Van Gogh
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27 Gennaio 2019di Raffaele Orrù
Il futurismo, considerato uno dei momenti d’avanguardia del primo novecento, si organizza intorno ai vari manifesti teorici che ne definiscono le caratteristiche in ogni campo, dalle arti alla politica. Propone, quindi, non solo innovazioni nell’ambito letterario o figurativo, ma anche un nuovo stile di vita, sotto l’influenza sia delle riviste fiorentine del periodo, sia dell’eredità dannunziana. Tipico di questo movimento è il rifiuto del presente e della società borghese, mentre si esalta la macchina, la tecnica, la grande industria, la velocità e l’aggressività. Il manifesto principale che pose le basi per lo sviluppo del Futurismo fu quello pubblicato su Le Figaro” nel 1909 da Filippo Tommaso Martinetti, in cui sì celebra il movimento, l’azione, il gusto violento, la guerra e la virilità, disprezzando invece la donna e il femminismo. Si può affermare che i futuristi sono ben più moderni di D’Annunzio e dei poeti crepuscolari, poiché non risolvono il rapporto dell’artista con il mondo moderno attraverso la fuga dal reale ma incentrando la loro poetica sulla velocità, aggressività, sull’industrializzazione e sulla metropoli. Connessa con l’accettazione della società moderna è una nuova etica basata appunto sull’aggressività e sulla competitività: gli atteggiamenti letterari e culturali del Futurismo fanno da copertura ideologica al meccanismo dell’industrialismo capitalistico. Inoltre i futuristi avranno un ruolo di primo piano tra gli interventisti prima e tra i fascisti poi: l’atteggiamento aggressivo non sarà più riferito solamente alla loro produzione letteraria ma anche alle loro posizioni politiche e ai loro comportamenti. Per quanto riguarda la loro poetica, si ha innanzitutto la critica dell’arte precedente (né è un esempio il Manifesto). Nel Manifesto tecnico della letteratura futurista”, si propone poi la distruzione della sintassi, l’abolizione della punteggiatura e dell’aggettivo qualificativo, l’uso dei verbi all’infinito e dellortografia e della tipografia libere, per rendere vivo il concetto della velocità e dellirruenza delle emozioni. Il continuo flusso delle sensazioni e sentimenti è realizzato attraverso la libertà assoluta delle immagini o analogie”. Ai primi esponenti futuristi si aggiunsero Papini, Govoni, Folgore, Palazzeschi, cui si deve un ardito sperimentalismo formale. Sul piano creativo vero e proprio, i risultati più notevoli del movimento si ebbero però nelle arti figurative. Nel 1910 Boccioni elabora, insieme con altri pittori, il Manifesto tecnico della pittura futurista”, in cui si afferma la necessità di esprimere la sensazione dinamica” anche in pittura. La luce e il movimento diventano protagonisti in questo campo a scapito della forma, che viene rotta e ricostruita in modo da renderla appunto dinamica: si vuole mostrare l’energia della materia”, la ricerca frenetica di slancio vitale”, l’irrazionalità degli stati d’animo.
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dalla tesina – esame di stato 2003 Il movimento imperialista di Raffaele Orrù