La vita di Alessio Tavecchio
27 Gennaio 20191984 – Nineteen Eighty-Four
27 Gennaio 2019E’ la storia di un giovane torinese, Pablo, che passa il suo tempo tra un’osteria e l’altra, suonando la chitarra.
Relazione di narrativa di Aryo Cavenati
L’AUTORE
Cesare Pavese nasce a S. Stefano Belbo 1908 e muore a Torino nel 1950. Dopo aver studiato a Torino si formò alla scuola morale e civile di Augusto Monti, laureandosi in lettere ed insegnando successivamente nelle scuole private e private. Collaborò alla rivista La cultura, che nel 1935 fu soppressa per il suo contenuto antifascista. Lo stesso Pavese fu condannato a tre anni di confino. Chiamato alle armi, venne subito dimesso ed incaricato nel 1943 a costruire la sede romana della casa editrice Einaudi. Iscrittosi al Partito comunista italiano, soffrì le sue contraddizioni politiche, aggravatesi con una sfortunata vicenda amorosa, suicidandosi il 27 agosto del 1950 in una camera d’albergo torinese.
Altre opere di Pavese : La bella estate, Paesi tuoi, La spiaggia, Fiera d’agosto, Il compagno, La casa in collina, Il diavolo sulle colline
RIASSUNTO
E’ la storia di un giovane torinese, Pablo, che passa il suo tempo tra un’osteria e l’altra, suonando la chitarra. Da qui nascono gli incontri che egli fa con donne e uomini; ma la vicenda prende ben presto la sua strada, che si snoda attorno al rapporto con Linda, la ragazza di Amelio, il quale durante un viaggio in motocicletta ha un incidente e resta paralizzato (come nel racconto Fedeltà, scritto nel ’38). La figura di Amelio compare in primo piano all’inizio, poi sembra lasciata ad un destino ormai privo di senso. Ma ecco che Amelio diventa il punto di riferimento di tutta la storia: egli svolgeva un’attività politica ben precisa, a cui Pablo non pensava e dalla quale poi Linda, che gli si è fatta amica, vorrebbe tenerlo distante. L’ambiente è quello popolare e proletario delle borgate torinesi. Ad un certo punto, infatti, s’inserisce nella vicenda un amico di Linda, Lubrani, impresario teatrale, che fa conoscere a Pablo qualche attore e gli fa scoprire la vita notturna del dopo teatro. Pablo continua a tirare avanti la propria vita senza uno scopo preciso, pur tentando di uscirne: fa il camionista, cerca in qualche modo di trovare quel senso, soprattutto per poter vivere con Linda. Nella seconda parte, Pavese sposta la vicenda a Roma, dove Pablo si trasferisce dopo la rottura con Linda. Si fa nuovi amici, ha una nuova donna che ha ereditato dal marito, morto, un negozio da ciclista. Ma soprattutto Pablo si accosta alla politica. Il romanzo cambia subito tono: dalla descrizione dell’ambiente torinese, si passa alla cospirazione politica nella periferia romana. Però per Pavese l’ambiente torinese era più importante dell’ambiente della capitale dove ha inserito la tematica principale del libro in modo che la prima parte risulta più importante della seconda parte romana. Al capoluogo piemontese era chiaramente più legato e, per esso, sentiva un interesse ben preciso, mentre per Roma, l’esposizione dei fatti risulta solo molto descrittiva. Leggendo Il compagno si resta tuttavia colpiti per come Pavese sia riuscito a raccontare la cospirazione politica raccontandola minuziosamente, entrando anche nei minimi particolari. Una vita vista al di là del mito e della retorica. Qui ci troviamo di fronte a dei personaggi che non hanno nulla di eroicamente degno di considerazione, nessuna dimensione storica intellettuale: sono degli operai i quali, a modo loro, cercano di dare alla loro attività politica un senso preciso.
COMMENTO
Il compagno fu pubblicato nel giugno 1947, inaugurando la collana I coralli” di Einaudi. Per la schedina” della seconda edizione Pavese scrisse questo testo di presentazione: il presente libro è la storia di un’educazione e di una scoperta. Come i giovani delle classi borghesi colte maturassero alla vita e alla storia negli ultimi anni del fascismo, ci è stato raccontato da molti. Resta a tutt’oggi da indagare come ci siano arrivati gli altri (i proletari e gli incolti). L’autore non s’illude di esserci riuscito, ma ha provato. Ha immaginato in questo libro un giovanotto piccolo-borghese scioperato e incolto (qualcosa di peggio che un proletario) e l’ha messo di fronte a certe realtà. La vicenda non è esemplare tutt’altro. Questo giovanotto ha le sue idee, i suoi privilegi, le sue libertà, suona persino la chitarra. Le sue avventure non dimostrano nulla. L’autore lo sa. Sono le avventure di Pablo. L’autore crede che un racconto non possa mai dare altro che le avventure di Pablo. Il mondo è pieno di Pabli, tutti diversi e tutti intenti a scoprire le cose. Che ciascun narratore ci dia conto di qualcuno d loro; quelli bravi ce ne allineino magari parecchi, in tanti bei racconti diversi. Penseranno poi i posteri a scegliere e decorare i più duraturi, e magari a trovare in uno solo di loro il campione del secolo”.