In principio era Dylan
27 Gennaio 2019Alda Merini
27 Gennaio 2019Relazione di narrativa sul libro Il barone Rampante di Italo Calvino, di Riccardo Varliero
Titolo: I nostri antenati
Il visconte dimezzato-Il barone rampante-Il cavaliere inesistente
Autore: Italo Calvino è una figura di rilievo internazionale. La sua attività letteraria si sviluppa tra l’immediato dopoguerra e i primi anni ottanta. La narrativa di Calvino procede infatti in molte direzioni, dal fantastico alla fiaba, dal fantascientifico al razionalistico, con un’estrema varietà di temi e con un originale intreccio tra finzione e realtà, allegoria e satira. Il piacere di raccontare vicende fantastico-fiabesche lo porta a descrivere mondi surreali con lucida razionalità.
Trama: In questo romanzo si narra di un adolescente di 12 anni, Cosimo, figlio del barone di un paese della Liguria, che, stanco della vita piena di regole e costrizioni, decide, come segno di protesta, di andare a vivere sugli alberi e di non scendere mai più.
Dapprima Cosimo conosce una bambina, Violante, di cui si innamora perdutamente; ma in seguito questa parte, spezzandogli il cuore.
Negli anni seguenti Cosimo si adatta alla vita sugli alberi sopravvivendo grazie alla caccia e vivendo molte avventure e molti avvenimenti: lotta contro i pirati, legge molti libri diventando un filosofo conosciuto in tutta Europa, conosce un pericoloso brigante, che riesce a redimere grazie alla cultura ma che vede poi morire sulla forca, fonda una squadra di vigili del fuoco, incontra un gruppo di persone spagnole che come lui vivono sugli alberi e conosce Ottimo Massimo, il cane che gli tiene compagnia per molti anni. Un giorno Violante ritorna a casa, e tra i due nasce un grande amore, che però si conclude male e quindi la ragazza riparte.
Cosimo passa tranquillamente gli ultimi anni della sua vita e alla fine muore, a sessantacinque anni, dopo essersi ammalato gravemente, attaccandosi all’ancora di una mongolfiera in volo e buttandosi lontano dal suo paese, per non dare agli abitanti la soddisfazione di vederlo alla fine toccare la terra.
Personaggi:
Il personaggio principale de Il barone rampante” è senza ombra di dubbio Cosimo. Anche se del suo aspetto fisico l’autore non scrive niente, il suo comportamento e il suo carattere vengono riportati nel romanzo con estrema cura.
L’aspetto più importante del suo carattere è sicuramente il grande anticonformismo e la grande avversione nei confronti delle regole del suo ceto sociale.
Nonostante questo suo stranissimo modo di vivere cerca di procurarsi tutte le comodità che possedeva durante la vita con i piedi per terra oltre a procurarsi un caldo giaciglio, un fucile per cacciare e un modo per potersi lavare. Dedica gran parte del suo tempo allo studio e alla lettura: continua a prendere lezioni dal suo vecchio maestro, fino a diventare, grazie alla lettura, più colto di lui e di molti letterati di fama mondiale, diventando un filosofo di fama internazionale conosciuto addirittura da Voltaire.
Un altro personaggio fondamentale del racconto è Biagio, fratello minore di Cosimo, che deve la propria importanza per il fatto d’essere l’io narrante delle vicende. All’età della ribellione del fratello, questi aveva appena otto anni, e di conseguenza, nonostante avesse promesso a Cosimo di dargli manforte in qualunque situazione, non aveva avuto il coraggio di abbandonare le comodità familiari, oltre all’episodio in cui Biagio rifiuta di seguire Cosimo sugli alberi, vi sono altre situazioni in cui questi preferisce rimanere nell’ombra piuttosto che emergere (e quindi rischiare) come il fratello.
Un altro componente della famiglia dei Rondò è la sorella di Cosimo e Biagio, la primogenita Battista.
Un’altra figura importante del romanzo è certamente il barone Arminio Piovasco di Rondò, ovvero il padre di Cosimo, Battista e Biagio. Nel libro viene certamente sottolineata la sua preoccupazione quasi morbosa per la gestione di Ombrosa.
La madre, Konradine von Kurtewutz, soprannominata la Generalessa per via del suo carattere estremamente autoritario. Konradine era figlia di un generale tedesco, e dopo la morte della madre, fu costretta a seguire il padre da un accampamento all’altro, acquisendo quella sicurezza di sé e quel modo di comandare che si possono coltivare solamente in un ambiente militare.
Un altro personaggio che appartiene alla famiglia dei Rondò. è il cavalier avvocato Enea Silvio Carrega, fratello naturale del barone.
L’ultimo personaggio che fa parte della famiglia di Cosimo è l’abate Fauchelafleur, un vecchietto secco e grinzoso di cui la gente lodava il carattere rigoroso e la severità interiore.
