Il docente orientatore: un problema mal posto
16 Maggio 2023Polveriera balcanica
17 Maggio 2023“Questione d’oriente” è l’espressione con cui si definì, nel sec. XIX, il problema dell’assetto politico della Penisola Balcanica (l’Oriente europeo), già soggetta al dominio ottomano.
L’Impero ottomano sin dalla fine del XVII secolo (dopo la sconfitta dell’esercito turco a Vienna nel 1683, ultimo tentativo ottomano contro la capitale asburgica) mostrava i segni di una progressiva decadenza e ciò fece sì che l’impero ottomano divenisse oggetto delle ambizioni delle potenze occidentali.
Rivolta della Serbia e Indipendenza della Grecia
Nei primi anni dell’ottocento per primi si ribellarono i Serbi, che ottennero un parziale riconoscimento della loro autonomia politica da Istanbul.
Congresso di Vienna
Rafforzò Inghilterra, Austria e Russia e creò i presupposti per le loro mire espansionistiche sui Balcani
Rapporti tra Russia e Impero ottomano
Con il Trattato di Bucarest (1812), Moldavia e Valacchia furono restituite all’Impero ottomano, che ottiene anche i territori occupati nel Caucaso e sul Mar Nero cedendo la Bessarabia. La Russia costringe però il sultano a trasformare la Serbia, con la quale lo zar era in stretti rapporti, in un principato vassallo, con l’ accordo del 1817, che rappresenta l’inizio dello smembramento dell’Impero ottomano. Con il successivo trattato di Edirne (Adrianopoli) del 1829 la Serbia ottiene l’autonomia in cambio del pagamento di un tributo annuo.
Indipendenza della Grecia
Nel 1821 esplose un’insurrezione che si proponeva di imitare i moti scoppiati in vari paesi europei
Dopo alcuni iniziali successi, gli insorti si trovarono in difficoltà, perché l’Impero ottomano ricevette il notevole sostegno dell’Egitto.
A favore dei Greci, tuttavia, intervennero allora la Francia e l’Inghilterra
Nel 1830, dopo una lotta durata otto anni, la Grecia riuscì a rendersi indipendente dal dominio turco venendo ufficialmente riconosciuta come Stato sovrano
Parziali riforme dell’Impero ottomano
Nel corso degli anni Venti all’interno dell’Impero ottomano si tentano varie riforme per rilanciare lo Stato: riforma dell’esercito e soppressione dei giannizzeri (1826). Dopo il 1830 il sultano riforma l’amministrazione centrale e quella provinciale, la riscossione dei tributi, la scuola, i servizi urbani. Nel 1836 si crea il ministero degli affari esteri, che permette la stipula di molti trattati commerciali. Aumenta l’occidentalizzazione dei costumi.
Il programma di Riforme prosegue
Nel 1839 parte la «riorganizzazione» (Tanzimat) dell’Impero, con un vasto programma di riforme che non coinvolge solo il Sultano, ma l’intera élite dello Stato.
Nascono i dipartimenti ministeriali e viene adottato un nuovo codice penale ed un codice commerciale.
Si elabora un nuovo codice civile che rappresenta un compromesso tra la legge religiosa islamica e la legislazione laica. Nel 1858 viene elaborato il codice agrario, che favorisce un forte slancio dell’agricoltura e delle relative esportazioni, mentre si procede alla riorganizzazione della proprietà terriera.
Guerra di Crimea
È il conflitto russo-turco iniziato formalmente il 4 ottobre del 1853, data in cui la Turchia (che si sentiva spalleggiata da Francia e Inghilterra) dichiarò guerra alla Russia, che aveva occupato i principati danubiani di Moldavia e Valacchia
Dopo la formale dichiarazione di guerra alla Russia, la Turchia attaccò sul Danubio (23 ottobre ’53).
Gli iniziali successi della Russia suscitarono la reazione di Francia e Inghilterra
Nel marzo 1854, le due potenze occidentali forti di una superiorità tecnico-militare, riuscirono a sconfiggere i russi in campo aperto.
La guerra di Crimea si concluse col trattato di Parigi (25 febbraio – 30 marzo 1856).
La mediazione di Bismark
1873: Bismark, per isolare la Francia, si adopera per la nascita della Lega dei tre imperatori (Austria-Ungheria, Russia, Germania); Inghilterra isolazionista
Rapida evoluzione della questione d’Oriente, verso cui è puntata l’attenzione dell’opinione pubblica e dei governi occidentali
La disgregazione dell’Impero ottomano
1877: guerra russo-turca 1878: pace e trattato di Santo Stefano
Nascita della Bulgaria indipendente (anche satellite della Russia), indipendenza di Serbia, Montenegro e Romania
Reazione europea contro l’egemonia russa nei Balcani.
