Uno nessuno e centomila di Luigi Pirandello agli estremi del relativismo
28 Dicembre 2019Canto diciassettesimo del Paradiso
28 Dicembre 2019I romanzi umoristici di Luigi Pirandello rappresentano una delle pietre miliari della letteratura italiana del Novecento, dove l’umorismo diventa un potente strumento per esplorare la crisi dell’individuo moderno.
Pirandello utilizza l’umorismo in modo diverso rispetto alla comicità tradizionale: non mira a far ridere semplicemente, ma piuttosto a svelare le contraddizioni della vita e a mettere in luce le discrepanze tra la realtà apparente e la realtà interiore. Questo umorismo, spesso amaro e intriso di malinconia, si manifesta nella riflessione sul conflitto tra l’essere e il sembrare, tra la maschera che indossiamo nella vita sociale e la nostra vera essenza, sfuggente e frammentata.
Il concetto di umorismo in Pirandello
Nel suo celebre saggio “L’umorismo” (1908), Pirandello definisce l’umorismo come la capacità di vedere oltre l’apparenza delle cose, di cogliere le motivazioni profonde che si nascondono dietro i comportamenti umani. Il comico tradizionale si ferma alla superficie, al paradosso o alla stranezza della situazione, mentre l’umorismo pirandelliano scava più a fondo, cercando di comprendere e giustificare l’assurdità della vita. Pirandello fa l’esempio della vecchia signora truccata: inizialmente, l’immagine di una donna anziana che si trucca in modo vistoso può suscitare ilarità, ma subito dopo si passa alla riflessione malinconica che nasce dalla consapevolezza del desiderio di giovinezza e dalla paura della vecchiaia che spingono la donna a mascherarsi.
Questa duplice visione della realtà, tra il sorriso amaro e la compassione, è il cuore dell’umorismo pirandelliano ed è la chiave interpretativa dei suoi romanzi.
Il fu Mattia Pascal: l’emblema del romanzo umoristico
“Il fu Mattia Pascal”, pubblicato nel 1904, è uno dei romanzi più rappresentativi di questa concezione umoristica. La storia di Mattia Pascal, un uomo che, creduto morto, approfitta di un caso fortuito per cambiare identità e ricominciare una nuova vita, è un esempio perfetto della doppia natura dell’umorismo pirandelliano: da un lato, la vicenda di Mattia è ricca di elementi comici e paradossali; dall’altro, rivela la tragicità dell’individuo che cerca disperatamente di sfuggire alle convenzioni sociali e di trovare una nuova dimensione esistenziale.
Trama de “Il fu Mattia Pascal”
Mattia Pascal vive una vita insoddisfacente e oppressiva. Vive in un piccolo paese ligure, Miragno, intrappolato in un matrimonio infelice con Romilda, costretto a lavorare in una biblioteca e in balia della suocera, donna Pescatore, che domina la famiglia. La sua vita è un susseguirsi di fallimenti e frustrazioni.
Un giorno, Mattia decide di allontanarsi dal paese per riflettere. Durante questo viaggio, scopre che la sua famiglia lo crede morto: un uomo ritrovato senza vita nel suo paese è stato identificato come lui. Approfittando di questo caso fortuito, Mattia decide di cambiare identità e di abbandonare la sua vita precedente. Si trasferisce a Roma e assume il nome di Adriano Meis, cercando di iniziare una nuova vita libera dalle costrizioni sociali e familiari.
Tuttavia, la nuova vita di Adriano Meis si rivela presto un’altra prigione. Senza un’identità legale, non può firmare contratti, sposarsi, o persino denunciare un furto che subisce. Questa situazione paradossale lo porta alla consapevolezza che, nonostante abbia cambiato nome e vita, non può sfuggire alle regole della società. La sua illusione di libertà si sgretola. Alla fine, decide di “far morire” anche Adriano Meis, inscenando un suicidio e tornando al suo paese come Mattia Pascal, “risorto” dopo anni di assenza. Ma il suo ritorno è anch’esso amaro: la moglie Romilda si è risposata e la sua vecchia vita è ormai perduta per sempre. Mattia Pascal non è più nessuno, né vivo né morto, ma solo un’ombra di ciò che era.
Temi principali del romanzo
- L’identità e il desiderio di fuga: Il tema centrale del romanzo è la crisi dell’identità. Mattia Pascal, sentendosi soffocato dalla sua vita precedente, cerca di liberarsi assumendo una nuova identità, ma scopre presto che l’identità non è qualcosa che si può cambiare liberamente. L’uomo è sempre vincolato dalle convenzioni sociali, e ogni tentativo di sfuggirvi si rivela vano. Il desiderio di fuga di Mattia rappresenta l’aspirazione universale alla libertà, ma la sua sconfitta mostra come l’esistenza individuale sia sempre condizionata dagli altri e dalle strutture sociali.
- La relatività della verità e dell’essere: Il romanzo è un’esplorazione della relatività della verità e della natura fluida dell’essere. Mattia scopre che non esiste un’identità univoca, ma che ciascuno di noi è definito dal modo in cui viene percepito dagli altri. Questo tema, che Pirandello svilupperà ancora più profondamente in “Uno, nessuno e centomila”, è presente in “Il fu Mattia Pascal” nel conflitto tra l’essere e il sembrare, tra l’immagine che gli altri hanno di noi e quella che noi abbiamo di noi stessi.
- L’umorismo tragico: Il romanzo è ricco di situazioni paradossali e comiche che però, a uno sguardo più attento, rivelano una realtà tragica. Il tono ironico e leggero con cui Mattia racconta le sue disavventure nasconde una riflessione più profonda sulla solitudine e sull’impossibilità di fuggire dal proprio destino. L’umorismo pirandelliano emerge proprio da questo contrasto: da una parte, la situazione grottesca e surreale del protagonista; dall’altra, la consapevolezza che ogni tentativo di liberarsi dalle catene sociali è destinato a fallire.
- La riflessione filosofica: “Il fu Mattia Pascal” è anche un romanzo di riflessione esistenziale. La morte simbolica di Mattia e la sua rinascita come Adriano Meis sollevano questioni profonde sulla natura dell’essere e sull’illusione della libertà. Mattia crede di poter vivere senza il peso della sua vecchia identità, ma scopre che senza un’identità sociale riconosciuta, la vita diventa insostenibile. Questo pone una domanda fondamentale: è possibile vivere senza essere definiti dagli altri? La risposta di Pirandello sembra essere negativa, sottolineando la fragilità dell’io e la dipendenza dell’individuo dalla società.
Conclusione
“Il fu Mattia Pascal” è un romanzo umoristico e tragico allo stesso tempo, che rappresenta in modo straordinario la crisi dell’identità moderna e il paradosso della libertà individuale. Attraverso il personaggio di Mattia Pascal, Pirandello indaga la condizione dell’uomo contemporaneo, intrappolato tra il desiderio di sfuggire alle convenzioni sociali e l’impossibilità di farlo davvero. L’umorismo pirandelliano non si limita a suscitare il riso: si spinge oltre, verso una riflessione più profonda e malinconica sulla fragilità dell’esistenza e sull’impossibilità di sfuggire ai ruoli imposti dalla società.