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28 Dicembre 2019“Il dolore” è una raccolta poetica di Giuseppe Ungaretti pubblicata nel 1947, scritta nel periodo più buio e tragico della sua vita, segnato da eventi dolorosi e traumatici, come la morte del figlio Antonietto nel 1939.
Questo libro rappresenta un punto di svolta nella sua poetica, in cui la riflessione sulla sofferenza personale si intreccia con le tragedie collettive della Seconda Guerra Mondiale.
Contesto storico e personale
La composizione de Il dolore avviene in un momento in cui Ungaretti è sopraffatto da un immenso dolore personale: la perdita del figlio, che muore a soli nove anni, lo sconvolge profondamente. Questo lutto si combina con l’angoscia della guerra, che dilania l’Europa, e con l’occupazione nazista di Roma, che l’autore vive in prima persona. Il titolo della raccolta fa esplicito riferimento alla sofferenza, ma non solo a quella personale: è anche un dolore universale, che riguarda tutta l’umanità.
Struttura della raccolta
La raccolta è suddivisa in tre sezioni principali:
- Il dolore, che include le poesie più intime e dedicate al lutto per la morte del figlio.
- L’altro dolore, che allude al dolore collettivo legato agli orrori della guerra.
- Roma occupata, che descrive l’esperienza della città durante l’occupazione tedesca.
Analisi di alcune poesie
1. Testo della poesia “Non gridate più”
Cessate d’uccidere i morti,
Non gridate più, non gridate
Se li volete ancora udire,
Se sperate di non perire.
Hanno l’impercettibile sussurro,
Non fanno più rumore
Del crescere dell’erba,
Lieta dove non passa l’uomo.
Analisi di “Non gridate più” di Giuseppe Ungaretti
La poesia “Non gridate più” di Giuseppe Ungaretti è un’intensa riflessione sugli effetti devastanti della guerra, scritta nel contesto della Prima Guerra Mondiale. Ungaretti, che ha vissuto in prima persona l’esperienza del soldato, cattura il tumulto emotivo di quel periodo. Il titolo, che significa “Non gridate più”, stabilisce immediatamente un tono di supplica per il silenzio in mezzo al caos, suggerendo un profondo desiderio di tranquillità e introspezione in un mondo dilaniato dal conflitto.
Temi: Il tema centrale della poesia è l’inutilità e la distruzione portate dalla guerra. Ungaretti esprime un profondo senso di perdita e la brama di pace. La sua richiesta di silenzio è sia letterale che metaforica, rappresentando il desiderio di cessare il rumore della guerra e il tumulto interiore che essa provoca. Questo desiderio di pace non è solo personale, ma universale, risuonando con chiunque sia stato toccato dagli orrori del conflitto.
Linguaggio e Impatto Emotivo: L’uso del linguaggio di Ungaretti è ingannevolmente semplice ma profondamente emotivo. La scelta delle parole è parca, riflettendo sia la desolazione fisica del campo di battaglia sia quella emotiva nei soldati. Questa economia di linguaggio amplifica l’impatto emotivo, permettendo a ogni parola di portare un peso significativo. La brevità della poesia rispecchia la natura effimera della vita e della pace nel caos della guerra.
Immagini e Dispositivi Letterari: Ungaretti utilizza immagini vivide per trasmettere le realtà crude della guerra. I contrasti tra rumore e silenzio, guerra e pace, vita e morte, sono potenti nella loro semplicità. La poesia può utilizzare metafore e contrasti per evidenziare la dissonanza tra l’ambiente distruttivo e il desiderio umano innato di armonia. Questo contrasto serve a sottolineare il messaggio della poesia e a evocare una risposta viscerale nel lettore.
Contesto Storico: Il contesto storico della Prima Guerra Mondiale è cruciale per comprendere il tono e il contenuto della poesia. Scritta in un periodo in cui il mondo era avvolto in un conflitto senza precedenti, l’opera di Ungaretti riflette la disperazione e il disincanto dei soldati che affrontavano quotidianamente la brutalità della guerra. Il tono cupo della poesia e la sincera richiesta di silenzio indicano una più ampia crisi esistenziale vissuta da una generazione che affrontava l’insensatezza della violenza.
