Il Saul di Vittorio Alfieri
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28 Dicembre 2019Il carattere di Vittorio Alfieri, così come emerge dalla sua autobiografia “Vita scritta da esso”, è complesso, contraddittorio e segnato da una forte tensione verso l’indipendenza e la libertà personale.
Alfieri si descrive come una figura impulsiva, passionale e spesso dominata da una certa inquietudine interiore, ma allo stesso tempo estremamente determinata a perseguire la grandezza, soprattutto attraverso la scrittura. La sua vita, che narra in prima persona con stile sincero e diretto, è caratterizzata da un costante sforzo per disciplinare se stesso, affinare le sue capacità e costruire una visione del mondo incentrata sulla lotta contro la tirannia e sulla valorizzazione della libertà individuale.
Ribellione e inquietudine
Uno degli aspetti fondamentali del carattere di Alfieri, che traspare dalle pagine della sua “Vita”, è il suo spirito ribelle. Sin da giovane, Alfieri si descrive come un ragazzo insofferente alle regole e alla disciplina imposta dalle autorità scolastiche e famigliari. Questo senso di ribellione non è però fine a se stesso, ma rappresenta una prima espressione della sua volontà di non sottomettersi a nessuna forma di potere o autorità, tema che diventerà centrale anche nella sua produzione letteraria.
Alfieri era animato da una passione intensa, che lo portava spesso a esagerare nei suoi comportamenti e a prendere decisioni impulsive. Lui stesso racconta episodi di gioventù in cui era spinto da un impulso irrazionale, come quando si imbarca in viaggi senza meta precisa o si lancia in avventure pericolose, mosso da un’inquietudine interiore che sembra caratterizzarlo per gran parte della vita. Questa inquietudine non lo abbandona mai del tutto, ma si trasforma nel corso degli anni in una ricerca più razionale e disciplinata della grandezza e dell’immortalità artistica.
Amore per la libertà
Il valore della libertà è il fulcro del carattere di Alfieri, e permea sia la sua vita che la sua opera. Nella “Vita”, egli racconta con orgoglio i momenti in cui ha saputo liberarsi da condizionamenti esterni, rifiutando ruoli e incarichi che avrebbero limitato la sua indipendenza. Un esempio significativo è il suo abbandono della carriera militare, che aveva intrapreso come giovane aristocratico piemontese, ma che trovava troppo vincolante e priva di senso per il suo spirito libero.
Alfieri percepisce la libertà individuale non solo come un diritto naturale, ma come un obiettivo da conquistare attraverso una continua autodisciplina. Il suo rifiuto di ogni forma di dipendenza, anche economica, lo porta a vivere di rendite, rinunciando a cercare incarichi o favori dai potenti del tempo. Questo desiderio di autonomia personale e intellettuale si riflette anche nel suo rifiuto del mecenatismo, diffuso nella cultura del tempo: Alfieri vuole essere libero di esprimersi senza compromessi o costrizioni.
Passione e sensibilità
Alfieri si descrive nella “Vita” come una persona estremamente emotiva e sensibile, caratteristiche che lo portano spesso a provare sentimenti intensi, sia positivi che negativi. L’amore e l’odio sono due forze dominanti nel suo carattere, come egli stesso ammette. L’amore per la libertà e la giustizia si accompagna spesso a un odio viscerale per la tirannia e l’oppressione, che vedrà come nemici da combattere sia nelle sue opere letterarie che nel suo pensiero politico.
L’impulsività di Alfieri emerge anche nel racconto dei suoi rapporti affettivi, che descrive con una sincerità quasi brutale. Egli è capace di passioni travolgenti, ma allo stesso tempo è anche incline alla solitudine, che considera necessaria per mantenere la propria autonomia. Questo dualismo tra l’impulso di vivere intensamente le relazioni umane e la necessità di ritirarsi per preservare la propria libertà personale è uno degli elementi centrali della sua personalità.
Disciplina e autoeducazione
Se da giovane Alfieri si presenta come un uomo indisciplinato e impulsivo, col tempo sviluppa un forte senso di autodisciplina. Nella “Vita”, descrive con grande attenzione il suo percorso di autoeducazione. Sentendo di avere lacune nella sua formazione culturale, Alfieri decide di studiare in modo sistematico le lingue e la letteratura, e di dedicarsi con rigore alla scrittura. Questo impegno lo porta a isolarsi, per poter lavorare con costanza e dedizione.
La sua vita diventa quindi una sorta di lotta interiore per dominare le proprie passioni e instabilità, e incanalare le sue energie in qualcosa di duraturo e significativo: la creazione letteraria. Alfieri vede in questo sforzo costante l’unico modo per raggiungere la vera grandezza. La sua volontà ferrea e la sua determinazione a diventare un grande scrittore lo spingono a lavorare duramente, giorno dopo giorno, nonostante la sua natura ribelle e irrequieta.
