Il caldo torrido di questi giorni ripropone una problematica conosciuta da molti ma sicuramente poco considerata come se l’ambiente fisico fosse solo uno scenario e un asettico contenitore delle vicende che riguardano l’intera collettività. Tuttavia una conoscenza più approfondita che riguarda la storia della specie umana ci suggerisce come il clima, dalle origini della vita fino al secolo scorso abbia subito cambiamenti radicali che hanno influenzato l’adattamento e la sopravvivenza di intere popolazioni. Il mondo fisico, biologico e le comunità umane non sono compartimenti stagni ma interagiscono sempre influenzando gli equilibri reciproci e gli scambi energetici sui quali poggia l’intero sistema. Il periodo storico che stiamo attraversando, la tropicalizzazione con i fenomeni climatici, anche estremi, ai quali stiamo assistendo impongono a tutti una seria riflessione e una maggiore coscienza e conoscenza ambientale che possa aiutarci a valutare azioni, comportamenti sulla base della gestione delle risorse, come l’acqua, che crediamo inesauribili ma che con il passare del tempo , sono diventate un bene prezioso da utilizzare con parsimonia. Il ciclo naturale dell’acqua ormai è solo un ricordo che possiamo leggere sui testi scolastici, tutto è stravolto perché l’energia accumulata dall’intensa evaporazione dei bacini naturali provoca fenomeni improvvisi in cui la precipitazione e’ talmente grande da provocare inondazioni alluvioni ecc. In queste condizioni l’acqua non riesce ad essere assorbita dal terreno e diventa una forza distruttrice che provoca i danni che tutti conosciamo. La prevenzione resta sempre l’unica scelta obbligata, essa da sola non può invertire i cicli naturali previsti dagli studiosi ,ma può aiutarci a guardare in un’ottica diversa le risorse che abbiamo a disposizione, magari con maggiore educazione e conoscenza, per un uso consapevole e responsabile della loro gestione, in previsione di un progetto di vita futura in cui l’ambiente diventi realmente la casa che tutti abitiamo.
Laura Alberico