Questa famiglia ti benedice
29 Novembre 2022L’Emilio di J.J. Rousseau di Emanuela Agnocchetti
29 Novembre 2022Questo libro ha influenzato la politica degli ultimi secoli, nel bene, e nel male, poiché è stato spesso interpretato in modo dittatoriale
Jean-Jacques Rousseau
Rousseau era un contemporaneo di Hume (1712-1778).
Come molti altri illuministi, Rousseau si dedicò non solo alla filosofia, ma anche alla letteratura e alla musica. In filosofia, i suoi contributi principali sono alla teoria politica, attraverso il Discorso sulla disuguaglianza e Il contratto sociale).
Teoria del contratto sociale
La teoria del contratto sociale spiega le forme politiche in termini di un ipotetico “contratto” stipulato dai partecipanti al sistema politico.
Presupposti comuni:
- Stato di natura
- Teoria della natura umana
- Concetto di ragione illuministico
Il contratto sociale
Si inserisce in una discussione che si svolgeva in tutta Europa in quel momento. Si trattava di un tema, quello del contrattualismo, che includeva Thomas Hobbes e John Locke.
Questo tema ha avuto un’influenza significativa sui padri fondatori degli Stati Uniti, sebbene essi siano stati più influenzati dalla prospettiva liberale di Locke, e l’influenza diretta di Rousseau sia invece più evidente nel contesto della rivoluzione francese.
Chi è il Leviathan per Hobbes
Il Leviathan è una persona o un’assemblea di persone cui il contratto sociale tra i cittadini ha ceduto, concentrandolo su di lui, il proprio potere.
“Io autorizzo e cedo il mio diritto di governare me stesso a quest’uomo o a questa assemblea di uomini, a questa condizione: che anche tu ceda il tuo” (T. Hobbes, Leviatano op. cit.: 143)
Il contratto esistente è un patto iniquo
Alla base di questo progetto fallito c’è il potere reso possibile dalle disuguaglianze prodotte dalle relazioni sociali. Ma se un ritorno allo “stato di natura” è impossibile, allora lo sviluppo inevitabile richiede un nuovo contratto sociale.
J.-J. Rousseau, Il contratto sociale, I. 1 (1762)
L’uomo è nato libero, eppure dovunque è in catene. C’è chi si crede padrone di altri, ma è più schiavo di loro. Come è avvenuto questo cambiamento? Lo ignoro. Che cosa può renderlo legittimo? Ritengo di poter risolvere questo problema….Ma l’ordine sociale è un diritto sacro che serve di base a tutti gli altri. Tuttavia questo diritto non viene dalla natura; è dunque fondato su delle convenzioni. Si tratta di sapere quali siano.
Dal “Discorso” al “Contratto”
Nella “Dedica” al Discorso sulla disuguaglianza Rousseau scrive di voler vivere in un paese dove “l’interesse del sovrano non può essere disgiunto da quello del suddito”. Come si può verificare una situazione del genere? Semplice! Quando il suddito è egli stesso il sovrano! Quale sistema politico incarna questo principio? La Democrazia, come quella della sua città natale, Ginevra,
“mi sento felice… di trovare sempre nelle mie ricerche nuovi motivi per amare il mio paese!”
J.-J. Rousseau, Il contratto sociale, I, 6 (1762)
Occorre, scrive Rousseau, “[…] trovare una forma di associazione che protegga e difenda con tutta la forza comune la persona e i beni di ciascun associato, mediante la quale ognuno unendosi a tutti non obbedisca tuttavia che a se stesso e resti libero come prima” Questo è il problema fondamentale di cui il contratto sociale dà la soluzione.”
La soluzione: la volontà generale
Se la sfida è “trovare una forma associativa che difenda e protegga con tutte le forze comuni la persona e i beni di ciascun associato, e per mezzo della quale ciascuno, pur unendosi a tutti, obbedisca tuttavia solo a se stesso e resti libero come prima. “Ciò è possibile solo scambiando la mia libertà naturale con la libertà civile: la libertà di fare ciò che le leggi consentono
(libertà limitata dalla legge).
L’alienazione: un sacrificio comune
Questo scambio deve essere totale: rinuncio a me stesso e ai miei diritti alla comunità (diventando uguale in questa “alienazione” con tutti gli altri). Questo scambio mi dà quindi accesso ai diritti civili, che ottengono la protezione dell’intera società civile, che non è altro che me (e tutti gli altri) come insieme sociale collettivo.
J.-J. Rousseau, Il contratto sociale, II, 7 (1762)
Chi osa intraprendere la fondazione di un popolo dovrebbe sentirsi capace di cambiare, per così dire, la natura umana; di trasformare ogni individuo, che di per sé è un tutto perfetto e solitario, in una parte di un tutto più grande da cui questo individuo riceve, in un certo senso, la sua vita e il suo essere; di alterare la costituzione dell’uomo per rafforzarla; di sostituire un’esistenza parziale e morale all’esistenza fisica e indipendente che abbiamo ricevuto dalla natura
Interrogativi su Il contratto sociale di J.-J. Rousseau (1762)
Tuttavia, con la sua teoria della “volontà collettiva” Rousseau è involontariamente alla base di alcuni successivi totalitarismi, là dove questa volontà si è falsamente incarnata in uomini o èlites sole al comando, creando i presupposti per i peggiori disastri della storia moderna, dal moralismo del terrore di Robespierre degli anni 1793-’95 della Rivoluzione francese, alle dittature di
destra e di sinistra.
Ad esempio, cosa succede se io non appartengo alla minoranza illuminata che riesce a interpretare la volontà generale
e il bene comune?
È possibile veramente trasformare a pieno l’uomo naturale in cittadino? Come si concilia l’amor di sé e l’egoismo con la socialità? Siamo sicuri che Machiavelli e Hobbes abbiano torto sulla natura dell’uomo «Homo homini lupus»? O Gustave Le Bon o Freud, che hanno una visione antropologica del “popolo” ben diversa da Rousseau?
Per Rousseau le decisioni non si prendono a maggioranza, ma all’unanimità sempre. Siamo sicuri che questo mi garantisca?
Chi stabilisce chi è «nemico del popolo»? Il leader? Il partito?
Oggi, dalla filosofia postmoderna in poi, è assodato che non esiste una solo forma di razionalità, quella illuministicamente intesa. Razionalità è un termine che si declina al plurale, non al singolare.
Rousseau sostiene che il rappresentante del popolo debba essere mantenuto a vita, se retto, e deposto anche subito, se incoerente con la volontà generale. È possibile questo? È davvero democratico?
Voltaire esalta la democrazia diretta, implicitamente presentandoci i referendum popolari come strumento principe non solo per abrogare le leggi, ma anche per promulgarle. È realistico ciò? È efficace?
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[…] Il contratto sociale di J.J. Rousseau prof. Luigi Gaudio […]