IL FUTURISMO – Il primo Novecento letterario
11 Luglio 2016Abbiamo bisogno di testimoni – di Don Savino
11 Luglio 2016Il crepuscolarismo
- Filone che all’inizio del secolo inizia a staccarsi dalla poesia tardo-decadente incarnata da Pascoli
- Termine coniato dal critico Giuseppe Antonio Borghese (1910) -> appare sul quotidiano La Stampa in una recensione ai nuovi poeti Moretti e Martini
-> metafora del crepuscolo: spegnimento dove predominano toni smorzati e il sentimento della malinconia
-> indica un atteggiamento spirituale, un campo dell’immaginario poetico più che un preciso gruppo di autori
- Non è un gruppo coeso ma un movimento diramato in varie regioni d’Italia, le maggiori varianti sono
- Piemontese
- Emiliano-romagnola
- Romana
- Poetica: consapevolezza della lateralità e marginalità della poesia nella società borghese capitalistica
-> conseguenza: non il tentativo estremo di riscatto attraverso l’autoesaltazione (d’Annunzio), ma l’accettazione
della banalità quotidiana ora con ironia ora con malinconia -> la poesia delle piccole cose
-> la quotidianità era stata descritto già prima dalla poesia realistica della tarda Scapigliatura e da Pascoli, ma i
crepuscolari a differenza loro non investono di valori simbolici gli oggetti quotidiani
-> difesa di un microcosmo volutamente al di sotto di quanto richiederebbe l’attiva società primonovecentesca
- Linguaggio adatto: ordinario, senza punte eccessive, voluto abbassamento dell’aulico fatto scontrare con il prosaico con effetti ironici (Guido Gozzano)
- Tema dell’inettitudine: incapacità di vivere grandiosamente -> basilare per la costruzione dell’io crepuscolare
-> ai loro occhi d’Annunzio è sommo esempio di falsità morale e artistica
- Poeti principali
- Sergio Corazzini (1886-1907)
Morto giovanissimo di tubercolosi
Piccolo libro inutile (1906): prevale il sentimento doloroso dell’impossibilità di fare poesia; rivendicazione di una sincerità che porta al rifiuto degli artifici retorici
Metrica semplificata: strofe di endecasillabi o settenari, sonetti, componimenti a schema libero
Uso linguistico-stilistico medio: privo di punte o preziosismi
- Corrado Govoni (1884-1965) e Marino Moretti (1885-1979)
Poeti di area emiliano-romagnola
Scelta del catalogo: prevale l’elencazione monotona di oggetti e di situazioni prive di rilevanza
Moretti, Poesie scritte col lapis (1910): predomina invece la sottolineatura del vuoto esistenziale, per cui la poesia ha la funzione di dire il “niente da dire” ormai rimasto ai poeti
- Guido Gozzano (1883-1916)
Poeta dell’area piemontese
Ripropone temi già visti in chiave ironica-> demistifica così il sublime simbolistico-decadente (d’Annunzio)
Rifiuta di atteggiarsi a “gabrieldannunziano”, è invece “un coso a due gambe / detto guidogozzano”
-> abbassamento del nome proprio a nome comune -> posizione opposta del sublime “io” dannunziano
-> si trasforma a “coso”: metamorfosi dell’inetto-clown-buffone
-> nello stesso tempo mette in ridicolo la falsità delle posizioni superomistiche allora in voga
Poetica antisublime (o sublime dal basso)
Stile e metrica corrosiva: riprende i versi tradizionali trattandoli però con voluta libertà
Tema dell’eros: del tutto evitato o bloccato sul nascere (per viltà dell’io-poeta in Invernale) o solo ipotizzato in rapporto a donne irraggiungibili (Cocotte e L’amica di Nonna Speranza) o ridotto ad avventura prosaica con modeste servette (Signorina Felicita e Elogio degli amori ancillari)
Tentazione all’annullamento nichilistico: impedisce ogni azione, non porta al suicidio solo in virtù di un distacco ironico o un fatalismo (“E vive. Un giorno è nato. Un giorno morirà.” Totò Merumeni)