Un altro personaggio molto importante nella vicenda è Violante, nobile di nascita, che ostenta forse un’eleganza e una pomposità un po’ eccessive. Dal momento che i suoi genitori erano molto impegnati e non potevano badare a lei, Violante era per così dire uno spirito libero”. Tuttavia Cosimo rimase addirittura colpito da questo atteggiamento di sfida della ragazzina, e forse fu già dal primo giorno che la incontrò che se ne innamorò. Una volta cresciuto, il destino volle fu proprio l’atteggiamento volubile di Violante (che la spingeva a cercare sempre nuovi amanti fra i numerosi pretendenti), che condusse il povero barone di Rondò alla pazzia.
Un altro personaggio, che forse ricopre un ruolo solamente secondario, è il brigante Gian dei Brughi, famoso bandito che, si diceva, depredava le campagne circostanti ad Ombrosa.
Per ultimo il cane che gli tiene compagnia per molti anni: Ottimo Massimo.
Spazio: La vicenda si svolge principalmente ad Ombrosa, un paese immaginario della riviera ligure; spesso però il luogo della narrazione cambia per spostarsi in altri paesi della Liguria o addirittura a Parigi, dove il fratello di Cosimo, si recava per affari.
Sono tutti luoghi aperti e che acquistano un ruolo fondamentale nella narrazione.
Le caratteristiche psicologiche sono amplificate e proiettate nei luoghi descritti.
Tempo: La narrazione si svolge nell’epoca direttamente successiva alla Rivoluzione Francese (tra la fine del 1700 e la Restaurazione). La vicenda si svolge nell’arco della vita di Cosimo. I fatti scorrono sotto i nostri occhi con la stessa velocità con cui stiamo leggendo il testo. Non c’è corrispondenza tra fabula e intreccio perché sono presenti analessi.
Stile: Il linguaggio di questo libro è molto scorrevole, privo di lunghe descrizioni o riflessioni per imprimere alla narrazione un senso di velocità. L’autore ha raccontato tutto con un tono umoristico che spinge il lettore a continuare la lettura senza fermarsi. Sono presenti elementi di lingue straniere come il francese ed il tedesco. Il racconto è esposto in tono colloquiale.
Tecniche di presentazione delle parole e dei pensieri dei personaggi: Nel racconto prevale il discorso diretto e in certi punti sono presenti dei discorsi indiretti liberi e dei monologhi interiori.
Narratore: Il libro è scritto principalmente in terza persona, con un narratore interno, che sembra dare un tono più veritiero all’assurdità di quello che rende possibile tutto il racconto, cioè il fatto che il protagonista viva sugli alberi. Probabilmente l’autore sceglie questa tecnica anche perché, se avesse scelto di raccontare tutto come narratore esterno alla vicenda e quindi onnisciente, non avrebbe potuto creare l’alone di mistero che è una delle componenti più importanti della figura di Cosimo.
Tematiche: Secondo me, l’autore, utilizzando l’allegoria dell’uomo che vive sugli alberi, distaccato da tutti e da tutto ciò che accade, ha voluto raccontare il suo stato d’animo e specialmente la condizione propria di ogni uomo. Quindi, con questo racconto, il poeta vuole affermare che, nonostante la vita di un uomo possa essere felice e ricca di avvenimenti, ognuno è comunque solo e chiuso in se stesso. Inoltre la fragilità e la corruttibilità della condizione umana sono messe in luce dal fatto che Cosimo vive su sostegni fragili come i rami degli alberi, che sembrano forti all’apparenza ma che si rivelano poi vulnerabili ad ogni genere di pericolo. L’immagine di un uomo che si arrampica sulle piante per sfuggire alla solita routine e alla solita gente rappresenta in un certo senso l’immagine dell’uomo attuale, che, oppresso molto spesso dal lavoro, dalle persone, o semplicemente dalla noiosa quotidianità, decide di trovare una via di scampo e di evadere.
Commento: Ho trovato questo libro molto interessante, sia dal punto di vista della storia sia dal punto di vista metaforico; infatti, le cose che mi hanno colpito in misura maggiore sono la situazione insolita su cui si basa la vicenda, cioè la vita di un uomo sugli alberi, il modo in cui il protagonista cerca di adattarsi a questa vita insolita e i tentativi che fa per vivere civilmente anche in una condizione che non è umana, ma soprattutto la metafora che si nasconde dietro questo racconto, che, come ho già scritto, secondo me rappresenta il distaccamento e la solitudine propri di ogni uomo nei confronti della realtà e dei propri simili.
Grazie allo stile molto scorrevole, privo di lunghe riflessioni e descrizioni, ho trovato questo racconto avvincente ed entusiasmante; quindi consiglio caldamente di leggere questo libro, che all’apparenza può sembrare una favola per bambini ma che secondo me è molto di più.
Varliero Riccardo
1 Comment
[…] “Il barone rampante” di Italo Calvino di Riccardo Varliero […]