L’anno di prova dei docenti neoimmessi in ruolo
5 Agosto 2022La rivoluzione americana
5 Agosto 2022In questa poesia Carducci presenta il modello del Comune medievale di piccole dimensioni, non di una grande città, ma di un piccolo borgo, nel quale, però, si realizzano gli ideali civili in cui crede appassionatamente il poeta.
O che tra faggi e abeti erma su i campi
Smeraldini la fredda ombra si stampi
Al sole del mattin puro e leggero,
O che foscheggi immobile nel giorno
Morente su le sparse ville intorno
A la chiesa che prega o al cimitero 6
Che tace, o noci de la Carnia, addio!
Erra tra i vostri rami il pensier mio
Sognando l’ombre d’un tempo che fu.
Non paure di morti ed in congreghe
Diavoli goffi con bizzarre streghe,
Ma del comun la rustica virtú 12
Accampata a l’opaca ampia frescura
Veggo ne la stagion de la pastura
Dopo la messa il giorno de la festa.
Il consol dice, e poste ha pria le mani
Sopra i santi segnacoli cristiani:
— Ecco, io parto fra voi quella foresta 18
D’abeti e pini ove al confin nereggia.
E voi trarrete la mugghiante greggia
E la belante a quelle cime là.
E voi, se l’unno o se lo slavo invade,
Eccovi, o figli, l’aste, ecco le spade,
Morrete per la nostra libertà. — 24
Un fremito d’orgoglio empieva i petti,
Ergea le bionde teste; e de gli eletti
In su le fronti il sol grande feriva.
Ma le donne piangendo sotto i veli
Invocavan la madre alma de’ cieli.
Con la man tesa il console seguiva: 30
— Questo, al nome di Cristo e di Maria,
Ordino e voglio che nel popol sia. —
A man levata il popol dicea, Sí.
E le rosse giovenche di su ’l prato
Vedean passare il piccolo senato,
Brillando su gli abeti il mezzodí. 36