In sintesi, “Non gridate più” è una potente testimonianza delle cicatrici emotive lasciate dalla guerra. Attraverso un linguaggio contenuto e immagini potenti, Ungaretti racchiude gli orrori della battaglia e la speranza duratura di pace, rendendo la poesia una riflessione senza tempo sulla condizione umana in tempi di conflitto.
2. “Per sempre” Questa poesia è tra le più commoventi del libro e riguarda direttamente il dolore per la morte del figlio Antonietto. Ungaretti si confronta con la perdita irreparabile e con il vuoto che la morte del bambino ha lasciato nella sua vita. Il titolo Per sempre fa riferimento all’eternità del dolore: il poeta sa che non potrà mai superare del tutto la perdita.
Testo della poesia “Per sempre”:
Quando fanciullo
il tuo cuore
fu colpito a morte
dall’ombra d’una febbre
io non ho più pensato,
non ho mai più saputo,
se fossi ancora vivo
o fossi anch’io sparito.
3. “Giorno per giorno” Questa poesia, anch’essa parte della sezione Il dolore, è una riflessione sull’insostenibilità della vita senza il figlio. Il poeta esprime un senso di annullamento, di perdita di scopo, come se il lutto avesse paralizzato la sua capacità di andare avanti.
Testo della poesia “Giorno per giorno”:
Come cadrà la notte
Nell’altra notte
Più non so.
Da allora sono vivo
E non più vivo
Giorno per giorno.
Qui emerge chiaramente il senso di alienazione che accompagna il poeta. L’immagine della notte che cade “nell’altra notte” evoca un’oscurità infinita, una disperazione che non conosce fine. Il poeta continua a vivere solo in senso biologico, ma interiormente si sente morto.
Temi principali
- Il lutto e la perdita: Il dolore è in gran parte dedicato alla sofferenza del poeta per la perdita del figlio. Questo lutto è descritto come una ferita aperta, che non può essere sanata.
- La guerra: La raccolta riflette anche sulla tragedia della guerra. Le poesie di Roma occupata descrivono la distruzione e il caos che la guerra porta nelle vite delle persone, combinando così il dolore privato con il dolore pubblico e universale.
- La riflessione sulla morte: La morte, già presente nelle prime opere di Ungaretti, assume qui un tono ancora più personale e angoscioso. L’idea che la morte possa separare le persone amate è affrontata con una struggente consapevolezza.
- L’isolamento e il silenzio: Molte poesie di questa raccolta evocano un senso di isolamento profondo, quasi esistenziale. Il silenzio, che spesso accompagna la meditazione del poeta, rappresenta sia l’incomunicabilità del dolore sia la sua ineluttabilità.
Stile e linguaggio
Il linguaggio de Il dolore è essenziale, scarno, privo di ornamenti. Ungaretti abbandona la sperimentazione formale delle opere precedenti e adotta uno stile più sobrio e diretto, che meglio si adatta alla gravità dei temi trattati. Non c’è spazio per l’ermetismo qui: il dolore è espresso in modo chiaro, con parole semplici ma cariche di intensità emotiva.
Commento
Il dolore è un’opera di una forza straordinaria, che cattura con intensità il dramma personale e collettivo dell’autore. La morte di Antonietto non è solo il perno intorno a cui ruota l’intera raccolta, ma anche il simbolo della sofferenza umana in generale. Ungaretti, attraverso la sua esperienza personale, diventa portavoce del dolore di tutti coloro che hanno sofferto e continuano a soffrire.
La raccolta rappresenta anche una riflessione più matura e consapevole sulla fragilità della vita e sull’ineluttabilità della morte, un tema che ha sempre accompagnato la poetica ungarettiana fin dagli anni della Prima Guerra Mondiale, ma che qui assume una dimensione più intima e universale.