Occhiali da sole di eccellenza: i modelli per catturare l’attenzione nell’esta…
17 Maggio 2024La legge non è riuscita a incrinare l’arrocco delle scuole
25 Maggio 2024Il ministro dell’Istruzione e del Merito, per mantenere l’unità del sistema educativo nazionale, ha espresso la volontà di rivedere i livelli essenziali delle prestazioni delle scuole.
Ha dichiarato che si deve passare da “educare per istruire” a “istruire per educare”.
Questa nuova strategia è sbagliata perché non considera il principio secondo cui “il significato delle parole è contestuale”; un errore che deriva dall’assenza di una visione d’insieme.
Ogni scuola elabora e pubblica il proprio Piano Triennale dell’Offerta Formativa (PTOF), che dettaglia le competenze generali e specifiche dei percorsi di studio. Esso rappresenta il vincolo cui è sottoposta la gestione scolastica e costituisce la finalità dell’azione didattica.
Per il relativo raggiungimento le scuole dispongono di due leve operative: le conoscenze e le capacità.
Le conoscenze riguardano l’istruzione mentre le capacità sono legate all’educazione.
La strategia formativa delle scuole si esercita miscelando capacità e conoscenze: il Collegio dei docenti “Programmando l’azione educativa” identifica e persegue le capacità sottese alle competenze generali, mentre i docenti selezionano i contenuti disciplinari funzionali al raggiungimento delle mete educative collegialmente individuate.
L’educazione e l’istruzione non possono essere considerate elementi separati o gerarchicamente strutturati: sono due facce della stessa medaglia, la cui armonizzazione è essenziale per l’efficacia del servizio.
Per questo motivo, contrapporre “educare per istruire” a “istruire per educare” solleva una questione che diverge dall’architettura scolastica delineata dalla legge, oltre a ignorare la differenza tra insegnamento scolastico e universitario.