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17 Giugno 2024Mentre la schiavitù tradizionale è stata in gran parte abolita legalmente in molti paesi del mondo, ci sono ancora forme moderne di sfruttamento lavorativo che possono essere considerate forme di schiavitù.
Gli schiavi venivano presi come prigionieri di guerra, o durante saccheggi, ed erano venduti e comprati come fossero oggetti o merce di scambio.
Nell’antichità non si potevano sostenere regimi del nostro passato, che noi ricordiamo come civili, come l’Atene democratica e l’Impero Romano.
Ad esempio Tacito racconta di un prefetto dell’Urbe Pedanio Secondo, ammazzato nel suo letto da uno schiavo, forse perché il padrone aveva prima promesso di liberarlo, e poi si era rimangiata la parola, oppure perché il padrone aveva sottratto un ragazzino allo schiavo.
Però quando un padrone era ammazzato in casa sua, tutti gli schiavi erano giustiziati. Ad esempio nella casa di questo prefetto c’erano quattrocento schiavi, quindi il senatore Cassio Longino convinse a giustiziare tutti quegli schiavi, sostenendo che la folla di schiavi può essere tenuta a bada solo con la paura.
Dobbiamo riconoscere che in pieno rinascimento era ancora normale avere degli schiavi, e fu così così fino al settecento, quando questa discriminazione viene messa in discussione, negli scritti degli illuministi, come Cesare Beccaria.
Il problema è che per motivi di profitto, i padroni delle piantagioni in America avevano riattivato il commercio degli schiavi, che erano presi dal continente africano per lavorare nelle monocolture americane.
Perfino i religiosi, anche se compassionevoli, riconoscevano che quegli indigeni africani, nella loro terra d’origine, oziavano, o passavano le giornate intere a ballare, quindi era giusto impiegarli per scopi più utili.
Sarà solo nell’ottocento che la schiavitù verrà abolita in quasi tutti i paesi occidentali, non senza reazioni e conflitti, se pensiamo ad esempio alla guerra civile americana.
Oggi, che ormai la schiavitù è giuridicamente abolita da secoli, ci sono ancora persone che vivono in condizioni di vita e di lavoro precarie, sfruttati in settori come l’agricoltura, la produzione tessile, la lavorazione dei minerali e altri settori a basso costo. Queste condizioni possono includere lunghe ore di lavoro, bassi salari, mancanza di protezione sociale e sicurezza sul lavoro, nonché forme di coercizione e restrizioni alla libertà personale.
Altri problemi correlati includono:
- il traffico di esseri umani, in cui le persone vengono sfruttate per scopi lavorativi attraverso la forza, il ricatto o l’inganno,
- e il lavoro minorile, che priva i bambini della loro infanzia e dei loro diritti fondamentali.
Anche se esistono leggi nazionali e internazionali per combattere queste pratiche, l’applicazione e l’efficacia di tali leggi possono essere limitate da vari fattori, tra cui la corruzione, la mancanza di risorse e la complessità delle reti criminali coinvolte.
Inoltre, la globalizzazione ha reso più complessa la catena di approvvigionamento dei beni, rendendo difficile per i consumatori tracciare l’origine dei prodotti che acquistano e garantire che siano stati prodotti in condizioni etiche. Questo solleva la questione dell’etica dei consumatori e della responsabilità delle aziende nel garantire che i loro prodotti non siano realizzati attraverso il lavoro forzato o altre forme di sfruttamento.
Affrontare efficacemente il problema del lavoro e della schiavitù nella società contemporanea richiede un impegno globale e coordinato da parte dei governi, delle organizzazioni internazionali, delle imprese e della società civile. Ciò include l’adozione e l’applicazione di leggi robuste per proteggere i diritti dei lavoratori, la promozione di standard etici nella catena di approvvigionamento globale e il sostegno ai programmi di sviluppo economico e sociale che riducono la vulnerabilità alla schiavitù e all’esclusione sociale.
Materiale didattico su atuttasuola
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Il Quilombo di Palmares – di Lucio Garofalo
su altri siti
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Lo schiavismo nella storia di Enrico Galavotti