La vita di Alessio Tavecchio
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27 Gennaio 2019Relazione di narrativa sul romanzo Il barone Rampante di Italo Calvino, Gaiera Simone 4a F
Titolo: Il barone Rampante di Italo Calvino
Autore: Italo Calvino (Santiago de Las Vegas, Cuba 1923 – Siena 1985), scrittore italiano. Nelle sue opere ripercorse le linee principali della letteratura italiana del secondo dopoguerra, passando dal neorealismo dei primi lavori sulla Resistenza allo sperimentalismo degli scritti degli anni Sessanta e Settanta. Esordì nel 1947 con Il sentiero dei nidi di ragno, romanzo ispirato alla Resistenza, qui osservata dal punto di vista di un ragazzino, il protagonista Pin. Alla lotta partigiana, alla quale Calvino aveva partecipato, è dedicato anche il volume di racconti Ultimo venne il corvo (1949); di nuovo, il tentativo di essere il più oggettivo possibile porta l’autore ad assumere un punto di vista “strano”, quello di un gruppo di vagabondi. Gli anni Cinquanta furono anni fecondi. A partire dal 1950 lavorò a Torino per la casa editrice Einaudi; tra il 1952 e il 1959 pubblicò i romanzi della trilogia dei Nostri antenati (Il visconte dimezzato, 1952; Il barone rampante, 1957, premio Viareggio; Il cavaliere inesistente, 1959), parabole allegoriche che trattano della crisi esistenziale dell’uomo contemporaneo. Queste opere riflettono l’interesse di Calvino per la fiaba, che si tradusse nella pubblicazione delle Fiabe italiane (1956), riscrittura del patrimonio favolistico italiano, e dei Racconti (1958). Partecipò intensamente al dibattito politico-culturale (fu iscritto al Partito comunista fino al 1956, anno dei fatti d’Ungheria) e diresse con Elio Vittorini “Il Menabò” (1959-1967). Nel 1963 pubblicò La giornata di uno scrutatore, importante testo di impianto tradizionale, La speculazione edilizia e Marcovaldo, uno straordinario libro per ragazzi. Sono testi nei quali Calvino riflette sui problemi della società italiana del boom economico.
Riassunto: In questa storia che inizia il 15 giugno 1767 si narra di un adolescente di 12 anni, Cosimo Piovasco di Rondò, figlio del barone Arminio Piovasco di Rondò di un paese della Liguria, che, stanco della vita piena di regole e costrizioni decide di andarsene a vivere sugli alberi. Difatti un giorno, durante la cena, il ragazzo si rifiuta categoricamente di mangiare un piatto di lumache. Il padre lo caccia da tavola, e il rancore di Cosimo contro la famiglia, nato tempo prima a causa di una punizione ritenuta ingiusta, si esprime in tutto il suo vigore: il giovane esce dalla casa e si rifugia in cima all’elce che cresceva in giardino. Da qui in avanti il libro racconta tutte le varie peripezie, avventure, scoperte e amicizie fatte sugli alberi da Cosimo nel corso della sua vita. Dapprima Cosimo conosce una bambina, Violante, di cui si innamora perdutamente; ma in seguito questa parte, spezzandogli il cuore. Negli anni seguenti Cosimo si adatta alla vita sugli alberi, cercando di renderla più comoda possibile, sopravvivendo grazie alla caccia e vivendo molte avventure e molti avvenimenti: lotta contro i pirati, legge molti libri diventando un filosofo conosciuto in tutta Europa, conosce un pericoloso brigante, che riesce a redimere grazie alla cultura ma che vede poi morire sulla forca, fonda una squadra di vigili del fuoco, incontra un gruppo di persone spagnole che come lui vivono sugli alberi e che poi vede ritornare al proprio paese e conosce Ottimo Massimo, il cane che gli tiene compagnia per molti anni: se non che un giorno Violante ritorna a casa, e tra i due nasce una grande amore, che però si conclude male e quindi la ragazza riparte. Cosimo, raccontando le sue avventure, passa tranquillamente gli ultimi anni della sua vita e alla fine muore, a sessantacinque anni, dopo essersi ammalato gravemente, attaccandosi all’ancora di una mongolfiera in volo e buttandosi lontano dal suo paese, per non dare agli abitanti la soddisfazione di vederlo alla fine toccare la terra.