Orgoglio e consapevolezza di sé
Alfieri si distingue anche per il suo orgoglio. Nella “Vita”, si mostra spesso molto consapevole delle proprie capacità, ma allo stesso tempo non nasconde i suoi difetti e le sue debolezze. È un uomo estremamente autocritico, che analizza se stesso con lucidità e non ha paura di mostrare le proprie contraddizioni. Tuttavia, questo orgoglio si accompagna a una visione idealistica di se stesso come eroe solitario, destinato a lottare contro la mediocrità e la corruzione del mondo.
Questo senso di superiorità morale lo rende anche molto severo nei confronti degli altri. Alfieri è spesso critico verso coloro che si accontentano di una vita comoda o servile, e disprezza chiunque comprometta i propri principi per ottenere vantaggi personali. Questa rigidità nei confronti delle debolezze altrui riflette il suo carattere intransigente e il suo ideale di virtù e coerenza.
“Volli, volli, fortissimamente volli”
L”espressione “Volli, volli, fortissimamente volli”, che compare nell’autobiografia di Vittorio Alfieri, è uno dei passaggi più emblematici del suo pensiero e del suo carattere. Essa incarna il concetto di volontà come forza motrice fondamentale per raggiungere la grandezza e l’indipendenza personale. Per Alfieri, la volontà è l’elemento centrale che permette all’individuo di superare i propri limiti, vincere le difficoltà e affermare la propria libertà, sia intellettuale che morale.
Il contesto e il significato
Il celebre motto “Volli, volli, fortissimamente volli”, si inserisce nel racconto della sua autodisciplina e della sua determinazione a diventare un grande scrittore e intellettuale. Alfieri riconosce di avere lacune nella sua formazione culturale, nonostante provenisse da un ambiente aristocratico e privilegiato, e decide di colmare queste mancanze attraverso uno sforzo personale e costante. Egli afferma che, pur sentendosi impreparato e lontano dall’ideale che aveva di sé, è grazie alla sua volontà ferrea che riesce a trasformarsi in un autore di rilievo.
Il triplice “volli” riflette la ripetitività e la forza con cui Alfieri si è dedicato al raggiungimento dei suoi obiettivi, sottolineando che la volontà non è solo un desiderio passeggero, ma una decisione deliberata, perseguita con ostinazione e passione.
Volontà e libertà
L’espressione “fortissimamente volli” mette in evidenza come, per Alfieri, la volontà personale sia indissolubilmente legata alla libertà. Non a caso, Alfieri è celebre per la sua avversione verso ogni forma di tirannia, sia politica che esistenziale. Nella sua vita e nelle sue opere, la lotta per la libertà è un tema dominante, e la volontà è lo strumento con cui l’individuo si libera dai vincoli esterni e dalle debolezze interne.
Alfieri considera la libertà non come una condizione naturale e garantita, ma come una conquista che richiede sforzo e determinazione. La volontà, dunque, non è solo la forza di perseguire un obiettivo, ma anche il mezzo per affermare la propria individualità in un mondo spesso oppressivo.
Un motto universale
La frase “Volli, volli, fortissimamente volli” è diventata un emblema di autodeterminazione e autodisciplina. Alfieri si presenta come il modello dell’uomo che, attraverso la volontà, si emancipa dalle condizioni esterne e dalle limitazioni personali, trasformando il proprio destino.
In sintesi, Alfieri ci offre un insegnamento profondo: la grandezza non è innata, ma è frutto della volontà e del lavoro instancabile verso un ideale. La frase rappresenta una delle più efficaci espressioni della forza interiore, dell’autodeterminazione e del desiderio di superare sé stessi, valori che sono ancora attuali e universali.
Conclusione
Il carattere di Vittorio Alfieri, come emerge dalla sua “Vita”, è quello di un uomo passionale e inquieto, ma al tempo stesso determinato e disciplinato. La sua vita è un continuo sforzo per conciliare il desiderio di libertà e indipendenza con l’autodisciplina necessaria per raggiungere la grandezza letteraria. Il suo spirito ribelle, la sua sensibilità emotiva e il suo forte senso di autonomia fanno di lui una figura complessa, che ha saputo trasformare le sue contraddizioni interiori in una forza creativa. Alfieri, consapevole delle sue debolezze e delle sue capacità, si presenta come un uomo che lotta incessantemente contro la tirannia, sia esterna che interna, cercando di affermare la propria libertà e grandezza personale.