Conferenza di Berlino e nuovo trattato di Pace
Indipendenza della Serbia, del Montenegro e della Romania; ridimensionamento della Bulgaria; Bosnia Erzegovina protettorato austro-ungarico; Cipro al Regno Unito
1881: occupazione francese di Tunisi
1882: occupazione inglese dell’Egitto
Il sultanato di Abdul-Hamid II (1842-1918) fu caratterizzato da:
- riforme amministrative, ma anche una svolta autoritaria nel 1878, con la revoca della Costituzione appena concessa
- appello all’islam da una parte, e esacerbarsi delle tendenze nazionaliste all’interno della popolazione islamica dall’altra
- 1896: ribellione a Creta
- 1897: guerra greco-ottomana, l’ultima vittoria storica dell’impero.
- Nascita, a Istanbul, di un movimento nazionale armeno, da una parte e turco (i Giovani Turchi, dall’altra)
- 1894-96: massacri di Samsun e Trebisonda
- 1909: massacro di Adana
La Russia nella seconda metà dell’800.
La crisi dell’Impero ottomano permise la formazione di stati indipendenti: Serbia, Romania, Bulgaria, Montenegro, tutti sostenuti dalla Russia che intendeva estendere la propria influenza su quelle zone. Ma la Russia era ancora uno degli Stati più poveri d’Europa. Solo a partire dal 1880 iniziò un forte sviluppo industriale, e di comunicazioni (transiberiana), ma il grosso della popolazione viveva ancora in condizioni di estrema miseria; e benché la schiavitù della gleba fosse stata abolita nel 1861, i contadini russi continuavano a lavorare le terre dei vecchi padroni.
L’assolutismo. In Russia persisteva ancora la monarchia assoluta, per cui tutto il potere era in mano allo Zar. L’arretratezza economica ostacolava la politica imperialista: ad esempio la Russia fu sconfitta dal Giappone nel 1905, e questo favorì l’alleanza con Francia e Inghilterra: con l’aiuto di queste potenze la Russia sperava di sconfiggere il nemico d’occidente, cioè l’Impero Austro-Ungarico.
I giovani turchi
1908:
sollevazione dei Giovani Turchi che costringe Abdul Hamed II a ripristinare la Costituzione del 1876
Regno di Bulgaria
Creta proclama la sua riunificazione alla Grecia (riconosciuta nel 1913 col trattato di Londra)
L’impero austro-ungarico annette la Bosnia-Erzegovina
1909: Abdul Hamed II viene costretto ad abdicare e sostituito dal fratello Mahmud V
La guerra di Libia
1911-1912: guerra di Libia
Alpini del battaglione Edolo davanti ai corpi dei libici caduti nell’assalto al muro della Ridotta Lombarda (1912)
Le due guerre balcaniche
Prima guerra balcanica autunno 1912: prima guerra balcanica
Nell’ottobre del 1912, la Serbia (divenuta regno indipendente nel 1882), la Bulgaria, la Grecia e il Montenegro (unite nella lega balcanica) dichiarano guerra alla Turchia e invadono la macedonia.
Con la pace (o trattato) di Londra (firmata il 30 maggio del 1913 fra l’impero ottomano e la lega) ai quattro regni si consentì la spartizione della Macedonia,
si stabilì pure l’indipendenza dell’Albania (con grave risentimento della Serbia, ma fortemente voluta dall’Austria proprio per impedire l’accesso al mare della Serbia).
Seconda guerra balcanica: estate 1913
Per ragioni legate alla spartizione della macedonia sorgono tra i quattro vincitori della prima guerra balcanica dissensi (fu soprattutto la Bulgaria che, per ottenere una più grossa porzione delle terre macedoni, attaccò la Serbia) e quindi un conflitto (giugno 1913), cui si pose fine con la pace di Bucarest (agosto 1913).
L’impero ottomano dopo le guerre balcaniche
Dopo le due guerre balcaniche l’impero ottomano perse tutti i suoi possedimenti europei, eccetto la tracia orientale e Istanbul; la Serbia, si proponeva sempre più come punto di riferimento dei nazionalismi slavi interni all’impero austro-ungarico.
Il complesso gioco di equilibri che le grandi potenze erano andate costruendo nei Balcani, andò in frantumi con le guerre balcaniche quindi, con l’attentato di Sarajevo del 28 giugno 1914, causa scatenante della prima guerra mondiale.