Personaggi: Cosimo: protagonista del romanzo, figlio primogenito del Barone Arminio Piovasco di Rondò e fratello di Biagio, il narratore del racconto. Anche se del suo aspetto fisico l’autore non scrive niente, il suo comportamento e il suo carattere vengono riportati nel romanzo con estrema cura. L’aspetto più importante del suo carattere è sicuramente il grande anticonformismo e la grande avversione nei confronti delle regole del suo ceto sociale: infatti questi determinano il litigio con i suoi genitori, litigio che lo porta a prendere la difficile decisione di abbandonare la terra per andare a vivere tutta la sua vita sugli alberi, già dall’età di 12 anni.
Viola: la ragazzina prima, la donna poi, è l’unico personaggio che riesce a mettere in imbarazzo Cosimo. Il suo atteggiamento di scherno, di costante ironia, è tale che Cosimo non è in grado di prevederlo. Questo fatto, per il giovane, cresciuto nella rigidità degli schemi della vita nobiliare, e vissuto sugli alberi per il resto della vita, rispettato e in generale temuto da tutti, è al di là della sua comprensione.
Altri personaggi: nella sua vita sugli alberi, Cosimo entra in contatto con i tipi umani più svariati: banditi, contadini, mercanti, pirati, a cui vanno aggiunti i componenti la famiglia: i genitori, l’abate Fauchelefleur, la sorella e il Cavalier Avvocato. Nessuno di questi, però, ha un’importanza decisiva nel racconto, tanto più che i passaggi che li riguardano sono rapidi e non si ripetono nel testo: non sono null’altro che brevi episodi che occupano Cosimo solo per poco tempo, come può essere un temporale, passato il quale il sole torna a splendere.
Spazio: La vicenda si svolge principalmente ad Ombrosa, un paese immaginario della riviera ligure; spesso però il luogo della narrazione cambia per spostarsi in altri paesi della Liguria o addirittura a Parigi, dove il fratello di Cosimo, si recava per affari. La narrazione si svolge nell’epoca direttamente successiva alla Rivoluzione Francese.
Tempo: La vicenda, raccontata sotto forma di flashback, dura 53 anni, dal 1767 al 1820.
Stile: La vicenda è narrata con toni di carattere fantastico, quasi come quello delle fiabe. La lingua usata è l’italiano, sebbene certe brevi conversazioni si svolgano in francese, russo e spagnolo
Tecniche di presentazione delle parole e dei pensieri dei personaggi:
Il discorso utilizzato è quello diretto, non è presente quello indiretto se non in alcuni tratti.
Narratore: Il libro è scritto principalmente in terza persona, con un narratore interno.
Tematiche: Secondo me, l’autore, utilizzando l’allegoria dell’uomo che vive sugli alberi distaccato da tutti e da tutto ciò che accade, ha voluto raccontare il suo stato d’animo e specialmente la condizione propria di ogni uomo; vuole mettere in evidenza la condizione di estrema solitudine di ogni uomo durante la sua breve vita. Inoltre, la fragilità e la corruttibilità della condizione umana, messe in luce dal fatto che Cosimo vive su sostegni fragili come i rami degli alberi, che sembrano forti all’apparenza ma che si rivelano poi vulnerabili ad ogni genere di pericolo.
Commento: Ho trovato questo libro molto interessante, sia dal punto di vista della storia sia dal punto di vista metaforico; infatti, le cose che mi hanno colpito in misura maggiore sono la situazione insolita su cui si basa la vicenda, cioè la vita di un uomo sugli alberi, il modo in cui il protagonista cerca di adattarsi a questa vita insolita e i tentativi che fa per vivere civilmente anche in una condizione che non è umana, ma soprattutto la metafora che si nasconde dietro questo racconto, che, come ho già scritto, secondo me rappresenta il distaccamento e la solitudine propri di ogni uomo nei confronti della realtà e dei propri simili. Grazie allo stile molto scorrevole, privo di lunghe riflessioni e descrizioni, ho trovato questo racconto avvincente ed entusiasmante.
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