestà sopra le cose umane; ma nondimeno si trova che ella sia più potente là dove è meno virtù e più pigrezza.» (Ricordi, B 149)
- Guicciardini riconosce l’importanza della fortuna, ma allo stesso tempo sottolinea come la virtù (intesa come capacità e prontezza di agire) possa limitarne l’impatto.
- La critica alla democrazia:
- «Chiunque governa città populare non può se non procedere in cose molle, o turbolento, o scellerato.» (Ricordi, B 28)
- Qui Guicciardini esprime il suo scetticismo riguardo alla capacità del popolo di governare con saggezza, sottolineando come le democrazie tendano al disordine o alla corruzione.
- L’inevitabilità del conflitto:
- «Sono quasi sempre più dannose le paci fatte con grande inequalità che le guerre stesse.» (Ricordi, C 55)
- Questa riflessione sottolinea come una pace ottenuta a condizioni ingiuste o sbilanciate possa generare nuovi conflitti più devastanti delle guerre che si cercano di evitare.
- Il pessimismo storico:
- «Né giudico che la prudenza umana possa rimediarvi, perché tante sono le varietà e i casi che sempre è più potente la fortuna che la prudenza.» (Ricordi, B 31)
- Anche se Guicciardini riconosce l’importanza della prudenza, crede che la fortuna (intesa come caso, imprevedibilità) sia spesso più determinante nelle vicende umane.
- L’inefficacia delle leggi:
- «Le leggi senza armi sono come corpo senza anima.» (Ricordi, B 33)
- Guicciardini insiste sull’importanza della forza per garantire l’efficacia delle leggi: senza il potere coercitivo, le leggi sono inutili.
- Il valore dell’esperienza personale:
- «Io non sono savio più che gli altri, ma ho avuta più esperienza che molti, e di questa esperienza mi servo.» (Ricordi, B 7)
- Qui emerge un principio centrale del pensiero guicciardiniano: l’importanza dell’esperienza personale nella comprensione della politica, un elemento che sottolinea la sua diffidenza verso le teorie astratte.
- Il disincanto politico:
- «Chi considera a che fine vanno le azioni degli uomini, vi troverà più inganni che verità.» (Ricordi, C 16)
- Guicciardini evidenzia il suo scetticismo e disincanto riguardo alle motivazioni umane, suggerendo che spesso le azioni politiche siano guidate da inganni e non da sincerità o trasparenza.
Conclusione
I Ricordi di Francesco Guicciardini rappresentano un’analisi lucida e disincantata della politica e della natura umana. Attraverso le sue riflessioni, egli mostra una visione pragmatica del potere, priva di illusioni e idealismi. A differenza di Machiavelli, che cerca leggi universali per il buon governo, Guicciardini insiste sull’unicità di ogni situazione e sull’importanza dell’adattamento e della discrezione politica. Le sue osservazioni sono permeate da un profondo scetticismo riguardo alla natura umana e alle istituzioni politiche, rendendolo una voce distintiva e ancora estremamente attuale nel panorama della storia del pensiero politico.