6° Convegno CONVIVERE CON AUSCHWITZ – martedì 22 gennaio 2019 – iniz…
10 Gennaio 2019ESAMI DI STATO 1999 prova suppletiva
19 Gennaio 2019Traccia di un tema per l’esame di stato 2007
sessione suppletiva
Umberto SABA, da Preludio e canzonette, 1922
Il canto di un mattino
Da te, cuor mio, l’ultimo canto aspetto,
e mi diletto a pensarlo fra me.
Del mare sulla riva solatia,
non so se in sogno o vegliando, ho veduto,
quasi ancor giovanotto, un marinaio. 5
La gomena toglieva alla colonna
dell’approdo, e oscillava in mar la conscia
nave, pronta a salpare.
E l’udivo cantare,
per se stesso, ma si che la città 10
n’era intenta, ed i colli e la marina,
e sopra tutte le cose il mio cuore:
“Meglio – cantava – dire addio all’amore,
se nell’amor non è felicità”.
Lieto appariva il suo bel volto; intorno15
era la pace, era il silenzio; alcuno
né vicino scorgevo né lontano;
brillava il sole nel cielo, sul piano
vasto del mare, nel nascente giorno.
Egli è solo, pensavo; or dove mai20
vuole approdar la sua piccola barca?
“Così, piccina mia, così non va”
diceva il canto, il canto che per via
ti segue; alla taverna, come donna
di tutti, l’hai vicino. 25
Ma in quel chiaro mattino
altro ammoniva quella voce; e questo
lo sai tu, cuore mio, che strane cose
ti chiedevi ascoltando: or se lontana
andrà la nave, or se la pena vana 30
non fosse, ed una colpa il mio esser mesto.
Sempre cantando, si affrettava il mozzo
alla partenza; ed io pensavo: è un rozzo
uomo di mare? 0 è forse un semidio?
Si tacque a un tratto, balzò sulla nave;35
chiara soave rimembranza in me.
Umberto Saba (Trieste, 1883 – Gorizia, 1957), uno dei maggiori poeti del Novecento italiano, crebbe nell’ambiente della famiglia materna di origine ebraica. Compì studi irregolari e fece diversi mestieri. Fu anche collaboratore della “Voce”. Trascorse gran parte della vita a Trieste, dove dal 1919 era divenuto proprietario dì una libreria antiquaria. Nel 1921 uscì la prima edizione del Canzoniere (nel quale confluì la precedente produzione poetica). Nel 1938, in seguito alle leggi razziali, Saba fu costretto a cedere formalmente la proprietà della sua libreria. Dopo l’8 settembre 1943, fuggito da Firenze, fu a Roma, poi a Milano, dove si trattenne per una decina d’anni, pur tornando periodicamente a Trieste. Negli anni cinquanta le sue condizioni di salute si aggravarono, ma scrisse fino all’ultimo, in versi e in prosa. L’edizione del 1961, dopo la morte del poeta, raccoglie il testo completo del Canzoniere canonico. La poesia di Saba, autobiografica e legata a forme tradizionali, è anche caratterizzata da influssi culturali europei, in particolare mitteleuropei.
I. Comprensione del testo
Dopo una prima lettura, riassumi il contenuto informativo del testo in non più di dieci righe.
2. Analisi del testo
2.1 Individua le espressioni letterarie e arcaiche presenti nella poesia.
2.2 Nei vv. 13-14 e 22 sono citati più o meno liberamente versi tratti dalla canzonetta Cara piccina! di Libero Bovio e Gaetano Lama (1918). Saba attinge anche alla “Musa popolare”. Spiega i vv. 23-25, che si riferiscono appunto ai versi della canzonetta.
2.3 Il canto del marinaio “altro ammoniva” quando fu ascoltato dal poeta (v. 27). Spiega perché.
2.4 Soffermati sui vv. 29-30. Di che cosa è colpevole il poeta?
2.5 Spiega il dubbio del poeta ai vv. 33-34. Il marinaio “è un rozzo uomo di mare o è forse un semidio”? Perché “rozzo”? Perché addirittura un “semidio”?
2.6 Perché è così “soave” al poeta il ricordo di quell’avvenimento? Spiega il v. 36.
2.7 Esponi le tue osservazioni in un commento personale di sufficiente ampiezza.
3. Interpretazione complessiva e approfondimenti
Sulla base dell’analisi condotta, proponi una tua interpretazione complessiva della poesia e approfondiscila con opportuni collegamenti ad altri testi di Saba o a testi di altri autori, in particolare degli autori n’echeggiati da Saba (Petrarca, Leopardi, d’Annunzio).