I MEZZI DI COMUNICAZIONE
27 Gennaio 2019Tesine multidisciplinari con il titolo che inizia con la I
27 Gennaio 2019La Divina Commedia, Inferno, Canto 34, vv. 1-69
E quindi uscimmo a riveder le stelle. Come termina l’Inferno di Dante, XXXIV, 70-139
A.S. 2001-2002
TESINA PER L’ESAME DI STATO DI LAURA BOSONI
Il diavolo
– Les dieux s’en vont –
IL FAUST di GOETHE
La leggenda di Faust risale alla tradizione e alle cronache imprecise del tempo che fu. All’origine del mito del dottore luciferino vi è una figura tra storia e leggenda, un mago e alchimista che percorreva la Germania luterana evocando le ombre dei defunti e mostrando trucchi e inganni sulle piazze. Rielaborando questa antica leggenda rinascimentale, Goethe ha creato uno dei miti più significativi sull’uomo e sulla ricerca della verità. La leggenda si lega al medico Georg Faust “rinomato mago e negromante” , tedesco o olandese a seconda delle fonti, vissuto tra il 1480 e il 1536 circa, in un periodo storico travagliato, durante la riforma protestante. Studioso e ciarlatano, apprese le arti magiche, ma gli atti dell’epoca lo definiscono solo come “vanitoso e fato, spaccone, pazzo, turpissima bestia” . Numerosi gli atti che lo riguardavano: quasi tutti ingiunzioni a lasciare la città, denunce per sodomia e negromanzia. Per alcuni, si trattava di un accademico, che, per vivacizzare le lezioni, avrebbe fatto apparire di fronte agli studenti personaggi come Ettore, Ulisse e Aristotele. Per altri, era in grado di far comparire cibi e bevande e si faceva servire da spiriti alati; veniva raffigurato accompagnato dal diavolo che lo serviva sotto le spoglie di un cane; si mormorava che avesse suggellato col sangue un patto con lui.
La vicenda di Faust ebbe per la prima volta una rielaborazione colta in un dramma dell’inglese Marlowe “The tragical History of Doctor Faustus” . Il negromante tedesco, vagabondo e amatore impenitente, fu rappresentato come un orgoglioso intellettuale, che voleva dominare le cose del mondo e piegarle ai propri fini; uno spirito ribelle che pagò i piaceri e le conoscenze acquisite col patto luciferino, con la dannazione eterna.
La fama di Faust non accennò a diminuire col tempo e, concepito in modo differente, lo troviamo nel dramma del filosofo e drammaturgo tedesco Lessing, che, per la prima volta, lo salvò dalla dannazione eterna. Un quindicennio più tardi, senza conoscere il dramma di Marlowe, ma dopo aver letto il frammento di Lessing, Goethe iniziò ad elaborare la sua versione. Vi sono molte differenze tra il Faust di Goethe e gli omonimi personaggi che lo hanno preceduto: diviene il simbolo del cercatore di verità e, allo stesso tempo, un individuo eccezionale, superiore alla massa, che racchiude in sé i vertici del bene e del male a cui ogni uomo può giungere. I fallimenti di Faust sono i fallimenti di un essere limitato, che però, romanticamente, non accetta i limiti costitutivi. Del’uso dalla scienza, constata che neppure la magia può dare risposte adeguate alla sua sete di sapere; cerca allora una realizzazione nell’esperienza amorosa, da cui però ricaverà molte sconfitte. Anche il potere, infine, si rivela fonte della più cocente delusione, scoprendo che anche le intenzioni più nobili finiscono per macchiarsi di orrendi crimini. Accanto all’uomo-Faust troviamo Mefistofele, il demonio che non comprende l’inquietudine del proprio antagonista, la sua tensione verso l’assoluto; non crede a nulla, anzi è convinto che il Nulla sia l’unica realtà da cui ogni cosa scaturisce e il cui tutto precipita alla fine. Si tratta di “colui che divide” , secondo l’etimologia greca di “diavolo” , che separa l’uomo dall’amore verso se stesso e verso Dio, incarnando il capovolgimento dei valori umani. Ciò che per Mefistofele è assurdo, ossia il superamento di sé e di tutto, costituisce invece per Faust la ragione di vita e di vittoria. Mefistofele ha quindi il merito di stimolare Faust al suo destino: fornendogli beni fallaci, illudendolo sulle possibilità di dominare la realtà, il diavolo è il mezzo di cui Dio si serve per condurre Faust alla salvezza.
-
torna all’indice della tesina Il diavolo di Laura Bosoni